Fiat e sindacati discutono il problema trasferimenti

Fiat e sindacati discutono il problema trasferimenti Riprende domani la "verifica d'autunno 99 Fiat e sindacati discutono il problema trasferimenti I- ' in nrnpranima l'esame di tutta la situazione nroduftiva dell'azienda, ma la Questione della E' in programma l'esame di tutta la situazione produttiva dell'azienda, ma la questione della mobilità della manodopera rimane il nodo centrale - I sindacati sarebbero disposti a concordare solo alcuni spostamenti - Chiedono poi la garanzia del posto di lavoro anche per il '76 Il nodo da sciogliere continua ad essere quello dei trasferimenti di manodopera. Domani i dirigenti della Fiat e dei sindacati metalmeccanici si ritroveranno all'Unione Industriale di Torino per riprendere il discorso sospeso il 4 settembre. Il programma della «verifica congiunta» prevede un esame della situazione produttiva in vari settori: dagli autocarri ai tratto¬ ri, alle escavatrici, eccetera. Ma è probabile che l'azienda chieda innanzitutto ai segretari della Firn una risposta definitiva sulla possibilità di spostare personale negli stabilimenti del gruppo Auto. L'argomento — dicono all'Unione Industriale — è di estrema importanza per la Fiat. «Senza trasferimenti (che interessano oltre mille operai di Mirafiori, Lingot- to, Rivalta e Lancia) si corre il rischio di avere un'eccedenza di modelli poco richiesti e — nello stesso tempo — di non poter cogliere tutte le occasioni di mercato per quelle vetture che in questo momento tirano». Alla Lancia, in particolare, la questione è sul tavolo da giugno. Si prospetta, tra l'altro, la possibilità di spostare nello stabilimento di Chivasso dipendenti, attualmente in forza alla Fiat, che abitano nella «cintura» Nord, evitando lunghi tragitti per recarsi in fabbrica. I sindacati non sono disposti a dare «mano libera» all'azienda sulla mobilità senza una discussione di più ampio respiro e chiedono tra l'altro di avere la sicurezza che non vi saranno licenziamenti anche per tutto il prossimo anno e che il blocco delle assunzioni sarà revocato. Un incontro specifico sui trasferimenti, giovedì scorso, non ha permesso di fare passi avanti. II problema, d'altra parte, va al di là delle «verifiche tecniche» tra Fiat e Federazione metalmeccanici. Riguarda tutta l'industria italiana, «li c'è il rischio che si arrivi a una trattativa in cui garanzia dell'occu- pozione e mobilità di manodopera siano viste in alternativa», dice il segretario provinciale dei metalmeccanici, Corrado Ferro. «In realtà si tratta di due questioni indipendenti. Soprattutto se si considera che le assicurazioni di non licenziamenti sono sempre temporanee (da un anno all'altro), mentre la mobilità rischia di divenire un fenomeno permanente». Rigidità assoluta da parte sindacale, dunque? Le posizioni non sono così nette. «Si può discutere un certo tipo di t7-asferime?iti— spiega Ferro —. Ma a due precise condizioni: 1) che l'obiettivo non sia solo un rilancio dell'auto in alternativa al processo di graduale riconversione produttiva che da tempo sollecitiamo; 2) è necessario avere un minimo dì garanzia che, chi viene spostato da una lavorazione all'altra per esigenze di mercato, non sarà più trasferito per un lungo periodo. Naturalmente, senza mettere ili discussione le tutele sindacali sulla salvaguardia del salario, lo sviluppo professionale, e così via». Ma, oltre questo tipo di disponibilità, il sindacato «non vuole andare, pur tenendo conto della difficile situazione economica». «Non possiamo assolutamente /fljv altre "concessioni"», dice il segretario dei metalmeccanici. E spiega: «Respingiamo qualsiasi trasferimento che trasformi il "volto" dell'azienda, cioè minacci spostamenti di lavoratori dal settore Veicoli industriali a quello dell'Auto. Significherebbe rinnegare le scelte fatte a suo tempo, quando abbiamo affermato che l'automobile non deve più essere l'asse centrale della nostra economia». «Così pure», continua, «rifiutiamo qticl "nomadismo" esasperato da un reparto all'altro, dettato non da esigenze di mercato, ma unicamente dalla necessità di organizzare in modo diverso il lavoro. Non devono esserci operai che oggi sono addetti alla "127" e domani alla "131". Infine, siamo contrari a qualsiasi tentativo di recuperare produttività in termini antisindacali, tramite ì trasferimenti. Problema che può sorgere qualora una squadra di operai, particolarmente compatta nel far applicare gli accordi, venga smembrata». La ripresa dei colloqui si preannucia dunque particolarmente complessa. Per quanto riguarda più direttamente la situazione nel settore autocarri e, in genere, delle attività «diversificate» (trattori, bulldozer, eccetera) si fa notare, negli ambienti industriali, che la crisi dell'edilizia continua a creare preoccupazioni. «Anche l'effetto dei provvedimenti anticongiunturali è tutto da verificare», si afferma. «I benefici potrebbero essere avvertiti solo tra mesi». Roberto Bellato

Persone citate: Corrado Ferro, Roberto Bellato

Luoghi citati: Chivasso, Rivalta, Torino