Nessuna traccia dei tredici evasi Polemiche e timori nel carcere
Nessuna traccia dei tredici evasi Polemiche e timori nel carcere Roma: controlli più severi a "Regina Coeli,, Nessuna traccia dei tredici evasi Polemiche e timori nel carcere Roma, 12 novembre. Davanti al portone di via delle Mantellate, da dove martedì sera riuscirono a fuggire indisturbati ben tredici reclusi, si snoda la coda delle donne che portano i pacchi ai familiari chiusi nel vecchio carcere di «Regina Coeli». I controlli sono severi, forse per questo l'attesa stamane si prolunga più del previsto, suscitando impazienza e insofferenze. Dai sacchetti di plastica sbucano oggetti innocenti: rotoli di carta igienica, colli di bottiglie d'olio, maglie di lana, cibi in scatola. La giornata al carcere sembra aprirsi all'insegna della normalità. Ma il nervosismo all'interno è acceso: divampano le polemiche e i timori. Proseguono le inchieste, quella amministrativa, quella giudiziaria, quella della procura militare. Gli inquirenti cercano possibili complici della fuga; soprattutto, essi esaminano il tipo di sorveglianza attuata nel carcere, le eventuali responsabilità e abusi, le conseguenze della relativa libertà concessa ai reclusi. Molti — fra quanti lavorano a «Regina Coeli» — temono sanzioni disciplinari, nell'ipotesi più rosea. Non filtrano indiscrezioni sulle indagini in corso; né finora la caccia ai tredici evasi, alcuni dei quali risultano coinvolti in brutali fatti di sangue, ha dato risultati. Fioriscono racconti e leggende, sulla vita all'interno del carcere. Un agente dice: «Il fatto sorprendente è che tutti adesso fingono di scoprire "Regina Coeli". Possibile, ad esempio, che le autorità non sapessero che noi agenti siamo meno di quanto prevede l'organico? E che qui, come altrove, circolano soldi, quindi privilegi, corruzione, possibilità di favori particola ri? E che certe libertà, non compensate da strutture adeguate, in qualche modo si finisce per pagarle? Come mai soltanto ora si scopre che i reclusi erano tanti, che "Regina Coeli" è una perfezionata scuola del crimine, eppure da tanto tempo è un carcere relativamente tranquillo? Non è questa, una distrazione sospetta?». Ci sono cifre, sulle evasioni dal carcere e quindi sul rapporto detenuto-istituto di pena, che al profano risultano sorprendenti, ma gli esperti del ministero le conoscono. Da gennaio, quest'anno, gli evasi sono stati 240. Di questi, 88 son fuggiti da «prigioni altamente sorvegliate», quelle che il ministero di Grazia e Giustizia chiama «di grande sicurezza». Gli altri, da istituti chiamati «aperti», dove i reclusi godono di una discreta libertà di movimento. Sulle due evasioni da «Regina Coeli», verificatesi il 4 e il 10 novembre, un gruppo di deputati socialisti, primo firmatario l'onorevole Mariotti, ha presentato un'interrogazione parlamentare. I deputati affermano che quanto è avvenuto «pone ancora una volta in drammatico risalto la fragilità e l'arcaica impostazione delle strutture carcerarie nel nostro Paese». 1. mad.
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