Modena uguale Ferrari di Maurizio Caravella

Modena uguale Ferrari Tutti davanti al video per assistere al trionfo Modena uguale Ferrari Tutta la città si è identificata con la Casa di Maranello - « Quando i bolidi rossi vincevano sempre qui da noi c'erano anche dei nemici: ora tutti esultano» (Dal nostro inviato speciale) Modena, 7 settembre. Tutti con gli occhi incollati al video, in un silenzio quasi religioso. Tutti quelli che sono rimasti, perché da Modena e dintorni sono andati a Monza in trentamila: molti partendo stamane all'alba, senza biglietto, ma con la speranza — In parecchi casi vana — di infilarsi in uno dei tanti buchi fatti nelle reti di recinzione. Famiglie intere in viaggio, con bimbi piccoli che non sapevano e non capivano. I ristoranti, a Modena, oggi hanno fatto pochi affari: a ora di pranzo, sembrava che la città iosse addormentata. Invece è stata la notte in cui si è dormito di n,eno. C'è chi è partito con l'effigie di Lauda stampata sul petto, chi invece ha portato stendardi col "cavallino rampante', come se andasse allo stadio. Ma oggi a Modena nessuno parlava di calcio: Lauda qui è soltanto Niki e Regazzoni è soltanto Clay. Hanno fatto affari, invece, bar con la televisione. Tifosi in piedi, che fumavano nervosamente, ma senza dire una parola: perché ogni curva è un rischio, ogni sorpasso un azzardo; un attimo di disattenzione, o di sfortuna, ed è subito dramma. Il telecronista, a pochi giri dalla line, diceva che ormai era latta. Lauda e la Ferrari erano campioni del mondo. E subito c'era chi incrociava le dita, o cercava qualcosa di metallico da toccare. Zitti lino all'ultimo istante, con i minuti che non passavano mai. «Niki, non rischiare, lasciati sorpassare-, mormorava un tifoso. «Niki, vai piano», aggiungeva una signora piuttosto anziana, pensando a voce alta. Una città può anche impazzire per l'automobilismo, perche stasera si sente campione del mondo: poco importa che Lau da. austriaco di ghiaccio, nor beva lambrusco e non mang, tortellini; qui dicono che, prima dell'uomo, è stata la macchina a trionfare. La Ferrari del «commendatore-, che chiamano tutti "vecchio drago-. Modena è in festa, eppure non si sentono clacson suonare a tutta forza: è una gioia che ciascuno tiene dentro di sé, gelosamente e con fierezza. Enzo Ferrari, che è rimasto a soffrire a casa, vuole cosi. Un giornale inglese si è chiesto come abbia potuto nascere, in un paese caotico come il nostro, una macchina cosi perfetta. Un motorista della Ferrari dice: "L'obiettivo di tutti, ora, è quello di batterci: e questo ci sprona a lavorare sem- Enzo Ferrari, il " drago " di Maranello, visto da Franco Bruna come orologi: riso, carne ai ferri, non si concedono neppure un caffè. Atleti veri, con grande senso di responsabilità. Rischiano la vita ed hanno sempre il sorriso sulle labbra. La città è orgogliosa di questo titolo mondiale ed ammira Ferrari: perchè non si comporta come tanti uomini politici, che con dei bei discorsi credono di aver risolto tutto. Lui, dal niente, ha costruito un castello meraviglioso». Dicono che Lauda abbia la sensibilità e la pignoleria di un musicista. C'è chi lo ha paragonato a Borzov. lo scattista costruito in laboratorio, l'atleta che non muove un muscolo neppure nei momenti di maggiore tensione; oppure ad Anqueiil, l'uomo che non dava mai una pedalata più del necessario, e sembrava contarle. Troppo gelido per essere anche simpatico, dice qualcuno. Ma Adamo Lodi, che lo conosce bene, non è d'accordo. «Non è un robot. E' intelligente, è un calcolatore, e questo lo aiuta a vincere. Ha imparato a limitare pre meglio, con la pignoleria dei tedeschi e la fantasia degli italiani». Qualche giorno fa quattro ragazzi arrivarono In autostop dall'Austria con gli zaini In spalla, andarono a Maranello e chiesero autografi a tutti, anche agli operai. Pure loro, oggi, si sentono campioni del mondo: e sono convinti che questo trionfo servirà ad allontanare il pericolo della cassa integrazione. A pochi passi dall'abitazione del "Commendatore-, c'è il ristorante "Tucano-, dove la 312/T ricevette il battesimo ufficiale. Adamo Lodi, il gestore, che conosce Ferrari da chissà quanto tempo, dice: «Oggi è ringiovanito di almeno dieci anni. So che cosa prova, adesso, e tutti noi gli siamo vicini. Sono stato vent'anni in Brasile: anche nelle foreste, anche nei posti dimenticati da Dio, il nome Ferrari significava qualcosa. Il commendatore fa hatto conoscere Modena in tutto il mondo: come Pelè ha fatto per il suo paese. E i piloti? Vengono a mangiare da me e sono precisi i rischi, a seguire di più il ragionamento e di mene l'istinto: e fa bene, per se stesso e per la Ferrari, perchè quando si viaggia sul filo dei 300 orari bisogna essere così, se si vuole arrivare fino in fondo. Un campione autentico deve avere nervi di acciaio». Di fronte al ristorante, in un bar di sportivi, una ragazza, l'unica in mezzo a tanti uomini. Si chiama Carla Caroli, ha 24 anni, non ha neppure la patente ma passa la domenica cosi, davanti al televisore, in prima fila: «Sono una tifosa juventina — dice —, ma la mia vera passione è l'automobilismo. No, non ho mai pensato di imitare Leila Lombardi, ma soltanto perché ho paura. Lauda mi piace, dà l'impressione di essere sempre padrone di se stesso, di non essere capace di sbagliare. Come si fa ad andare al cinema, o a ballare, in una giornata come questa?». Mentre parla, arriva un giornalaio, si chiama Franco Sabina, gareggia per la -Modena Corse-. Un giorno, lorse, pensava anche lui di poter guidare una Ferrari, adesso si è rassegnato: il chiosco, e, quando può, qualche corsa minore, per uscire dalla "routine-. Non tutti possono arrivare in F. 1. Libano Silingardi è un assicuratore. Ira i suoi clienti c'è anche Enzo Ferrari, che si è rivolto alla sua compagnia per la pista di Fiorano ed anche per Lauda e Regazzoni: «Lei non ci crederà — dice —, ma nel Modenese la Ferrari aveva anche parecchi nemici: quando vinceva sempre, qualcuno sperava che fosse battuta e faceva il tifo per i suoi avversari. La città si era spaccata in due. Proprio come era successo per Merckx: i suoi trionfi non facevano più notizia, davano quasi fastidio. Ma adesso è cambiato tutto, la città è fiera di questo trionfo. Non lo dà a vedere, forse, perchè è un entusiasmo che ciascuno di noi ha dentro. Gli schiamazzi, le manifestazioni di gioia, il caos finirebbero col guastarlo. Mi capisce?». Certo, ad Enzo Ferrari, d'altra parte, gli isterismi collettivi non piacerebbero. Sa nascondere le emozioni ed anche questa è la sua forza. E' sera, da Monza cominciano a rientrare I primi gruppi di tifosi, improvvisamente la città si sveglia. Un ragazzo dice: «Sono riuscito a toccare Niki, gli ho gridato che c'erano trentamila modenesi a vederlo diventare campione del mondo, mi ha sorriso». Chissà se è vero. Ma non importa. Maurizio Caravella