Brigate rosse: tre giovani arrestati scoperto un "covo,, in corso Siracusa

Brigate rosse: tre giovani arrestati scoperto un "covo,, in corso Siracusa Agenti dell*Antiterrorismo individuano un'altra "officina,, Brigate rosse: tre giovani arrestati scoperto un "covo,, in corso Siracusa Umberto Farioli è stato catturato per strada - Aveva in tasca due pistole con colpo in canna, si avviava ad un'auto con targa falsa - Nella "base" abitava con altri due brigatisti - Fra il materiale trovato nella casa moduli in bianco per patenti e volantini di varie azioni, compresa l'aggressione di Rivoli al dirigente Singer Una « brigata » è stata scoperta dagli uomini dell'Antiterrorismo e dell'Ufficio politico: tre giovani, brigatisti rossi, sono stati arrestati, uno faceva parte dell'organizzazione clandestina fino dal 1972, quando militava nel gruppi che agivano a Milano. Nell'appartamento che occupavano è stato trovato molto materiale, secondo gli Inquirenti si tratta di una « base » assai importante, forse fra le ultime ancora in funzione a Torino. Con le manette ai polsi sono finiti Umberto Farioli, 31 anni, di Cesano Boscone, ma da tempo clandestino; Vittorio Ravinale, 27 anni, impiegato tecnico, e la moglie Annamaria Pavia, 24 anni, impiegata in un grande magazzino. Abitano tutti e tre in un alloggio al quinto piano di corso Siracusa 135. Il nome di Farioli compare diverse volte nella « requisitoria definitiva nei processi Feltrinelli - Brigate /osse » stesa dal pubblico ministero Guido Viola. Era accusato di detenzione d'arma e di « essersi procurato pubblicazioni di carattere riservato relative all'addestramento individuale al combattimento e all'uso delle armi, pubblicazioni di cui l'Autorità competente aveva vietato la vendita ». Era stato in seguito alle indagini per la morte di Giangiacomo Feltrinelli, e alla scoperta dei covi milanesi, che la polizia aveva individuato Farioli. Sue tracce erano state trovate in via Boiardo, una delle « basi » più importanti delle Brigate rosse. Dal documento di Viola: « A seguito di accertamenti svolti in via Boiardo 33 si apprendeva intanto che era stato notato più volte, nel cortile interno, un furgone Fiat 1100 di proprietà di Umberto Farioli. Dal furgoncino, testimoni aveva- no visto scaricare spesso materiale. Si apprendeva inoltre che Farioli conduceva vita irregolare e che da circa tre mesi non si recava al lavoro presso la SitSiemens, ove era impiegato come disegnatore ». Venne ordinata una perquisizione in casa sua dove furono trovate pubblicazioni clandestine. Il giovane venne arrestato il 10 maggio 1972, Farioli aveva Inoltre preso in affitto un magazzino in via D'Ad¬ da 27, trasformato secondo gli inquirenti, in un'« officina » per la costruzione delle armi. Scrive ancora Viola: « Altro materiale interessante veniva sequestrato nella scrivania in uso al Farioli allo stabilimento Sit-Siemens di piazza Zavattari, fra cui schizzi di revolver, fotografie di persone sospettate di appartanere alle Brigate rosse, riprese individualmente o in gruppo, publicazioni clandestine ». Secondo il magi- strato milanese, quando il 2 maggio la polizia fece irruzione nella base di via Boiardo, « è facile presumere che vi fosse tutto 10 staff dirigenziale delle Brigate rosse: Moretti (che fuggirà abbandonando la sua auto), Morlacchi, Peusch, Farioli, Franceschìni, forse Curdo ». Dopo l'arresto Farioli venne interrogato più volte, infine fu rimesso In libertà provvisoria. Dal momento della scarcerazione, secondo gli inquirenti, era tornato in clandestinità. Gli uomini dell'Antiterrorismo del Piemonte, da giorni, stavano seguendo le tracca di un'auto segnalata come « sospetta ». Un pedinamento continuo, il contatto veniva perso e recuperato. 11 brigadiere D'Aiuto, dell'Antiterrorismo, scorge una Citroen Ds parcheggiata davanti al mirri 3ro 53 di corso Siracusa. E' targata Padova, un controllo stabilisce che la targa è di un'altra auto, una Simca 1300 venduta a Treviso e, forse, già distrutta. Si dà l'allarme. Sul posto arrivano altre macchine dell'Antiterrorismo, con il dottor Criscuolo (che ha la foto del Farioli in tasca) e il maresciallo Berardi, e dell'Ufficio politico, con il dirigente dott. Fiorello e il dott. Minozzi. Viene fatto un appostamento. Fino a metà pomeriggio nessuno arriva a ritirare l'auto. Alle 18,30, quando ormai è buio, un giovane si avvicina alla macchina. E' segaligno, zoppica vistosamente, indossa un « loden » verde. Sembra tranquillo; si ferma di fianco alla portiera e infila la chiave. Un attimo dopo si trova circondato dai poliziotti che lo immobilizzano. Non fa in tempo a estrarre le armi che ha In tasca: una Beretta cai. 9, col colpo in canna, e un revolver a cinque colpi cai. 6,35. Appare sorpreso, ma non dice niente salvo il proprio nome. Farioli. In questura fuma un intero pacchetto di sigarette. All'improvviso rompe il silenzio: ti Quando prendete uno di noi, siete contenti? » domanda. Viene arrestato per appartenenza a banda armata, porto abusivo di armi di cui una da guerra, uso di documenti e targa falsi, furto o ricettazione dei documenti stessi. Prima di essere condotto alle Nuove, dice soltanto: « Nomino mio difensore l'avvocato Eduardo Di Giovanni di Roma ». Il giovane è stato visto svariate volte nella zona: i negozianti lo ricordano bene. Dunque deve abitare nelle vicinanze. Comincia una affannosa ricerca a tappato, occorre arrivare alla base prima che scadano i tempi dei « contatti », prima cioè che i compagni si accorgano della cattura. Una voce sicura viene raccolta poco dopo le 19: il giovane della foto è stato più volte visto entrare nel portoli» di via Barletta 135. Gli agenti salgono le scale e suonano a tutte le porte. Al quinto piano, quando s'apre la porta, c'è un giovane che sbianca in volto. Si gira verso l'interno e chiama la moglie. Poi dicono: « Non fateci del male ». I coniugi ammettono di aver ospitato il giovane magro. Ma in casa c'è dell'altro: mazzette di moduli per patenti in bianco, una apparecchiatura completa per la fabbricazione delle targhe di automobili, un ingranditore fotografico, fotocopiatrici, numerosi volantini delle Brigate rosse, compreso quello, assai raro, emesso dopo l'aggressione e il ferimento di Enrico Boffa, dirigente della Singer. Gli Inquirenti non escludono che 11 nucleo armato che ha compiuto l'aggressione sia partito da quella casa. Certo non erano i due giovani, ma potrebbero essere altri, legati a questa « brigata ». Vincenzo Tessandori Umberto Farioli, presunto brigatista, arrestato dagli agenti del Nucleo antiterrorismo an

Luoghi citati: Cesano Boscone, Milano, Padova, Piemonte, Rivoli, Roma, Torino, Treviso