Dure reazioni al voto dell'Onu sul sionismo di Giorgio Romano

Dure reazioni al voto dell'Onu sul sionismo La risoluzione che frattura le Nazioni Unite Dure reazioni al voto dell'Onu sul sionismo da parte di statisti e di rappresentanti dei Paesi liberi. A Gerusalemme si nota con compiacimento la pronta e dura reazione del rappresentante degli Usa al Palazzo di Vetro e si citano le dichiarazioni di appoggio e di solidarietà da parte di uomini politici americani che hanno proposto che Washington non collabori più con l'Onu o le tagli i viveri, dato che il suo bilancio è sostenuto per un terzo da Washington. L'ambasciatore americano a Tel Aviv, Malcolm Toon, ha dichiarato: « Questa decisione che tutti stigmatizziamo non avrà nessuna influenza sulla vita e l'avvenire di Israele o sulle sue relazioni con gli Stati Uniti ». L'ex ambasciatore israeliano all'Onu, Joseph Tekoa, ha sostenuto che Israele deve iniziare una campagna d'informazione a livello mondiale e, nel frattempo, cessare qualsiasi collaborazione con l'Onu, le sue agenzie ed organismi, compresa quella Conferenza di Ginevra, alla quale, secondo la proposta egiziana approvata ieri all'assemblea generale delle Nazioni Unite, dovrebbe partecipare anche l'Olp su un piede di parità. Oggi intanto, e sembra una coincidenza ironica, sotto la presidenza del generale Siilasvuo si è riunita la commissione mista israelo-egiziana, al posto dell'Onu sulla strada BalugiaKantara, nella zona tampone del Sinai, « per esaminare problemi relativi allo sgombero dei campi petroliferi »: venerdi l'esercito israeliano abbandonerà Ras Sudar mentre tutta la zona di Abu Rodeis sarà lasciata entro la fine del mese. Giorgio Romano

Persone citate: Joseph Tekoa, Malcolm Toon

Luoghi citati: Gerusalemme, Ginevra, Israele, Stati Uniti, Tel Aviv, Usa, Washington