Dai chimici il via alle vertenze

Dai chimici il via alle vertenze Scade a fine mese il contratto nazionale della categoria Dai chimici il via alle vertenze Assemblea dei rappresentanti sindacali a Bologna il 26-27 settembre - "Mai come oggi il quadro torinese ha assunto aspetti così preoccupanti" - Non si prevedono licenziamenti - Il parere degli imprenditori Saranno i chimici ad aprire serie delle grandi «vertenze ti dei «tempi d'oro». «Ma nei nove mesi successivi un buon C Vallesusa di Lanzo Saranno i chimici ad aprire la serie delle grandi «vertenze d'autunno». Il contratto della categoria (forse la più «agguerrita», assieme ai metalmeccanici) scadrà a fine mese. Pochi giorni prima — il 26 e 27 settembre — i rappresentanti sindacali si riuniranno in assemblea a Bologna. Nella sala dell'ex Borsa, in via Ugo Bassi, si farà la sintesi dì quanto emerso in centinaia di assemblee nelle fabbriche e prenderanno forma le richieste da presentare agli industriali. Quale sarà l'entità delle rivendicazioni? In che direzione si muoveranno? E con quali possibilità di essere accolte? 1 mesi «neri» (parecchi) che, secondo alcuni economisti, ancora ci separano dalla ripresa, non aiuteranno certo la trattativa. Una prospettiva che, in diversa misura, è comune a quasi tutte le 46 categorie di lavoratori che si apprestano a rinnovare gli accordi nazionali. Ma i sindacati chimici sono soprattutto preoccupati per quanto sta accadendo, in particolare, nel settore (uno dei più importanti per la nostra economia e che dà lavoro a 362 mila persone in Italia). Alcune «multinazionali» hanno sferrato un pesante attacco all'occupazione (è il caso della Merrel dì Napoli). Sono in atto piani di ristrutturazione nei grandi gruppi (la Montedison prevede 10-12 mila dipendenti in meno nelle fibre). Nell'area torinese sindacalisti e imprenditori sono concordi nell'aifermare che «mai come ora il quadro ha assunto aspetti così preoccupanti». Nelle sedi sindacali stanno piovendo comunicazioni di aziende che si rifugiano nella Cassa integrazione. Si tratta, per lo più, dì piccole fabbriche, ma non mancano gli stabilimenti importanti che lavorano a ritmo ridotto, come la Snia Viscosa di Venarìa. la Montefìbre di Ivrea e l'Oreal di Settimo. Anche nei settori collegati (plastica, vetro, abrasivi e miniere: non sono però interessati al rinnovo del contratto) l'attività ha subito «tagli». E' il caso della Gallino di Collegno, Borgaretlo e Rivolta; della Pirelli (artìcoli tecnici per auto) di Settimo; della Superga di Torino; della Philips di Alpignano, e di parecchie altre. «I nostri elenchi, però, sono incompleti», precisa il segre tarlo torinese della Federazione chimici, Ugo Serio: «C'è un sottobosco di aziende, con meno di 15 dipendenti, che è incontrollabile. Altre fabbriche, invece, non sono iscritte ad alcuna associazione industriale e ricorrono in modo unilaterale a provvedimenti che colpiscono i posti di lavoro». In provincia di Torino l'occupazione nel settore (chimica, plastica, fibre, gomma, ceramica eccetera) è scesa del 17 per cento nel giro di un anno. Secondo uno studio sindacale, del novembre '74, il numero complessivo di operai e impiegati ammontava a 39.420: il 12 per cento in meno rispetto ai 44 mila occupa¬ ti dei «tempi d'oro». «Ma nei