Lo sdegno di Israele

Lo sdegno di Israele Lo sdegno di Israele (Nostro servizio particolare) Tel Aviv, 11 novembre. Il Capo dello Stato, in una intervista trasmessa stasera alla radio, ha condannato la deliberazione anti-sionista dell'Onu, ma ha detto che essa finirà con il rafforzare la coesione del popolo di Israele. Davanti alla Keneseth gremita, il primo ministro ha dichiarato che Israele respinge interamente le tre deliberazioni dell'Assemblea, non collaborerà con le Nazioni Unite o con alcuno dei suoi organismi per tutto ciò che è collegato ad essa, non parteciperà alla Conferenza di Ginevra qualora vi fossero invitati i rappresentanti dell'Olp. Senza minimizzare l'importanza del voto di ieri, Babin ha detto che esso non è frutto di una discussione filosofica, ma del deliberato proposito di espellere Israele dalla regione e di preparare la scomparsa dello Stato di Israele come Stato indipendente per sostituirlo con uno presieduto da Arafat. Egli ha sottolineato come queste deliberazioni siano in contrasto con gli accordi interinali recentemente conclusi con l'Egitto: «La sola via che può portare alla pace è quella del rispetto di tutti i popoli, e noi continueremo a seguirla anche se ci potrà riservare delle delusioni ». Soffermandosi sulla votazione, ha esaminato come tra i suoi fautori vi siano stati i rappresentanti di Paesi dove l'uguaglianza del cittadino ed i valori umani e sociali non sono riconosciuti. Ha terminato dicendo che non Israele ma la stessa organizzazione delle Nazioni Unite, che ha perduto i valori e le basi ideali per le quali è stata costituita, è minacciata di morte ed ha lanciato un appello al popolo di Israele ed all'ebraismo di tutti i Paesi perché metta la spalla sotto il peso e si mostri unito e compatto contro gli attacchi avversari. Ha ricordato infine che ricorre oggi il trentasettesimo anniversario della « notte dei cristalli », nella quale Hitler lanciò le sue truppe d'assalto contro le sinagoghe e le case ebraiche. «Da allora molte cose sono cambiate, il popolo di Israele non è più debole e solo. Lo Stato di Israele è stato fondato per dare a tutti una casa, e il popolo di Israele è deciso a restare per sempre sulla sua terra ». Un appassionato movimento d'indignazione e di rabbia sembra avere animato e scosso il popolo d'Israele, senza distinzione di partiti o di ideologie, dopo la votazione dell'assemblea delle Nazioni Unite affermante che il sionismo è una forma di razzismo e di discriminazione razziale. La radio ha dedicato la quasi totalità delle sue trasmissioni e dei suoi commenti a questo voto che, secondo alcuni, costituisce il preludio alla disintegrazione dell'Onu, « disprezzata dagli stessi Paesi che sanno di potere in qualsiasi circostanza contare su una maggioranza automatica per fare ciò che vogliono ». Un commentatore delle trasmissioni in lingua francese ha dichiarato che « come la Società delle Nazioni si è disgregata per la debolezza delle democrazie di fronte agli Stati totalitari, oggi l'incapacità dei Paesi liberi di resistere agli Stati del petrolio ed ai loro alleati porta alV esautor amento ed alla vanificazione dell'Onu ». Da molte parti del mondo giungono a Israele testimonianze di solidarietà e d'incoraggiamento, non soltanto dalle comunità ebraiche, ma

Persone citate: Arafat, Hitler