Dostoevskij e il suo doppio

Dostoevskij e il suo doppio CRONACA DEGLI SPETTACOLI ALLATELEVISIQNE Dostoevskij e il suo doppio IERI: "Il lungo viaggio", primo episodio di una serie dedicata allo scrittore russo - OGGI: il film "Un posto al sole" di George Stevens con Montgomery Clift ed Elizabeth Taylor Nomi di scrittori illustri sui teleschermi: Dostoevskij ieri sera: stasera Dreiser, l'autore di quella Tragedia americana ch'ebbe anche una versione nostrana a puntate, interpretata per il video da Warner Bentivegna. Giuliana Lojodice. Ilaria Occhini. Dostoevskij forse è un autore e un pensatore «difficile» per una platea televisiva domenicale. Certo vi saranno state delle defezioni, con trasferimenti sul Secondo dove Rie e Gian erano certo più abbordabili di Jakov Petrovic Goljadkin e del suo sosia. Ma. a parte la diserzione di queste frange di distratti, annoiati, superficiali, il primo capitolo di II lungo viaggio si è certo imposto, a un vasto pubblico partecipe, per la serietà del suo assunto, l'alto livello della produzione, il penetrante vigore della regia, la prestigiosa classe del principale interprete, la collettiva efficacia dell'intero cast. / racconti dostoevskiani che compongono le quattro puntate del Grande viaggio sono tre: «Il sosia». «Memo- ne del sottosuolo». «Una brutta storia», integrati nella sceneggiatura di Codignola, Giraldi e Szanto con pagine di Herzen e Turgenev. La storia di Gùljadkin e del suo «doppio» risulta incorniciata nella vicenda di Simonov e del Conte, due intellettuali diretti in carrozza di posta verso un soggiorno coatto siberiano. Il primo, impersonato da Jan Englert, è il «narratore» dello sceneggiato: dalle discussioni che Simonov ha con il compagno durante il «lungo viaggio» nascono (e si inserisconoJ le immagini, in questa prima puntata, de «Il sosia»: storia d'un consigliere di Stato che in preda a un lucido delirio si sdoppia in due personaggi fisicamente identici, ma contrastanti psichicamente. Ivan Darvas, attore ungherese nato da madre russa, è il magistrale protagonista; Franco Giraldi, l'eccellente regista, ha avuto in lui il collaboratore indispensabile per dare dì Goljadkin la necessa ria immagine tormentata,* ★ Un colpo di fortuna, posticipato alle 13 nella sua prin.a fase, si è messo in diretta concorrenza con i radioquiz del Gumbero. E' un preludio, non privo di suspense, della successiva trasmissione delle 17.45: ieri é stato spiacevole vedere eliminate due belle candidate: la prima torinese, calabrese la seconda. I giovanotti che le hanno sostituite nel confronto vero e proprio dello « Spuccaquindici » non hanno avuto nemmeno loro troppa fortuna: Bianchi, il campione lombardo in carica, li ha su peraii agevolmente entrambi, aggiungendo alle vincite precedenti altri 2 milioni e mezzo. Un colpo di fortuna elargisce (moderatamente) quattrini, ma è avaro di col- pi di scena: Pippo Bando non è certo un « conduttore » spericolato e imprevedibile: la « donna fortuna » Beba Loncar era molto meno sfolgorante della Bouchet di una settimana fa: Montesano è andato sul velluto nel suo repertorio solito: Paola Tedesco, che ha mansioni non molto più impegnative di quelle di una valletta, ha cercato di far colpo, almeno lei. indossando un abito che le scopriva generosamente una spalla e meno generosamente, attraverso l'avara spaccata, una coscia. Un posto al sole, il film di stasera, reca la firma presti giosa di George Stevens, l'il lustre regista del Cavaliere della Valle solitaria e del Gi gante, scomparso a 72 anni qualche mese fa. «A place in the Sun», tradotto alla lette ra in italiano, è il titolo cinematografico della seconda riduzione hollywoodiana dì un romanzo naturalista di Theodore Dreiser, Una trage dia americana, In cui si sot tolineavano i pericoli d'una spietata e troppo invadente civiltà industriale. Pubblica¬ to nel 1925, il libro ebbe ra- pida diffusione e nel 1931 se ne preparò una versione cinematografica che doveva in un primo tempo essere realizzata da Eisenstein, allora in America, e poi fu affidata a Josef von Stcrnberg che ne derivò un film di tre ore, ridotte alla metà dalla Paramount. Tagli drastici che imbestialirono in diverso modo Dreiser e Sternberg, già poco amici, e sacrificarono l'ottima prestazione di Sylvia Sydney nel ruolo di Roberta, e di Phillip Holmes e Frances Dee. Nel 1951 Stevens lavorò con umano fervore alla seconda stesura filmata del lungo romanzo, sjiostandone però l'accento in confronto al precedente sternberghiano. Questo puntava forte sulla presenza della stupenda Sydney e sid dramma della ragazza povera sedotta dal 7)rolagonista e da costui ripudiata perché d'ostacolo ai suoi ambiziosi sogni. Stevens e il suo sceneg- i giatore Michael Wilson han- no invece spostato il centro del dramma, insistendo sul rapporto di George (ina nel romanzo e nel primo film è Clivo con la ragazza ricca che lo ama teneramente e non lo abbandona anche se la sua tragica sorte è segnata. Se nel film del "31 la «poI vera» Sydney soverchiava la ! «ricca» Dee, nel remake di ; vent'anni dopo è la «ricca» ■ Liz Taylor a superare la «poj vera» Shelley Winters, vitti! 7?ia di Montgomery Clift. Un I posto al sole ha tra gli altri un singolare merito: quello ! di mostrare giovani e snelle ì due attrici che un quarto di j secolo dopo, se andassero ad I acquistare abiti fatti, do| vrebbero frequentare il re\ parto «taglie forti». a. vald.

Luoghi citati: America, Sydney