nove mesi successivi un buon altro 5 per cento si è perso per strada — spiega Serio —. Colpa della crisi, del blocco delle assunzioni e, in parte, dei licenziamenti». L'ultima caduta cominciò con i 78 lavoratori (su 108) della Supertex di Leinì, travolti dal fallimento dell'azienda nell'estate del '73, Nei mesi successivi la lista si allungò: 9 dipendenti lasciati a casa, su 32, alla Dal Zen (per riduzione della gamma di articoli); 5 (su 22) licenziati alla Fiera di Natale (poche ordinazioni e difficoltà di credito); 6 (su 14) alla Fai di Pianezza (carenza di commesse); 9 su 54 alla Grosfillex (difficoltà di collocare il prodotto — sedie di plastica — nel settore turistico-alberghiero); 12 (su 53) alla Difme di Grugliasco (farmaceutici, in difficoltà per il ritiro di alcuni prodotti dal mercato, su decisione del ministero della Sanità). E ancora: 20 (su 50) in meno alla Silmec di Settimo (contenitori in plastica), 40 (su 109) alla Citea (tapparelle), 61 (su 280) alla Schiapparelli (farmaceutica), 15 (su 60) alla Società Gomma Torino, 15 (su 62) alla Fergom (materie plastiche). La Tavella di Beinasco ha chiuso: dei 150 dipendenti solo una quindicina ha trovato un'altra occupazione. La direzione della Gallino, recentemente, ha favorito gli autolicenziamenti (un centinaio e più) con premi in denaro. La Carrara e Matta (fabbriche a Torino e Poirìno) ha ridotto gli organici di 25 impiegati; 120 operai lavorano solo un mese su tre (fino ad ottobre, poi si vedrà). A Ivrea sono sempre in Cassa integrazione a «zero ore» 350 dipendenti della Montefìbre. ('«La situazione è oggi più allarmante perché l'Associazione nazionale degli industriali che producono fibre sintetiche ha chiesto la "crisi di settore"», dice Serio). Un elenco che (anche se incompleto) indica in modo esauriente le difficoltà in cui sì dibattono molte aziende. 1 rappresentanti degli impren¬ ditori ritengono che, esclusa la produzione di gomma e plastica, non dovrebbero esserci altre procedure di 'licenziamento. Ma, nello stesso tempo, nutrono timori per l'entità delle richieste contrattuali e «sperano che le pressioni non siano troppo violente». r. beli. Cassa integrazione in provincia di Torino AZIENDE DIPENDENTI ORE DI LAVORO Chimici Concia Plastica e gomma Snia Viscosa 570 su 800 24 32 38 Montefibre 1400 su 1650 16 24 32 Oreal 600 su 800 24 Ipca 75 su 90 24 Cifa 20 su 20 24 Sila 16 su 80 0 Dixon Italia 20 su 20 24 Cir 370 su 430 0 Carrara e Matta 120 su 430 0 Saturno 40 su 40 32 Gallino 420 su 1400 24 32 Imballplast 80 su 80 24 Miaba 122 su 190 24 Major 135 su 180 32 Brandizzo 31 su 190 0 Plastifina 37 su 40 24 Desalles 112 su 120 24 32 Pirelli Aai 800 su 841 32 Superga 900 su 1050 24 Plaster 120 su 150 30 Lodi Gave 140 su 170 0 24 Philips 300 su 1400 32 Soft. Betolini 45 su 45 24 Emmebiemme 37 su 40 16 Saipa 13 su 60 24 Talco Grafite 550 su 800 24 28 Vetro Miniere In totale 6.948 lavoratori su 10.965. Hanno fatto ricorso a riduzioni di orario nei mesi scorsi: Sestriere, Isva, Rebaudengo, Cantore, Du-Ma, De-Art, Plaster, Resinflex Stars, Universal G.F., Fiat Ages, Firgat, Michelin, Camaplast, Foggini, Merlo, Pirelli pneumatici, Rubbertex, Stefa, Salgomma, Sulgom, Lisa, Vetreria Saturno, Vetrofarm, per un totale di 12,610 dipendenti. (dati Fulc di Torino)