Un misterioso uomo dai capelli brizzolati è l'autore del triplice omicidio di Napoli? di Giuseppe Fedi
Un misterioso uomo dai capelli brizzolati è l'autore del triplice omicidio di Napoli? La strage nella casa dell'ex capitano di lungo corso Un misterioso uomo dai capelli brizzolati è l'autore del triplice omicidio di Napoli? Era intimo della famiglia, ora è scomparso - Un funzionario di polizia dice: "Il criminale ha commesso un errore" - Si indaga sul passato delle 3 vittime che avrebbe zone d'ombra (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 11 novembre. Piuttosto alto, dotato di una forza non indifferente e d'una grande freddezza: tre particolari forniti dagli inquirenti, impegnati a ricostruire l'identikit del feroce assassino di via Caravaggio che ha ucciso l'ex capitano di lungo corso, la moglie e la figliastra. Uno psicopatico mosso dall'odio, aggiungono in questura, che ha ucciso servendosi d'una statuetta e di un coltello non molto tagliente. «Entro domani dovremmo avere qualcosa di più concreto tra le mani — si lascia sfuggire il questore Zamparelli —. Continuiamo a frugare nell'ambiente familiare, una rosa di persone piuttosto vasta». L'impressione è che le indagini abbiano compiuto un piccolo passo avanti, anche se la soluzione del «giallo» sembra ancora lontana. Lo conferma il capitano Conforti, vicedirigente del nucleo investigativo. «E' stato commesso un errore — dice —, di cui per avvìi motivi non vi posso parlare, anche se quello di via Ca- ravaggio ha in apparenza tutti gli ingredienti del delitto perfetto. Per quanto riguarda il movente, abbiamo una ipotesi». E il dottor Lobefalo, capo della Mobile, ammette che nel passato delle tre vittime, Domenico e Angela Santangelo e Gemma Cenname, potrebbero esserci delle «importanti zone d'ombra». Federico Corrado, 63 anni, commerciante, conosceva dal '45 Domenico Santangelo. «L'ultima volta che l'ho visto da vivo è stato il 30 ottobre — riferisce —. Veniva quasi tutti i giorni a trovarmi. Si confidava con me perché i rapporti con la seconda moglie erano tesi. La loro unione non era delle più felici e una quindicina di giorni fa mi aveva confidato che stava pensando di dividersi. Litigavano spesso per il comportamento della figlia, alla quale Domenico era particolarmente legato. Angela, dopo la morte della madre, era molto cambiata. Frequentava strane compagnie: il padre era disperato: la ragazza era diventata la sua pena». Negli ultimi tempi l'ex capitano di lungo corso aveva urgente bisogno di denaro. Nella tasca della sua giacca gli inquirenti hanno trovato un portafogli nel quale erano custodite due bollette di pegni. «Sono intestate a me — confessa Federico Corrado —. Sono stato io ad impegnare alcuni gioielli della sua prima moglie. A Domenico occorrevano soldi e non voleva chiederli alla Cenname». Eppure il tenore di vita della famiglia era piuttosto alto, la casa nella quale abitavano era di proprietà del Santangelo e moglie e figlia lavoravano guadagnando abbastanza bene. Che gente frequentavano i Santangelo? Ricevevano molti amici a casa? Sembra poche persone, in prevalenza amici di Gemma Cenname e di Angela. Fra questi la portinaia, Flora Testa, ricorda un uomo alto circa un metro e settantacinque, sui cinquant'anni, capelli brizzolati. «Si comportava come uno di famiglia, racconta la donna, al punto che molte volte, di pomeriggio, scendeva in strada o nel parco con Dick, il cagnolino dei Santangelo, camminava su e giù per una decina di minuti e poi risaliva». Godeva dunque della massima fiducia da parte di una famiglia molto riservata. La moglie del portinaio di via Caravaggio si sofferma anche su un altro particolare, cioè sull'abitudine che avevano i Santangelo di aprire la porta a chi bussava, sempre dopo averla assicurata con la catena. «Anche quando mio marito, la sera, portava su la posta, mettevano prima la catenella, poi aprivano», dice Flora Testa. E ricorda anche che Dick abbaiava sempre quando alla porta bussava qualche estraneo. Tutti particolari che confermano che l'assassino conosceva molto bene le sue vittime. Stamane il sostituto procuratore Ormanni ha interrogato l'inquilina della casa sottostante l'abitazione della strage. Si tratta della donna che ha affermato di avere sentito, dopo le 23 del 30 ottobre, provenire un grido dall'appartamento dei Santangelo. «Avvertii dei tonfi — ha detto — ma non attribuii importanza alla cosa. Pensai che i Santangelo stessero preparandosi per partire, in occasione del ponte festivo». Giuseppe Fedi Napoli. Nicola Scera, fidanzato di Angela Santangelo (Telefoto « La Stampa »)
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