È distribuito il vaccino che vince la "scozzese" di Nando Pavia

È distribuito il vaccino che vince la "scozzese" Da oggi in tutte le farmacie italiane È distribuito il vaccino che vince la "scozzese" Nonostante le polemiche la disponibilità dell'antinfluenzale è stata tempestiva : infatti l'epidemia non si è ancora sviluppata Comincia da oggi la distribuzione alle farmacie italiane del vaccino antinfluenzale. E' di nuovo tipo. Ha efficacia, infatti, non soltanto contro i virus influenzali più diffusi (ceppo B-Hong Kong '73 e ceppo Port Chalmers '73, quest'ultimo maggior responsabile dell'epidemia del 1074) ma anche contro l'«A Scotland», lo «Scozzese», che presumibilmente sarebbe l'agente patogeno predominante in una nuova eventuale epidemia. Contro lo «Scozzese» il vaccino dello scorso anno non servirebbe. E' noto, infatti, che i virus dell'influenza (e non soltanto quelli) modificano la loro «fisionomia» tali da rendersi irriconoscibili, e quindi non ag- \ gredibili, agli anticorpi suscitati da vaccini preparati contro antigeni precedenti alla mutazione. La disponibilità per il pub | blico del nuovo vaccino è I tempestiva perché l'influen | za «Scozzese» non è ancora apparsa in Italia; ed i casi di malattia che ad essa potrebbero essere attribuiti, ma che non sono stati con sicurezza accertati, sono così pochi da non suscitare allarme. Anche negli altri Paesi j \ dell'Occidente la situazione è soddisfacente. Eccessiva sembra, dunque, l'apprensione espressa da alcuni relatori nel recente congresso medico di Salsomaggiore. Se la gente comincia a vaccinarsi da oggi, se non rinvia a novembre il ricorso a questo presidio terapeutico, si istituisce un sicuro argine all'aggressione della malattia. E' valida, invece, la critica circa i regolari ritardi con i j quali in Italia i vaccini vengono messi a disposizione del pubblico. Il ceppo «A Scotland» venne individuato nel 1974 ed in laboratori stranieri fu ben presto coltivato ed inattivato. Nel nostro Paese, a quanto sembra, i tre istituti sieroterapici autorizzati a produrre vaccini avevano pronto il nuovo polivalente antinfluenzale già nel maggio scorso. Perché solo ora si comincia a distribuirlo? Il ritardo è da attribuire ai soliti intoppi burocratici? Il ministro della Sanità respinge questa accusa. Gli istituti sieroterapici, dal canto loro, insistono nell'affermare di non avere perso tempo nella preparazione del vaccino. La polemica è aperta ed è augurabile che si concluda con luce piena e con l'adozione di provvedimenti che impediscano, in avvenire, di trovare il Paese impreparato di fronte a minacce di epidemie. La situazione sul fronte dell'influenza, come abbiamo detto, è abbastanza tranquillante. La conferma viene anche dalla «rete» di spioj naggio» dell'Organizzazione mondiale della Sanità attraverso le centrali di raccolta di notizie che da tutto il mondo fanno capo a Londra e negli Stati Uniti. Tuttavia, non per questo bisogna disarmare: la malattia è sempre in agguato, può comparire improvvisamente ed a combattere la sua aggressione, quando è avvenuta, il vaccino non serve più e le medicine sono soltanto palliativi. La vaccinazione, dunque, è consigliabile; le seccature che comporta (compresa quella del prezzo: 2200 lire) sono piccole di fronte al grosso vantaggio che offre di impedire, nell'80 per cento dei casi, l'insorgere della malattia. Malattia che non va presa alla leggera perché può aprire la strada a complicazioni, alcune delle quali pericolose, specie per i vecchi, i bambini, le persone debilitate da malanni precedenti. Chi si fa vaccinare per la prima volta è bene che dopo due-quattro settimane si faccia fare un'iniezione di richiamo. Qualora, nonostante il vaccino, la malattia si manifesti ugualmente (e ciò avviene, come s'è detto, nel 20 per cento dei casi) la sua virulenza è molto attenuata. Nando Pavia

Persone citate: Port Chalmers

Luoghi citati: Hong Kong, Italia, Londra, Stati Uniti