Le bandiere degli emigrati

Le bandiere degli emigrati DUESSELDORF; ASPETTANDO BORUSSIA-JUVENTUS Le bandiere degli emigrati Brindisi alla squadra bianconera con pizza e canzoni napoletane - Quando una partita significa una rivincita dell'orgoglio - "Se mercoledì non vinciamo — dicono i nostri connazionali — il giorno dopo nelle fabbriche, nei cantieri e nei ristoranti le beffe sono tutte per noi" - Un giornale ha scritto: "Borussia svegliati, arriva la Juventus" {Dal nostro inviato speciale) Dusseldorf, 19 ottobre. Sabato notte nel night di Angelo Brusii, al quartiere della vecchia Dusseldorf, gl'italiani hanno brindato alla Juventus con pizza, champagne e canzoni napoletane. Per loro era come se la partila contro i tedeschi del Borussia di MocrtLhengladbach fosse già finita, trionfalmente. Una prova generale per mercoledì sera, anche se il passalo induce alla cautela. «A Stoccarda, quando l'Italia è siala eliminala dai campionati del mondo — diceva Ugo Vizzarelli, proprietario del " Pinocchio ", un locale che sforna seicento pizze al giorno e che conia fra i suoi più fedeli clienti anche Netzer, quando viene in Germania, e Vogls — molti di noi hanno pianto. E' vernilo il Torino a Dusseldorf e ha perso male. Sono umiliazioni, lo avevo la bandiera tricolore esposta nel mio locale. L'ho lolla purché i tedeschi ini deridevano: "Non vale niente quella", urlavano, l'ero ci aspettiamo molto dalla Inveiilus, che per noi rappresenta l'Italia. Vorremmo che i giocatori bianconeri contro questi tedeschi giocassero con la rabbia che abbiamo noi dentro. Vincerebbero di sicuro, anche se il liorassia è forte». Vizzarelli, un tipo che si fa rispettare, nato in provincia di Foggia, garantisce che fra tutti i compatrioti impegnati a lavorare nella Wcstfalia, almeno 20 mila saranno al Reinehstadium di Dusseldorf mercoledì sera, con bandiere bianconere e tricolori. «Per la Juventus — diceva un suo "pizzaiolo", Angelo Santoro, di Messina — sarà come giocare al "Comunale" di Torino. Venga tranquilla, non sarà sola in quel grande stadio. Perù sono diffidente sul carattere dei calciatori italiani, lo dico che gl'italiani sono buoni soltanto per fare i camerieri. Tra l'altro ho speso un mucchio di marchi per costruirmi una bandiera della Juventus lunga 50 metri, e sta a vedere, che non potrò andare alla parlila perché qualcuno che mandi avanti la pizzeria in assenza del padrone mercoledì sera ci dovrà pur essere». Tanto atteso In mezzo alla festa, nel locale di Angelo Brusa («L'ha messo su da poco, deve ancora pagare i debili», diceva Vizzarelli) ognuno racconta la sua storia, chi ha fatto fortuna, chi meno, ehi rimpiange l'Italia e chi si aggrappa a questo evento calcistico, tanto atteso, per gridare 90 minuti, in qualsiasi modo vada la partita. «Forza Italia!». W il modo più significativo per sentirsi italiani in questo Paese che considera i nostri compatrioti soprattutto camerieri e manovali. Ognuno ha paura di perdere il posto da un momento all'altro, anche perché l'ultima indagine sindacale denuncia un milione di disoccupati in tutta la Germania. Qualcuno bisognerà sistemarlo e qualcuno dovrà andarsene. I camerieri vengono pagali bene. Paolo Pocaterra, un torinese, lavora al « Walliser Sluben », uno dei ristorami più rinomati di Dusseldorf, e guadagna, mance comprese, qualcosa come 800 mila lire al mese, il 40 per cento delle quali, però, se ne va in tasse, previdenze e assicurazioni. Ma i manovali sono tanti e lottano per sopravvivere. « Àgli industriali tedeschi — dice Pasquale Vitale, assistente sociale del Centro Italia in Bcchenstrasse 25 — bisogna riconoscere un merito. Sono testardi e capaci, quindi, di prendere un conladino, metterlo sul tornio fino a quando impara e si specializza ». Molti manovali vivono in condizioni disagevoli nelle baracche costruite ai margini del| le imprese di costruzione. Eppure anche loro hanno trovato i soldi per un