L'uccisore di Pasolini cambia il difensore

L'uccisore di Pasolini cambia il difensore Dopo un colloquio con i genitori L'uccisore di Pasolini cambia il difensore Il nuovo avvocato dice: "Il ragazzo ha detto la verità, non ha nascosto nulla alla giustizia" Roma, 10 novembre. Una donna è entrata oggi nell'indagine per la morte di Pier Paolo Pasolini. Si è presentata spontaneamente al giudice dei minorenni, Giunta. L'accompagnavano i carabinieri della compagnia Trionfale (che svolgono un ruolo specialistico nella lotta agli spacciatori di droga). Il suo colloquio con il magistrato è durato circa un'ora. Non si è saputo niente su quanto ha riferito al sostituto procuratore. Che cosa ha detto al giudice? Si fanno delle ipotesi: che abbia visto qualcosa la sera dell'aggressione a Pasolini, o le sia stato riferito un elemento importante a questo proposito; che sappia qualcosa sui rapporti fra Pasolini e il Pelosi, il suo presunto assassino (ad esempio, che si conoscessero da prima del loro ultimo incontro); che la sua testimonianza porti al mondo della droga. Dopo quest'incontro il magistrato ha annullato un previsto interrogatorio col ragazzo in carcere. Non è ancora stata fissata la data del sopralluogo a Ostia, a bordo della macchina di Pasolini, compiendo col ragazzo lo stesso tragitto seguito con lo scrittore la sera di sabato. Per la prima volta, oggi, Giuseppe Pelosi ha incontrato i suoi genitori. Il permesso di colloquio è stato firmato dal magistrato, che invece non ha ancora autorizzato i colloqui con i difensori. L'incontro è durato tre quarti d'ora e si è svolto alla presenza del direttore del carcere minorile, più tre guardie. Ci sarebbero stati momenti drammatici. Abbracciando la madre, e in lacrime, il ragazzo avrebbe gridato: « Non l'ho ucciso apposta! Credetemi! Aiutatemi! ». Si conosce uno solo degli argomenti trattati durante il colloquio: quello sul collegio di difesa. Al termine, Giuseppe Pelosi ha revocato il mandato agli avvocati Tommaso e Vincenzo Spaltro (secondo i quali, « Pino », per ragioni ancora da chiarire, si è dichiarato responsabile di un delitto che forse non ha mai commesso e che potrebbe anche essere stato un delitto di gruppo) e ha nominato suo unico difensore l'aw. Rocco Mangia (secondo il quale «il ragazzo con la sua confessione ha detto la verità, non ha nascosto niente»). Oggi un giornale romano del pomeriggio pubblica una testimonianza che accresce le perplessità; l'anello del Pelosi, trovato sul luogo del delitto — e il ragazzo ne denunciò la scomparsa ai carabinieri che l'avevano arrestato per furto d'auto, quando ancora il corpo di Pasolini non era stato trovato — gli andava stretto al dito. Come fece a sfilarselo? Perché fu lasciato sul luogo del delitto, come a firmarlo? 1. m.

Persone citate: Giuseppe Pelosi, Pasolini, Pier Paolo Pasolini, Rocco Mangia, Vincenzo Spaltro

Luoghi citati: Roma