Il pci e la grazia

Il pci e la grazia E DOPO AVER VINTO? Il pci e la grazia Negli atti del convegno ai Lincei sul Sismondi trovo, in una comunicazione del Morghen, queste parole: «Sismondi proclamava una nuova concezione della storia, che si contrapponeva decisamente a quella che aveva dominato fino a tutto il Seicento, con Bossuet»; ed accenna al trapasso dalla storia di origine agostiniana alla nuova idea della storia di Voltaire: «La presenza della Provvidenza nelle vicende umane appariva in essa ormai svanita quasi del tutto nell'indifferenza di un deismo senza volto»; la natura e la volontà degli uomini sono gli unici fattori delle vicende umane. Tra le fortune della mia vita annovero quella di avere, sui vent'anni, incontrato i giansenisti, quelli veri, francesi e belgi, morti da oltre due secoli. In virtù della loro visione di un Dio imperscrutabile, certamente giusto, ma che accorda o 1;mita o nega la sua grazia secondo criteri che l'uomo non può penetrare — ed altresì al mio continuo considerare l'uomo e la stessa vita, mistero sempre più grande man mano che più conosciamo del cosmo — ho conservato una fede religiosa che avrei probabilmente perduta, se solo a contatto con l'insegnamento religioso che tutto intendeva spiegare, la vittoria dei buoni e la punizione dei cattivi (S. Giovanni Bosco, un vero santo, che annunciava ai Borboni che non avrebbero riacquistato il trono di Napoli, in punizione del loro giurisdizionalismo). Sono dunque con Bossuet, agostiniano. Gli uomini sono dominati da passioni e da miti, sempre mutevoli, e non li scorgo che strumenti di qualcosa di ben maggiore di loro. Penso sempre quindi in termini di «amati» e «non amati» da Dio. E mi domando se in questi ultimi anni il pei non sia stato proprio l'amato da Dio. Nella Bibbia Dio fa cadere le mura di Gerico, ferma il sole perché Giosuè possa vincere, manda le piaghe all'Egitto, spesso confonde o sgomina i nemici del suo popolo sen¬ za che questo abbia neppur bi-1 sogno di combattere. Mi pare che la vicenda del pei, dall'avvento del centro-sinistra, almeno, sia analoga a quella del popolo eletto. Scrisse Machiavelli che quegli cui hai tolto la roba ti odierà di più che se gli avessi morto il fratello. La storia non contraddice; ancora nella narrativa francese dell'ultimo Ottocento appare come i ceti conservatori, specie in provincia, guardino con astio le famiglie di acquirenti di «beni nazionali», le terre tolte dalla Rivoluzione ai nobili ed alla Chiesa; furono i bisnonni ad acquistare quei beni, ma la macchia perdura sui pronipoti. Ora, come al popolo eletto, cosi al pei è stata largita la grazia di far compiere l'opera di spoliazione da altri, quelli che lo respingevano dall'area costituzionale. Volatilizzate le economie familiari con la svalutazione, resa non redditizia la proprietà fondiaria, vane le speranze di quelli che avevano creduto di impiegare la liquidazione nell'acquisto di un alloggetto da affittare (il fitto bloccato non copre le spese di manutenzione e le imposte), la massa dei piccoli proprietari, dei risparmiatori, è stata spogliata. I più degli industriali non aspirano che a cedere comunque aziende o pacchetti di azioni a società a partecipazione statale. Galleggiano, più numerosi che non si creda, degli speculatori di varia portata, che confidano di poter lucrare in qualsiasi regime; sono da tempo al sicuro all'estero le grandi fortune, se pur lasceranno vuote spoglie da noi. E ciò si è operato gradualmente, con anestesia, sicché i rancori si sono attenuati fino a scomparire (gl'italiani non hanno del reso la memoria tenace dei francesi) : la portinaia milanese che aveva investito le sue economie in venticinque azioni Edison già ha dimenticato. Le ultime nazionalizzazioni non lasceranno rancori. E vedrei ancora un segno di questa predilezione divina nella cecità economica della massa degl'italiani; sorrido con tristezza a quelle feroci difese della indennità di licen- ziamento: poco importa se ver- ra corrisposta in moneta priva di ogni valore di acquisto. E' proprio il tipo di aiuto che nella Bibbia Dio dà al popolo eletto: l'accecamento degli avversari, che talora si distruggono da sé, o sono fulminati dall'alto. Se verrà, ed io credo che verrà, un regime comunista, avrà dunque consegnate le aree con già abbattute, a spese del cedente, le costruzioni che vi sovrastavano e che occorreva demolire per costruire la casa nuova. Ma anche la grazia di Dio trova talora limiti: edifici abbattuti, ma non asportato il materiale della demolizione; e materiale ingombrante. Chi ricreerà l'italiano lavoratore, compiaciuto della sua opera, attaccato alla struttura di cui era una particella, che esisteva all'inizio del secolo? Chi ricreerà il senso della disciplina, del dover compiere anche il lavoro che non si predilige, dover seguire le direttive impartite da un altro, sia pure chiamato «compagno», cui si dà del tu, e che, sia pure, percepisce lo stesso salario? Chi toglierà il culto dei «ponti», delle vacanze? Chi ridarà il senso dei doveri, accanto a quello dei diritti? Una rivoluzione cruenta, una lotta aspra, creano, almeno per una generazione, dei miti (uso il termine corrente, che non esclude quei miti possano essere idealità nobilissime); nasce il fedele della religione fino ad ieri perseguitata, il buon cittadino della nazione fino ad ieri disconosciuta, il buon lavoratore, là dove il capitalista fu sino alla fine duro, quasi un padrone di schiavi, che con la minaccia del licenziamento e della fame esigeva il sottoposto gli desse tutte le sue energie. Ma l'occupare posizioni abbandonate non dà questa ebbrezza, non crea, non suscita l'aspirazione ad essere buon cittadino, buon compagno. L'avvenire è imperscrutabile, ed è pur possibile che, se oggi il pei è l'«amato da Dio» continui ad esserlo anche domani, per vie che la ragione umana non può antivedere. A. C. Jemolo

Persone citate: A. C. Jemolo, Borboni, Giovanni Bosco, Machiavelli, Sismondi

Luoghi citati: Egitto, Gerico, Napoli