biglietto, anche loro vogliono gridare « Forza Italia! » stringendo magari pane c salame in una mano e il fiasco di vino nell'altra. Forse la luventus non è cosciente della passione che con la sua sola presenza all'estero trasmette ai nostri connazionali. Il calcio è un'ipnosi che serve a dimenticare le tristezze, le malinconie, i guai della vita. Il Napoli con Savoldi si sente al pari della Fiat c di tutte le grandi industrie del Nord. I nostri emigrati con la luventus a Dusseldorf si sentono alla pari dei tedeschi perché dicono che la luventus sta alla pari del Borussia. Il biglietto allo stadio costa più che in Italia. Si va du un minimo di 15 marchi, pari a 4 mila lire, fino a 52 marchi, pari a 15.500 lire. D'altronde questa è una zona ricca, Dusseldorf non bada alle tasche dei lavoratori italiani ma a quelle proprie. Ci diceva un tedesco, incontrato sull'aereo, che a Dusseldorf nei divertimenti si spendono i soldi che si guadagnano con le industrie di Dortmund, di Essen Wcstfalia in genere. In realtà la città è molto elegante, molto signorile. I divertimenti concentrati sul sesso e sull'alcool, senza pornografia però perché qui non è ammessa, vengono circoscritti alla città vecchia. Nella Ciaf Adolf e nella Koning Alleo ci sono i locali più raffinati. Al « Number One ». il disc-jpkey, l'animatore, il direttore, è un ragazzo di 26 anni. Paolo Perletti, già noto a Roma dove ha vissuto mollo tempo nell'ambiente. Amici di Paolo Perlelti sono Ugo Vizzarelli, l'uomo della pizza, e Franco Pozzato, un ragazzo di Padova che ha aperto il miglior negozio della città per parrucchiere. Benestanti Ha fatto fortuna correndo dietro ad una donna che aveva incontrato ad Alassio durante un'estate felice. E' difficile che un uomo faccia fortuna correndo dietro ad una donna, ma a forza di viaggiare, da Padova a Dusseldorf, una volta la sua fidanzata lo vide stanco e gli disse: «Fermati qui. sposiamoci». Ora sono ricchi, o perlomeno benestanti. Questa Italia con la quale stiamo in contallo, in attesa che arrivi la luventus, ci fa dimenticare un'altra Italia, quella nervosa, caotica, in preda alla crisi, piagnucolosa. Perché in città come Dusseldorf i nostri compatrioti, anche se non hanno ancora risolto i loro problemi, hanno imparalo a vivere tranquilli, e puoi trascorrere con loro qualche ora in un bar, in un night, con la flemma de- della | gli inglesi, a discutere, a sorscg- I giare un whisky, perché qui c'è I più amicizia, più gusto della vita, più solidarietà, più serenità. «Purtroppo siamo italiani — dice Pasquale Vitale, l'assistente sociale impegnalo ogni giorno a risolvere mille problemi — e / tedeschi non ce lo perdonano. Quindi nonostante il Mec siamo più stranieri degli altri. Alluni ci consoliamo volendoci bene tra di noi». Al Borussia lutto questo non importa, forse importerà alla Juventus che oltre a giocare per se stessa dovrebbe giocare anche per i nostri connazionali, i quali strillano: «Se mercoledì sera non vinciamo, sono guai nostri, perché il giorno dopo nelle fabbriche, nei ristorami, nei cantieri, risale e belle sono tulle per noi. li viene voglia di strappare la bandiera italiana». Il cielo è grigio, immobile, ma non piove. Di sera fa mollo freddo. Lo stadio di Dusseldorf è maestoso. L'abbiamo visto I oggi, dal campo, e ci ha fatto ! impressione pensando a merco- | 1 ledi sera, quando in questa «la- j I na» scenderà la luventus, proti- ! I ta ad essere aggredita dalla più | | forte squadra europea negli ol: lavi di finale per la Coppa dei : Campioni. Il Borussia giocherà i al completo. Nella parlila di ; Coppa tedesca disputala sabato | scorso sono scesi in campo anche Ximmer e Bonhof per un collaudo che si è rivelato positivo. 1 giornali, tuttavia, oggi non sono teneri nei confronti dei loro campioni che hanno vinto per 3-0 conlro una squadra di dilettanti. L'Express dice: «Borussia svegliati, perché arriva la luventus!». Franco Costa i