Morto a 88 anni Rex Stout il creatore di Nero Wolfe

Morto a 88 anni Rex Stout il creatore di Nero Wolfe Il popolare scrittore di racconti "gialli,, Morto a 88 anni Rex Stout il creatore di Nero Wolfe Danbury, 28 ottobre. Rex Stout, l'autore di gialli che dette vita al personaggio di Nero Wolfe, è morto ieri sera nella sua abitazione di Danbury, nel Connecticut, dopo una breve malattia. (Ap) Un'orchidea per Rex Stout, un commiato che si ricordi del suo indefettibile sorriso, lì creatore di Nero Woljc è morto a SS anni, era uno dei più prolifici a popolari autori di detective stories: notissimo anche in Italia, dove Tino Buazzelli portò in tv il volto massiccio del suo eroe. Aveva esordito giovanissimo con un romanzo « seno », sperimentale (How Like a God), che non ebbe successo e lo indusse a cambiar genere. Il suo senso del limite, o la sua malizia, furono provvidenziali. Nel 1954 diede fuori il primo «giallo» con Nero Wolfe, La traccia del serpente; un mese fa aveva pubblicato il quarantaseiesimo: è la misura di una fortuna che altri suoi personaggi, Tecumseh Fox, Alphabet Hicks, compresa una donna, Dol Bonner, non riuscirono mai a insidiare. Certo Nero Wolfe, tra gli investigatori della narrativa poliziesca dopo Sherlock Holmes, è uno dei più caratterizzati. E' un grassone pigro, vanitoso e misogino che non si muove mai dalla sua vecchia casa di arenaria nella Trentacinquesimo Strada, e riesce a lavorare a pieno ritmo, ruminando i labbroni, soltanto sulla sua vasta poltrona fatta costruire appositamente. La vita sedentaria rende nel modo più plastico il movimento della sua mente rigorosamente deduttiva. E il suo ordine mentale si rispecchia anche nella scansione delle abitudini quotidiane, alle quali cerca di non derogare. Rinuncia del resto alla pigrizia, alle placide e onnivore letture, per soddisfare le debolezze, i « vizi », che hanno una chiara funzione compensatrice: è golosissimo, sicché tiene in casa un grande cuoco, Fritz Brenner, gli detta spesso personali ricette, lo esibisce volentieri per ospiti d'eccezione. E' appassionai issimo di orchidea, alle quali accudisce ogni giorno: i criminali che vogliono farlo soffrire, fanno saltare in aria la sua serra. Così, quando il conto in banca ha bisogno di restauri, si decide a lavorare per onorari commisurati alla sua fama. Ma Wolfe. con tutte le sue qualità speculative, non sottovaluta il potere del caso, la presenza dell'irrazionale. Come un enorme ragno, tesse la sua tela e aspetta che l'assassino vada a impigliarvisi o le dia, quanto meno, uno scossone. L'attesa è parte integrante e attiva del suo metodo. Oliando i risultati deludono, provvede il suo aiutante Archìe Goodwill: giovane ed atletico, guardia del corpo e valletto, gran bevitore di latte, lettore al più di fumetti, allegrone e superficiale, Goodwill è l'antagonista e la vittima di Wolfe, lo integra e lo contesta, salvo inchinarsi poi, con lo stupore di chi visita incidentalmente un museo o un luna-park, ulta grandezza del suo cervello. Se il dinamismo di Goodwill non basta ad animare la pagina, interviene il passato misterioso di Wolfe. che affiora a frammenti: Nero è stato nel servizio segreto dell'impero austro-ungarico, ha combattuto nell'esercito del Montenegro du¬ rante la prima guerra mondiale, sostiene di aver ucciso duecento tedeschi. Forse è per reaziona a tutto quel tramestio che oggi non si muove mai. Si dice comunemente che Stout ha fuso nella sua opera il romanzo d'indagine alla Conon Doyle con quello d'azione di scuola americana. Ma riferendosi alla rocambolesche avventure balcaniche del suo eroe, Stout sembra rimescolare le carte, depistare ironicamente i suoi critici. Certo il segaligno Stout, che oppone anche alla mascella rasata di Wolfe una barbetta caprina, è ben americano. « Le mie passioni — Ita scritto — sono i libri, la buona cucina, la musica, gli Stati Uniti d'America e la mia famiglia. Quanto alle mie avversioni, eccole: i politicanti, i predicatori, le persone cerimoniose e quelle che vivono senza lavorare, le I menti ristrette, il cinema, la televisione, i rumori molesti, l'untuosità ». E' una melange ben americana, in cui non manca la componente civile, di intellettuale cresciuto al tempo delle grandi speranze rooseveltiane. Ad onta del suo qualunquismo e cinismo, Wolfe non si limita a beffeggiare le istituzioni ufficiali ridicolizzando l'ispettore Cramer, figura stereotipa del « giallo ». Non esita infatti a difendere un negro, accusato di avere ucciso una bianca in base a pregiudizi razziali (Il diritto di morire), ed a misurarsi vittoriosamente con il potentissimo capo dell'Fbi, Hoover (Nero Wolfe contro l'Fbi). Nell'ultimo libro, A family affair, Nero Wolfe esclama ad un certo punto: « Avrei dato tutte le mie orchidee, beh, quasi tutte, pur di aver avuto una parte efficace nella rivelazione delle malefatte di Nixon ». Ora Stout se ne è andato. Calerà il velario anche su Wolfe e Goodwill, percorreranno in un attimo quell'arco di vita che il loro autore ha tenuto sospeso sul loro capo eternamente giovane: più indulgente e scettico di Agallici diristie, la « regina », che non ha voluto andarsene senza far morire Poirot. 1. m. HI I

Luoghi citati: Connecticut, God, Italia, Montenegro, Stati Uniti D'america