Brescia, sette morti in una casa che salta per una fuga di gas: fra le vittime 3 bimbi di Giuliano Marchesini

Brescia, sette morti in una casa che salta per una fuga di gas: fra le vittime 3 bimbi In piena notte una tremenda esplosione ha fatto sussultare mezza città Brescia, sette morti in una casa che salta per una fuga di gas: fra le vittime 3 bimbi La tragedia nel quartiere "Fiumicelio" - E' crollato un edifìcio abitato da quindici famiglie - Un uomo è rimasto appeso a una trave • Una bimba di 5 anni straziata dalle macerie, stessa sorte per due ragazzi di 12 e 16 anni (Dal nostro inviato speciale) Brescia, 28 ottobre. Una casa è saltata in aria, nel cuore della notte, forse per una fuga di gas che ha saturato uno degli appartamenti. Sette persone sono rimaste uccise, travolte dalle macerie. Tra le vittime ci sono una bambina e due ragazzi. Le squadre di vigili del fuoco hanno frugato fino a questo pomeriggio tra i cumuli di travi, blocchi di cemento e calcinacci: non hanno potuto che estrarre corpi straziati. Due coniugi, investiti dall'esplosione, sono feriti, ma le loro condizioni non sembrano preoccupanti. Questi sono i nomi delle vittime: Sara Loda, di 5 anni; Gino Lucchini, un ambulante quarantatreenne, sua moglie Anna Maini, 42 anni, e il figlio Gianluigi, dodicenne; Angelo Baratti, falegname di 45 anni, la moglie Sandra Parmiggiani, quarantenne e il figlio Carlo, di 16 anni. La tragedia è avvenuta nel quartiere di «Fiumicello», una zona popolare alla periferia della città, dove una quindicina di anni fa l'espansione edilizia ha fatto crescere qualche condominio. Quello contrassegnato con il numero 20, di via Bevilacqua, ospitava quindici famiglie: comples! sivamente, quarantuno perso- Ine. Nell'ala di sinistra, al se condo piano, abitava la fami-glia di Gino Lucchini, al terzo quella di Angelo Baratti, all'ultimo alloggiava Enrico Loda, di 33 anni, con la moglie Maria Giulia Fausti e la figlioletta. Alle tre e venti, il tremendo scoppio. Il boato scuote l'intero quartiere, fa sussultare mezza città. Nello spiazzo davanti all'edificio in cui avviene l'esplosione, c'è- un piccolo cerchio di carrozzoni di un «luna park»: lo spostamento d'aria li scrolla, mentre nella via alcune auto in sosta sono scaraventate a qualche metro di distanza. Dal condominio di via Bevi- lacqua si alza una nuvola 1 spessa di polvere. L'edificio è sconvolto: sono crollati i sof-fitti, si sono sbriciolati i pavimenti, le scale si sono accasciate. Qui e là nel groviglio, come dopo un bombardamento, resta in piedi qualche mobile. Un uomo è aggrappato ad una trave, grida che faccia-no presto, che stanno per mancargli le forze. I giostrai escono a precipi-zio dai carrozzoni sballottati, cercano di fare qualcosa. In- tanto qualcuno telefona per i soccorsi. Pochi minuti dopo | agiungono sul posto cinque au- ! tatolettighe della Croce Bianca, ple squadre di vigili del fuoco j ne pattuglie di carabinieri. > r j Mentre la nube di polvere si : in I sta diradando, i pompieri al- aizano le scale, perché le mace- srie formano una montagnola pal di sopra del primo piano, cSi comincia a scavare feb- ! dbtibbrilmente, a rimuovere travi e calcinacci, mentre da quel cumulo si diffonde un intenso 1 odore di gas. Ma il convulso I te | lavoro non dà risultato. Con [q I il passare delle ore, le speran- ! p1 ze vanno spegnendosi. Verso j n Ile 6,30, la prima vittima tra le I m braccia dei soccorritori: è Sa- j n ! ra Loda, la bambina di cinque s anni. Era rimasta imprigiona ta tra i muri che le erano piombati addosso: non c'è più niente da fare. Suo padre En rico è ricoverato all'ospedale, insieme con la moglie. Non sa ancora che sua figlia è morta sotto le macerie. Il viso co- perto dalle escoriazioni, rac conta dell'esplosione, in pre da allo choc violento: «Un boato tremendo. Mi sono sentito precipitare, un salto nel buio. Mi sono trovato all'ai- tezza del primo piano, sopra quel groviglio, in mezzo al polverone. Non so quanto so- no rimasto là, stordito. Mia moglie era caduta poco lonta no da me: la vedevo quasi sommersa dai calcinacci, ao ù ne, a a o- c en nel i- a al o- a asi ci, ne e ha ucc il nuoua ha ta a gelde re un oio no rse nnm) piangeva, balbettava. E mìa figlia, dov'è? Nessuno mi ha detto qualcosa. Non l'ho vista tra le macerie, non l'ho più vista». I vigili del fuoco continuano ad aggredire con i picconi il gigantesco ammasso. Ed affiorano altre vittime: Gino Lucchini, e vicino a lui sua moglie. Poi, verso le 10, è strappato alle macerie il corpo di Carlo Baratti, il ragazzo di sedici anni. Mancano ancora tre persone all'appello. Si torna a frugare, con affanno. Ma non c'è più speranza nemmeno per questi tre. Nel primo pomeriggio vengono trovati i cadaveri di Gianluigi Lucchini, di Angelo Baratti e di sua moglie Sandra. Attorno all'ala dell'edificio crollato, c'è una siepe di gente sgomenta. Liliana Savoldi abita nella casa di fronte a quella in cui è avvenuta l'esplosione. «Sono corsa come una pazza alla finestra — racconta — ho visto quell'uomo che penzolava da una trave: invocava la moglie, la figlia, e pareva allo stremo delle forze. Tiratemi giù, gridava, fate presto, venite a tirarmi giù». Giuseppina Tommasi, che alloggia nello stesso stabile, s'è sentita scrosciare in camera una pioggia di frammenti di vetro: «Sono balzata dal letto e mi sono precipitata al balcone. Ho visto la gente del luna park correre sul piazzale. Telefonate ai pompieri, ripetevano i giostrai, è saltata in aria la casa. Poco dopo sono arrivati i vigili del fuoco. C'era il signor Loda, là sulle ma-1 cerie. Loro non riuscivano ai inquadrarlo con le torce elet- i triche. Allora mi sono messa' ad aiutarli, indicando loro dove dovevano alzare la scala».' Una maestra d'asilo, Lilia Micheli, alloggiava al quarto ! piano del palazzo sventrato dall'esplosione: la sua sala di soggiorno è stata letteralmente tagliata a metà. «Credevo che fosse il terremoto. Ho cercato scampo verso il corridoio: era sprofondato. Per fortuna mi sono fermata in tempo. Nella folle corsa, mi sono trovata ad una cinquan- \ Una dì centimetri drl vuoto. Tornata dentro, sono corsa sul poggiolo, mi sono messa a gridare». Sono andati a prenderla i vigili del fuoco, con la scala. Ora, non rimane che l'inchiesta, affidata al sostituto procuratore della Repubblica, Vincenzo Liguori. L'ipotesi più probabile è quella della fuga di gas. Giuliano Marchesini ! Brescia. Le macerie dell'edifìcio devastato dalla tragica esplosione in periferia (lelefoto Associated press)

Luoghi citati: Brescia, Fiumicello