Armi di contrabbando e droga pagate con i soldi dei sequestri di Mario Bariona

Armi di contrabbando e droga pagate con i soldi dei sequestri La via più facile per "riciclare,, le banconote "sporche,, Armi di contrabbando e droga pagate con i soldi dei sequestri Gli inquirenti convinti che i grossi contrabbandieri e il "clan dei calabresi " siano i " rapitori - Oggi il presunto organizzatore del sequestro, Achille Gaetano, arriva alle cambiavalute " dei carceri di Novara (Dai nostri inviati speciali! Novara, 14 settembre. Un mercante di cannoni di Lugano, specializzato in ogni genere di contrabbando (dalle sigarette, alla droga, alle armi, ai Tir rubati) e che alimenterebbe le sue attività con il riciclaggio dei milioni dei sequestri, è al centro dell'inchiesta per il rapimentodelitto di Cristina Mazzotti. A dare una misura delle sue « capacità » basta dire che ha navi proprie che fanno scalo in Calabria lungo il litorale da Crotone a Buturo, da Botricella a Lamezia Terme. Secondo gli inquirenti in queste zone « una casa su tre è un deposito di materiale bellico ». L'Italia secondo i funzionari dell'Interpol di Parigi è « al primo posto dei traffici cla?idestini delle piccole armi e dell'esplosivo ». « Usare il denaro "segnato" per acquisti di merce in Paesi lontani dove neppure sanno chi è Cristina Mazzotti o qualunque altra vittima di rapimenti è certamente il modo più sicuro e più facile di "riciclare" il denaro dei sequestri ». spiegava stamane il dott. Madia, capo della Mobile di Novara, funzionario giovanissimo, 26 anni, baffi e capelli da messicano, occhi cerchiati da una notte inson¬ ne trascorsa ad interrogare un altro personaggio implicato nel riciclaggio del denaro dei sequestri, il commercialista triestino Alberto Rosea, 45 anni, di Novafeltri, abitante a Trieste, con studio a Como e Lugano. Un uomo questo, che per scagionarsi di essere stato contattato da] Ballinari non esita a dire: « Ottantasette milioni? Non tratto partite di questo genere. Mi fanno ridere. A me propongono affari grossi. Un mese fa un miliardo. Qualche settimana prima cinque chili d'oro. Con Cristina Mazzotti non c'entro niente ». Bell'uomo, aitante, modi da play boy. rivolto ai giornalisti dice: « Vedrete, mi lasciano andare subito. Son qui per informazioni. Stasera ceniamo insieme ». Stamane, un po' meno ottimista, ma ancora sorridente si è visto ammanettare e trasferire a sirena spiegata al carcere di Alessandria. Pare che il suo arresto sia frutto della collaborazione con il commissario della polizia cantonale svizzera Gualtiero Medici: sarebbe in possesso di una chiave che apre una cassetta di sicurezza della filiale dell'« Unione delle banche svizzere » di Ponte Tresa, dove sono stati arrestati ; Fausto Andina e Libero Ballinari mentre « riciclavano » i soldi del sequestro Mazzotti. L'inchiesta procede a ritmo serrato. Nella notte c'è stato l'interrogatorio del Rosea, ma anche un « vertice » tra il questore, il dottor Madia, il dott. Montesano, i magistrati Fazio e De Luca. Stamane è stato arrestato dai carabinieri il presunto « basista », Valerio, indicato da Achille Gaetano nel corso della conferenza stampa che ha tenuto da latitante. E' Valerio Benito Chiesa, 34 anni, abitante a Milano in via Doria 76 e domiciliato ad Erba (vicino ad Eupilio, dove è la villa dei Mazzotti ) in vicolo Malone IR. Arrestato a Milano, è sta| to portato a Novara per un i confronto con il Gaetano i che, ieri, si è costituito. PreJ sunto organizzatore, ha chiesto aiuto alla « jnamma » '• (la mafia, n.d.r.) dice un funzionario, e la «mamma », gli I ha detto: « Va a costituirti. Hai sbagliato rischiando di coinvolgerci tutti, adesso