Agghiacciante sequenza della "strage,, di Napoli di Giuseppe Fedi

Agghiacciante sequenza della "strage,, di Napoli Mistero sulla famiglia sterminata in casa Agghiacciante sequenza della "strage,, di Napoli Secondo la polizia prima sarebbe stato ucciso il padre, poi la moglie e per ultima la figlia - Per ora solo delle ipotesi; un maniaco, vendetta passionale o per affari, vera e propria "esecuzione" della famiglia (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 10 novembre. Una tragedia avvolta dal mistero. A quarantotto ore dalla scoperta dei corpi di Domenico e Angela Santangelo e di Gemma Cenname, massacrati durante la notte tra il 30 e 31 ottobre in un appartamento di via Caravaggio, gli- inquirenti brancolano nel buio. Nessuna pista concreta da seguire, solo una ridda d'ipotesi che si rincorrono. In mancanza di validi indizi si scava nel passato delle tre vittime alla ricerca d'un movente. Strage di un maniaco, vendetta per motivi passionali o di affari o una vera e propria « esecuzione » della famiglia? « Con i pochi elementi che abbiamo — ammette un funzionario della "mobile" — siamo costretti a muoverci in tutte le direzioni. Stanotte, nei pressi del porto, abbiamo ritrovato la "Fulvia" rossa del Santangelo con la gitale l'assassino fuggì dopo il massacro portandosi via il cagnolino dei padroni di casa. All'interno non c'erano tracce di sangue né di violenza. Sono stati sequestrati una radiolina portatile, un paio di pinze, un cacciavite e diverse buste di detersivi e insetticidi spray prodotti da una Casa tedesca della quale la vittima, da un paio di mesi, aveva assunto la rappresentanza per Avellino e provìncia ». L'autopsia, effettuata stamane dai prof. Frangani e Canfora, ha accertato che la morte del Santangelo e della moglie è stata provocata dalla vasta ferita da taglio alla carotide, mentre la ragazza è deceduta per lo sfondamento del cranio. Il capo della "mobile" Lobefalo e il sostituto procuratore Ormanni, che coordina le indagini, ritengono che l'omicida conoscesse molto bene le vittime. E la sera del 30 ottobre potrebbe essere arrivato in via Caravaggio in compagnia del Santangelo. Nella ricostruzione della dinamica della strage, avvenuta verso l'una di notte, gli investigatori propendono per questi tempi. Il primo ad essere ucciso, nel suo studio, è stato Domenico Santangelo: tramortito con un violento colpo alla testa prima di essere sgozzato con un coltello. L'omicida ha raggiunto la cucina dove si trovava Gemma Cenname. Questa, nel vedersi di fronte l'uomo che, insanguinato, brandiva un bastone, ha gridato prima di essere colpita alla fronte. Poi l'assassino le ha squarciato la gola. La giovane Angela, a letto con un attacco d'influenza, s'è svegliata di soprassalto. Uscita di camera ha visto quanto stava accadendo. Terrorizzata, si è messa a correre per la casa; raggiunta, ha tentato di difendersi con tutte le sue forze prima di morire. Quindi il macabro trasporto dei cada- veri di marito e moglie nella vasca da bagno e della ragazza sul letto del padre. Amici e conoscenti della famiglia Santangelo assicurano che si trattava di gente « per bene, al di fuori di qualsiasi giro pericoloso ». Domenico Santangelo, 54 anni, ex capitano di lungo corso (erri stato imbarcato una sola volta), aveva lavorato quale vice amministratore del Rione Lauro dal '60 al 71, quando fu costretto a dimettersi per un ammanco di 28 milioni. Rimastro vedovo due anni fa (la moglie, Eleonora Lo Cascio, morì in circostanze oscure dopo un'iniezione praticatale dal Santangelo), si era risposato con Gemma Cenname. 50 anni, ostetrica. «Una donna straordinaria, che dedicava la sua vita al lavoro e alla sua nuova famiglia», dice la nipote Vanda Zarelli. «Non ho mai saputo di vecchie relazioni della zia, ma solo dì una tenera amicizia che risale a qualche anno fa e interrotta con la morte di lui. Gemma insegnava alle elementari, poi s'era diplomata in ostetricia e aveva optato per la nuova professione. Non so cosa abbia provocato questo massacro, ma escludo che mia zia possa esserne stata la causa». Gemma Cenname lasciò il suo posto di ostetrica alla clinica «Villa del Pino» la mattina del 28 ottobre. Doveva rientrare il 31 per dare il cambio a una collega, Giuseppina Maida, ma non si presentò. Il direttore la fece cercare invano a casa. Un'infermiera andò a via Caravaggio per cercare di saperne di più. Parlò col portinaio che rispose: «Forse sono fuori, non vedo l'auto del signor Santangelo». La figliastra, Angela Santangelo, 20 anni non ancora compiuti, diploma delle magistrali, parlò col fidanzato, Nicola Scerai, 24 anni, giovedì 30 verso le 7 di sera. La ragazza lasciò in anticipo il suo po- inrsp! sto d'impiegata alla sezione j To ;: ° ' Inam di Puorigrotta. Aveva un principio di influenza, qualche linea di febbre. Confermò per telefono a Nicola Scerai di sentirsi poco bene. Il giorno dopo il giovane suonò alla porta della famiglia senza ricevere risposta. Frugando nel passato delle tre vittime, gli inquirenti cercano di far luce sul «giallo di via Caravaggio». Domenico Santangelo, nonostante non avesse più una occupazione fissa (non aveva ancora cominciato a lavorare per la casa di detersivi), non aveva problemi economici. Sembra che negli ultimi tempi fosse entrato in qualche affare poco chiaro, diventando un testimone scomodo. Implicato in un giro più grande di lui, non avrebbe rispettato i patti, rimanendo vittima di una spietata vendetta. Stasera la polizia ha perquisito per la terza volta l'appartamento di via Caravaggio e ha compiuto un sopralluogo in un alloggio in via Mario Fiore dove Gemma Cenname aveva lavorato prima d'essere assunta alla «Villa del Pino». Il portone dello stabile dello studio medico era forzato. Un particolare, questo, che gli inquirenti hanno collegato con il delitto. L'assassino, dopo la strage, avrebbe cercato di ini tradursi nello studio per can' celiare alcune prove. Giuseppe Fedi i '

Luoghi citati: Avellino, Napoli