Grave tensione in Campania: distrutti oltre diecimila quintali di pomodori

Grave tensione in Campania: distrutti oltre diecimila quintali di pomodori Malgrado le decisioni del ministero dell'Agricoltura Grave tensione in Campania: distrutti oltre diecimila quintali di pomodori (Dal nostro corrispondente) Napoli, 31 agosto. La tensione in Campania per quanto riguarda la crisi del pomodoro è aumentata in questi ultimi giorni, anche se ieri il Ministero dell'Agricoltura ha precisato che non verrà dato alcun contributo agli industriali che non rispetteranno raccordo. A Villa Literno, Vitulazio e negli altri centri di raccolta del prodotto istituiti di urgenza gli agricoltori sono in fermento. Nelle varie prefetture continuano le riunioni. Sabato, a Napoli, presieduta dal viceprefetto Vitiello, si è svolta una riunione alla quale sono intervenuti gli amministratori di diciotto ditte conserviere su 21 della provincia di Napoli, che hanno dichiarato la loro immediata disponibilità all'invio delle gabbiette per la raccolta del pomodoro nei comuni dell'agro Acerrano e Nolano colpiti dalla crisi del pomodoro. Nei giorni scorsi in questi centri purtroppo si è dovuto procedere alla «strage del prodotto». Sono stati distrutti oltre ottomila quintali di pomodori «Roma» per i quali il governo darà agli agricoltori 40 lire al chilo. Gli agricoltori però pensavano che la distruzione del prodotto stimolasse gli industriali, che invece non si sono preoccupati di rompere gli indugi e di comprare rispettando l'accordo Marcora. A tale riguardo, la prefettura ha interessato i sindaci dei paesi interessati perché provvedano a favorire i contatti tra produttori locali e le aziende di cui sono stati loro forniti denominazione e recapiti. Ma tale interessamento non ha dato esito positivo. La crisi è tuttora in atto e nessuno si è preoccupato di fare qualcosa per bloccare la distruzione. Le perdite fino a oggi in Campania ammontano a parecchi miliardi. Sono stati distrutti oltre diecimila quintali di pomodori. Il comunicato di ieri del ministero ha accentuato la tensione anche nelle zone del «San Marzano». Alcune industrie compratrici avevano «rotto il fronte» e stavano comprando il prodotto di quelle zone, che è particolar¬ mente richiesto, sapendo di avere in seguito il contributo del governo. Quando hanno saputo della decisione del ministero e dell'azione che stavano iniziando i produttori di altre zone, dove il prodotto non è tanto richiesto, sono stati costretti a far marcia indietro e a sospendere le trattative. Al fine di scongiurare ulteriori e irrimediabili danni con la distruzione totale del prodotto, le organizzazioni contadine deDa Coltivatori diretti e della Alleanza contadini della Campania preannunciano, data l'urgenza, di incontrarsi nelle prossime giornate con le segreterie nazionali dei partiti dell'arco costituzionale nonché con la presidenza del Consiglio dei ministri. Ad esse spiegheranno in termini non equivoci il dramma dei produttori campani che giustamente si attendono dal governo interventi urgenti e decisivi tali da promuovere una azione in sede parlamentare perché nessuna provvidenza sia concessa agli industriali inadempienti. , a. 1. L'Oddone licenzia altri 40 dipendenti Asti, 31 agosto. (v. m.) Altri quaranta dipendenti dell'ex società Oddone & C, proprietaria di alcuni supermercati, dichiarata fallita dal Tribunale, sono stati licenziati. Salgono cosi a centoquindici su centodiciotto i dipendenti della società licenziati. Procedono i contatti fra il curatore del fallimento e alcune organizzazioni commerciali per la vendita dei tre supermercati di Asti e di Genova e dei vari depositi. A Villanova la Polipren (settore plastica) ha iniziato la procedura per porre in cassa integrazione ottanta dipendenti su centoventi, con una riduzione dell'orario di sedici ore settimanali su quaranta. A Canelli, la Friges (articoli sanitari) ha pure chiesto la cassa integrazione per settanta dipendenti su cento per almeno otto settimane, riducendo l'orario a ventiquattro ore.

Persone citate: Marcora, Nolano, Villanova, Vitiello