Quanto costano gli statali di Mario Salvatorelli

Quanto costano gli statali I nostri soldi di Mario Salvatorelli Quanto costano gli statali Lo Stato prevede di spendere nel 1976 per le retribuzioni dei suoi dipendenti, 9370 miliardi di lire, il 26 per cento in più dei 7432 miliardi messi in bilancio quest'anno. La spesa è forte, ma colpisce di più l'aumento. Non lo si può certo giustificare con un presunto basso livello delle attuali retribuzioni, che in media per ogni occupato superano quelle di tutte le altre categorie di lavoratori dipendenti: il 4 per cento in più degli occupati nei servizi (banche, commercio, trasporti eccetera), il 19 per cento in più dei lavoratori dell'industria e addirittura il 126 per cento più dei braccianti agricoli. E' vero che nella pubblica amministrazione prevalgono di gran lunga gli impiegati sugli operai, e che il livello d'istruzione è più alto, o si presume che lo sia: basti pensare ai magistrati e agli insegnanti. Ma non è meno vero che in essa si godono alcuni vantaggi, a incominciare dalla sicurezza del posto e della carriera, che dovrebbero essere valutati quando si confrontano le retribuzioni dei lavoratori dipendenti. Né si può invocare, a spiegazione dell'aumento, il rincaro della vita. Quest'anno, male che vada, salirà del 12 per cento, e sembra difficile che nel '76 la percentuale possa essere maggiore. Le previsioni sono per un ulteriore rallentamento delle spinte inflazionistiche, ma anche se così non fosse, dovrebbe proprio succedere uno sconquasso generale per vedere un'impennata dei prezzi simile al 1974, quando fu del 25 per cento circa. In ogni caso, nella spesa totale di 9370 miliardi figura un «Fondo per scala mobile (compreso il punto di contingenza) », di 910 miliardi, quattro volte tanto l'analogo fondo iscritto in bilancio quest'anno, che dovrebbe essere più che sufficiente per coprire i maggiori costi provenienti da questa « voce ». Al netto della scala mobile, il monte delle retribuzioni salirà in misura variabile, secondo il « tipo » degli statali: si va dal 10 per cento in più per i militari, al 19 per cento per i dipendenti del ministero della Pubblica Istruzione, al 28 per cento per il corpo di polizia. E' chiaro, a questo punto, che non si tratta solo di miglio- ramenti delle rispettive buste-paga, ma di rafforzamento degli organici. Nulla da dire, ovviamente, per il corpo di polizia, di cui da tante parti s'invoca il rafforzamento, un più equo trattamento economico, ma anche un impiego migliore, meno disperso in tante mansioni d'ufficio e di servizio personale e più concentrato sulla difesa della società contro la delinquenza di ogni genere. Per il resto, c'è solo da prendere atto che in piena crisi economica, con tante aziende in condizioni fallimentari, con centinaia di migliaia di lavoratori in cassa integrazione, con un blocco quasi generale delle assunzioni, l'azienda-Stato trova le risorse necessarie per aumentare e pagare meglio i suoi dipendenti. Peccato che queste risorse vengano, in definitiva, sottratte al sistema produttivo: in questo momento è come togliere ossigeno a chi si trova già al reparto rianimazione. Il fisco "paga" « Si sente spesso parlare di crediti d'imposta che i contribuenti possono vantare nei confronti del fisco, per aver versato — direttamente o tramite i loro datori di lavoro — più di guanto erano tenuti a versare», scrive il lettore Ernesto Leonardi da Milano, che poi mi chiede: « Ma davvero volete darci a bere che se risultassimo creditori dello Stato, e per esso del fisco, ci vedremmo restituire quei soldi? ». Per una volta tanto, mi sia concesso parlar bene del fisco. Caro signor Leonardi, ha torto ad essere così scettico. Le racconto un caso, accadutomi di recente (e di cui potrei mandarle, se crede, la fotocopia dei documenti che lo provano). Il 17 settembre scorso, con un vaglia telegrafico — perche mi trovavo fuori Torino e il termine stava per scadere — inviai una certa somma all'esattoria comunale, per pagare la rata di settembre di certe imposte. In data 9 ottobre — quindi nel giro di una ventina di giorni — la stessa esattoria mi spediva una raccomandata, con un assegno accluso di 22.230 lire, in quanto la cifra da me inviata era superiore di tanto allo «scoperto» della cartella esattoriale. Come vede, non solo il fisco paga, ma lo fa anche con sollecitudine, quando è tenuto a farlo. Bollette e atomo Quest'anno si prevede che gli Stati Uniti risparmieranno oltre un miliardo di dollari (almeno 700 miliardi di lire) grazie all'attività delle loro centrali nucleari, che forniscono energia elettrica a un costo inferiore del 44 per cento rispetto all'energia fornita dalle centrali termiche funzionanti ad olio combustibile e a carbon fossile. Nel fare questa previsione, basata sull'andamento dei primi sei mesi dell'anno, il direttore generale della « Nuclear Energy Programs Division », signor George J. Statakis, aggiunge che « molti utenti hanno ormai capito come i risparmi ottenuti con l'energia nucleare abbiano impedito un aumento delle bollette elettriche, e in alcuni casi addirittura permesso di abbassarle ». In Italia, invece, si fa la campagna per la cosiddetta «disobbedienza civile» — che al suo insorgere mi permisi di definire « incivile » — contro il rincaro delle bollette, e contemporaneamente si fa la campagna contro la costruzione delle centrali nucleari, come si fece a suo tempo per le centrali termiche convenzionali. Si vuole la botte piena e la moglie ubriaca, ma in questo modo si corre il rischio di finire con la botte vuota e la moglie perfettamente sobria, perché non c'è più nulla da bere. Come, forse, incominciamo ad accorgercene.

Persone citate: Ernesto Leonardi, George J. Statakis, Leonardi, Milano

Luoghi citati: Italia, Stati Uniti, Torino