Gli spagnoli hanno sparato cannonate per arrestare la "marcia nel Sahara,,

Gli spagnoli hanno sparato cannonate per arrestare la "marcia nel Sahara,, Gli spagnoli hanno sparato cannonate per arrestare la "marcia nel Sahara,, I 350 mila "pellegrini verdi" di Hassan II sono fermi, in vista dei carri armati di Madrid - Pare che sia fallito il tentativo del re marocchino di forzare la mano ai negoziati con la Spagna, ignorando le richieste dell'Orni (Dal nostro inviato speciale) Agadir. 7 novembre. Nella « marcia verde », o « pellegrinaggio di pace » come viene definita da ieri, qualcosa dev'essersi inceppato, sembra per alcune cannonate a salve degli spagnoli, perché da ventiquattro ore le notizie sull'avvenimento che avrebbe dovuto mutare l'assetto politico di questo settore dell'Africa atlantica scarseggiano al punto che non si sa che cosa stia ac-1 cadendo nel Sahara spagnolo, dove sono concentrati ormai quasi tutti i 350 mila pellegrini verdi. Dal poco che è trapelato pare che i carri armati spagnoli abbiano sparato alcuni colpi di cannone e che i marciatori siano stati costretti a fermarsi dove si erano attestati ieri al tramento per accendere i fuochi dei bivacchi e pernottare. La loro penetrazione nel Sahara ha avuto una profondità massima di venti chilometri, ed il luogo di sosta si trova a circa etto chilometri da Daora, piccolo centro carovanie- re distante una sessantina di chilometri da El Aaiun, la ca pitale di questo lembo del deserto, vasto però quasi quanto l'Italia, che doveva essere il traguardo della marcia. Perché la marcia sia stata fermata in pieno deserto non è dato sapere con esattezza: di notizie ufficiali non ne filtrano, il resto sono voci. Di cannonate spagnole, ad esempio, non si parla, né si dice che il primo ministro Ahmed Osman, che ieri ha varcato per primo il confine tra Marocco e Sahara spagnolo passando in nome di re Hassan II sotto un arco di trionfo ed ha assistito alla cerimonia dell'alzabandiera marocchina in territorio sahariano, è tornato ad Agadir per conferire col sovrano. Motivazioni sulla lunga sosta dei marciatori nel deserto non ne vengono fornite, per solennizzare il venerdì, giorno della festa settimanale musulmana, ha osservato qualcuno, ma il motivo non appare plausibile: non si fanno bivaccare 350 mila persone all'aperto, e le notti nel deserto sono molto fredde, solo perché è giorno di festa. Forse, le cannonate spagnole non sono solo frutto di voci. Ciò che viene subito alla mente dopo quanto si è visto e sentito ieri è che le intenzioni spagnole non siano elastiche, concilianti come si supponeva. Ieri avevamo detto che il confronto sarebbe avvenuto stamane, quando i pellegrini avrebbero ripreso la marcia verso El Aaiun, il confronto pare ci sia stato, ma brevissimo, subito interrotto dalle cannonate. I sessanta chilometri della prima tappa erano stati percorsi abbastanza rapidamente nonostante il caldo feroce ed il vento che sollevava turbini di sabbia e di polvere che rendevano l'aria irrespirabile. Però si sapeva che oltre Daora sarebbero incominciate le vere difficoltà perché la Spagna vi aveva appostato le sue truppe, defilate dietro basse ondulazioni con l'appoggio di carri armati. La strada verso El Aaiu passa tra gole incassate entro quelle alture dalla cima delle quali basta un soldato con mitra per controllare la situazione, e da lì, appunto, sarebbero partite le cannonate, a salve o autentiche. Re Hassan nel suo discorso di ieri aveva esortato i mar¬ ciatori ad andare avanti, anche se gli spagnoli avessero sparato. Forse sperava che nel frattempo tutto si potesse accomodare a Madrid per via diplomatica. Almeno, si presume che così sia, perché non è concepibile che egli pensasse di mandare allo sbaraglio 350 mila inermi, tra i quali ci sono anche numerosi rappresentanti di altri paesi arabi amici del Marocco. Ma l'accordo non dev'esFrancesco Rosso (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Persone citate: Ahmed Osman, Re Hassan

Luoghi citati: El Aaiu, El Aaiun, Italia, Madrid, Marocco, Spagna