Austere cerimonie per il 4 novembre

Austere cerimonie per il 4 novembre Vittoria nella guerra *15-'18 Austere cerimonie per il 4 novembre II Presidente della Repubblica all'Altare della Patria Roma, 4 novembre. Alla presenza del Capo dello Stato è stata celebrata all'Altare della patria la festa delle Forze armate, nel cinquantasettesimo anniversario della vittoria nella prima guerra mondiale. Il Presidente della Repubblica, Giovanni Leone, accompagnato dal ministro dell'Interno, on. Gui, e dall'addetto militare della Presidenza della Repubblica, ammiraglio Bucalossi, ha deposto una corona d'alloro davanti al sacello del Milite Ignoto. Hanno deposto una corona d'alloro, in rappresentanza della Camera e del Senato l'on. De Meo e il sen. Venanzetti. Per il governo ha deposto la corona d'alloro il ministro dell'Interno. Nel corso della giornata altre corone sono state deposte dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma, dalla giunta provinciale di Roma e da associazioni d'arma. Come ogni anno, in occasione della festa delle Forze armate, le caserme di tutt'Italia sono rimaste aperte al pubblico. Al sacrario di Redipuglia è stato celebrato l'anniversario della vittoria, presente il ministro della Difesa, on. Forlani. Nel suo discorso, ha detto, tra l'altro: « Se oggi il 4 novembre ci pone elementi nuovi di amara riflessione e ragioni attuali di tristezza, la risposta giusta può venire solo da un rinnovato impegno di unità. Unità degli italiani che rimangono fedeli alla loro storia e alla tradizione che li vuole cittadini di una comunità pacifica ed aperta. Unità degli italiani che si onorano di chiamarsi così, degli italiani che vogliono contrastare la violenza, l'odio, le spinte disgreganti e lottano invece per far prevalere le ragioni di una nuova e più compiuta solidarietà nazionale ». A Bari, il presidente del Consiglio, on. Moro, ha sottolineato che « Il ministro della Difesa a Redipuglia rende l'omaggio del governo ai caduti della prima guerra mondiale nel momento stesso nel quale il presidente del Consiglio compie analogo rito a Bari per i caduti della seconda ». « In realtà — ha detto — sono presenti al nostro spirito, destando profonda emozione, a Redipuglia come a Bari, i caduti di tutte le guerre, di quelle vittoriose come di quelle sfortunate, di quelle popolari come di quelle non popolari, tutte iscritte nella nostra storia, tutte valorizzate dalla eroica dedizione degli italiani. Questo non significa rinunciare ad un giudizio storico, che può e deve essere dato in sede competente. Ma il Paese, e per esso il Governo, non può che essere mosso dallo stesso sentimento di profondo ri¬ spetto e di doveroso ricordo di fronte a qualsiasi vicenda bellica, sia stata essa apportatrice della vittoria o si sia conclusa invece con la sconfitta di cui il Paese paga, anche a lunga scadenza, le conseguenze ». Il presidente del Consiglio ha così proseguito: «M'inchino dunque reverente e commosso a tutti i Caduti ed in ispecie a quelli che riposano nel sacrario di Bari. Ricordo con rispettosa solidarietà i feriti, i mutilati, i combattenti. E di tutti, morti e sopravvissuti con lacerazioni della carne e dello spirito, saluto le famiglie qui presenti e quelle sparse, dolenti, in tutte le regioni d'Italia». « Certo il Paese in questi anni, per molti aspetti, è cambiato. La coscienza pubblica ha subito una profonda e, in certo senso, travolgente evoluzione. Ma non è venuto meno il culto delle memorie e l'attaccamento alle Forze Armate, presidio, nel quadro dell'Alleanza atlantica, della sicurezza e della pace della nazione. E' invece mutata, in Italia e non solo in Italia, l'esasperazione nazionalistica e la visione aggressiva nelle relazioni internazionali. Anche le grandi potenze, nella consapevolezza della terrificante efficacia distruggitrice delle armi modernissime, del naturale evolvere della società umana verso forme di rispetto e di cooperazione, hanno attenuato talune non necessarie asprezze ed avviato una cauta politica d'intesa ». « La Costituzione repubblicana, ha ricordato Moro, ripudia la guerra come strumento atto a risolvere i problemi internazionali nel momento stesso nel quale dichiara dovere sacro del cittadino la difesa della patria ». (Ansa)

Persone citate: Bucalossi, De Meo, Forlani, Giovanni Leone, Gui, Moro, Venanzetti