"Uno zingaro innocente è in carcere: salviamolo,,

"Uno zingaro innocente è in carcere: salviamolo,, Un sacerdote mobilita Cuneo "Uno zingaro innocente è in carcere: salviamolo,, Sconta 18 anni per tentata rapina e omicidio (Dal nostro corrispondente) Cuneo, 1 novembre. Ogni primo sabato del me se, mille-duemila giovani provenienti dal Piemonte, dalla Lombardia e dalla Liguria sì ritrovano alla « Città dei ragazzi » di Cuneo, di cui è animatore padre Andrea Casparino, che è anche fondatore di un lebbrosario in Corea. Giungono in auto, in moto, con i pullman e con l'autostop. Lo chiamano « incontro di riflessione e di preghiere »; ogni mese affrontano un problema concreto di carità cristiana e azione civile a favore dei sofferenti, dei perseguitati, degli emarginati. Oggi si sono occupati del caso di Modesto Argenta, lo zingaro cuneese di 33 anni che sta scontando a Fossano una condanna a 18 anni per tentato omicidio e rapina, che egli giura di non avere mai commesso. Del caso si sono spesso occupate le cronache dei giornali; da un anno padre Gasparino si batte, finora invano, per dimostrare l'innocenza dell'uomo, mobilitando tutti i ragazzi, compresi molti nomadi. Il sacerdote è infatti cappellano degli zingari e dei girovaghi del Cuneese. Modesto Argenta fu processato sette anni fa in corte d'Assise a Cuneo, assieme ad altri 35 imputati, in buona parte girovaghi, accusati di una serie di rapine e tentato omicidio. Lo zingaro era accusato di aver partecipato con altri due complici alla sanguinosa rapina avvenuta la sera del 18 gennaio 1965 a Moretta, nell'oreficeria di Lorenzo Aresio: l'orafo ebbe un occhio trapassato da un proiettile sparato da uno dei banditi, e rimase per lungo tempo tra la vita e la morte. Il p.m. propose per l'Argenta trent'anni di carcere, ma i giurati lo assolsero per insufficienza di prove. In seguito, la corte d'appello di Torino ribaltò il verdetto, condan¬ a ì i . , o ; e l o i o r , e i , l e d a i o o a a a n n i o . a i fo, o n¬ nando l'Argenta a 18 anni di carcere, poi confermati dalla Cassazione. Nel gennaio "74, Argenta fu arrestato e rinchiuso nella casa di pena di Fossano per espiare la condanna. Fin da allora, prese le mosse l'istanza di revisione del processo presentata dall'avvocato Vercellotti, respinta nel maggio scorso dalla Cassazione, nonostante le prove acquisite dalla difesa, fra cui la testimonianza di padre Gasparino. Questa sera il sacerdote ha detto testualmente: « Una sera di u nanno fa, tre giovani, i veri responsabili del crimine di Moretta, mi invitarono a seguirli e nella loro roulotte in riva al fiume mi rivelarono la loro colpa in confessione, insomma la prova dell'innocenza di Modesto ». Il sacerdote, vincolato dal segreto sacramentale, non ha potuto rivelare i nomi. Ora è stata presentata una domanda di grazia al Presidente Leone. Modesto Argenta, sordo ad ogni appello dei familiari, si è rifiutato di firmarla; è stata quindi sottoscritta dall'attuale patrono avv. Dino Andreis. Tempo fa è stato interessato anche il cardinale Pellegrino, ma la sua petizione inoltrata al Quirinale è rimasta sinora senza riscontro. Ieri sera, a tarda ora, una prima avanguardia di ragazzi, ha affisso in Cuneo dei manifesti in cui si fa appello al ministro del Turismo e Spettacolo Adolfo Sarti, cuneese, affinché appoggi la causa di Modesto Argenta, invitandolo ad intervenire alla odierna assemblea nella disadorna chiesa della « Città dei ragazzi ». Il ministro Sarti non è venuto, ma ha fatto sapere a don Gasparino che cercherà di « richiamare personalmente l'attenzione del capo dello Stato su questa drammatica vicenda». Nino Manera