dc• vi sacrificarti. Per questo j viene e cerca di convincerci che il giro non è diretto dal! la Calabria che il " boss " 'arrestato, Antonino Giacobì be. non c'entra e che ViI deatore. l'organizzatore, il " boss " ed il padrino, è il macellaio di Varese Alberto Menzaghi, già in carcere ». Gaetano è in viaggio da Lamezio Terme alla volta di Novara, scortato da polizia e carabinieri: l'arrivo è previsto nel pomeriggio di domani. Domattina a Stresa il ministro dell'Interno, Gui, arriva per un convegno di «studi rosminiani»: se ne approfitta per un «vertice», al quale parteciperanno funzionari ed inquirenti per un primo punto sulla situazione. L'inchiesta sul sequestro di Cristina Mazzotti si sta infatti allargando inevitabilmente. Perché arrivati ai tentacoli della «'ndrangheta» tutto si aggroviglia: i traffici e le attività illecite sono molteplici e s'intersecano. Per il sequestro-delitto dell'impresario Mario Ceretto, di Cuorgnè (che con il rapimento di Cristina Mazzotti ha ! molte analogie) e quelli degli : impresari Renato Lavagna e Antonio Cagna Vallino, j Stampa Sera scriveva che i «l'organizzazione spesso attin| ge i quadri dai "racket" dei | Tir rubati, come da quello dell'edilizia. I legami sono ! emersi chiaramente forse per la prima volta proprio con il ] delitto Coretto». Ora ritoma; no appieno con il caso di Cristima Mazzotti. «C'è una ma' trìce comune che lega tutta i una serie di attività, criminoj se dell'anonima sequestri — continuava — al racket delleI dilìzia a quello dei Tir. a certi delitti per regolamento di : conti /omicidio D'Aguanno, : Pinto. Cannizzari. Sarica, Manti). Episodi che hanno rej troscena mafiosi a tal punto da potersi considerare firma| ti». Si scava nel delitto Ceretto ' ed affiorano collegamenti con i' traffico dei Tir; alcuni degli | autori del sequestro proveniI vano da questo racket, altri ! da attività varie nel settore I dell'edilizia, gruppi dell'j «'ndrangheta» calabrese edelI la mafia siciliana vi sono im| plicati. In quell'occasione i ; personaggi più importanti, i i pezzi da novanta, i boss sono | spariti in tempo e sono anco| ra latitanti. Giuliano Angelini è coinvolto nel traffico dei Tir rubati. [ I carabinieri di Galliate lo hanno denunciato due volte per ricettazione perché con la tecnica fatta propria dal racket, «scaricava» gli automezzi Tir in cascine ospitali. Il mercante d'armi di Lugano «grosso personaggio» che si tiene d'occhio, ma non si riesce ancora ad «incastrare», è un boss del traffico dei Tir rubati. (E' noto alla polizia che molti degli automezzi — 2500 sono stati rubati in Italia nei primi sei mesi di quest'anno — che non si ritrovano, vengono spediti smontati, qualche volta interi, in Paesi dell'Africa del Nord, sui «carghi» di proprietà dei contrabbandieri che partono dalla Calabria. L'ospitalità delle banche svizzere fa il resto. L'Andina, per esempio, è convinto di non aver, poi, troppe colpe nell'essersi fatto sorprendere a «riciclare» con il Ballinari, j il denaro di un riscatto: lo considera parte del suo mestiere. Ed è assecondato, in questo, da una parte della stampa elvetica e di certa opinione, che partono dal principio (non certo edificante) che al denaro come al cavallo donato non si guarda in bocca. Il commissario cantonale Gualtiero Medici, rischia l'impopolarità in patria. Non sembra preoccuparsene troppo però, se, continuando nella collaborazione tra poliziotti, nella prossima settimana Libero Ballinari potrà essere interrogato in «terra di nessuno» dal capo della Mobile di Novara dottor Madia. Grazie ad una scappatoia che si è trovata per superare gli ostacoli burocratici. Mario Bariona Nevio Boni Novara. Alberto Rosea