Ricercato da trent'anni per 11 omicidi viveva a Genova con il nome del fratello

Ricercato da trent'anni per 11 omicidi viveva a Genova con il nome del fratello Per due volte era stato processato in contumacia e condannato al carcere a vita Ricercato da trent'anni per 11 omicidi viveva a Genova con il nome del fratello E' Vincenzo Buccheri, 69 anni, deceduto sabato scorso in una clinica - La rivelazione è della moglie - L'uomo, in Sicilia, aveva ucciso 8 carabinieri e altre tre persone, commesso 35 rapine e 9 sequestri - Sfuggito alla cattura, salì al Nord e diventò un onesto operaio (Nostro servizio particolare) Genova, 27 ottobre. L'anziano, mite muratore ricoverato 6 giorni fa in una lussuosa clinica genovese e morto sabato sera per cirrosi e scompensi cardiocircolatori, era in realtà un pericoloso bandito siciliano, condannato due volte all'ergastolo perché ritenuto responsabile dell'omicidio di otto carabinieri e di altre tre civili, autore di 35 rapine, di 9 sequestri di persona e di 3 estorsioni. Da oltre trent'anni era ricercato in tutta Italia. L'uomo era sempre riuscito a sot- trarsi alle indagini perché assumeva l'identità di un suo fratello, e riusciva così ad ingannare polizia e carabinieri che continuavano a dargli la caccia. Chi era in realtà l'uomo è stato scoperto questa mattina, dai carabinieri del nucleo investigativo. L'ultimo atto della vicenda ha avuto inizio il 21 ottobre, quando nella clinica Montallegro è stato ricoverato un anziano muratore. Dai documenti risultava essere Rocco Buccheri, nato nel 1906 a Niscemi, celibe, residente a Genova, via Canepari 21. L'uomo era agonizzante e sabato sera è spirato. Era solo, nessun parente lo assisteva. La clinica informava i familiari del defunto e poco dopo si presentavano alcune persone, tra cui una donna, Gaetana Lombardo, che parlando fra loro, si lasciavano scappare alcune frasi compromettenti. Il morto non sarebbe stato Rocco Buccheri, ma il fratello, Vincenzo, anch'egli di 69 anni, che ai tempi in cui la banda Giuliano imperversava in Sicilia, si era reso responsabile di numerosi e gravi reati. «Ormai — queste le parole di Gaetana Lombardo — non è più il caso di nascondere la verità. Il morto non è mio cognato Rocco, ma mio marito Vincenzo. Da anni si era trasferito a Genova nascondendosi sotto il nome di suo fratello e sfuggendo così ad ogni ricerca». Le indagini dei carabinieri hanno confermato questa versione. Vincenzo Buccheri, che aveva una vistosa cicatrice sul volto, nell'immediato dopoguerra era stato uno dei principali esponenti del banditismo siciliano; numerose imprese delittuose erano state firmate da lui. Ricercato dalle forze dell'ordine, Vincenzo Buccheri, nel 1947, era riuscito a sfuggire alla cattu ra, era venuto al Nord, aveva trovato rifugio a Genova, assumendo l'identità del fratello. Mentre in Sicilia veniva processato e condannato, in contumacia, l'uomo ha vissuto per oltre 25 anni in Liguria senza che mai nessuno lo cercasse, evitando accuratamente di farsi notare. Aveva lavorato in numerose imprese edili: si faceva assumere come muratore e come guardiano notturno, per cui, in pratica, non usciva mai da un cantiere se non per andare in un altro cantiere. Le poche volte che circolava in città, la sua condotta era irreprensibile: vestiva con sobria eleganza, non frequentava ambienti equivoci. Ogni tanto andava a trovare il fratello e «alcuni amici» che, nel 1951, si erano trasferiti a Genova dalla Sicilia: ir. realtà, erano la moglie, Gaetana Lombardo, ed i figli, Giuseppe, Salvatore e Felice, barbieri nella zona di Fegli. Sul suo conto, insomma, non vi era alcun sospetto e meno che mai se ne sarebbero potuti avere dopo il 1973, allorché il fratello Rocco (quello vero) era morto. La malattia, il ricovero in clinica, la morte e le ammissioni dei parenti, hanno consentito di svelare il mistero: per quasi trent'anni, Vincenzo Buccheri ha tenuto in iscacco, sia pure con la complicità dei parenti, le forze dell'ordine che gli davano la caccia in tutta Italia, in quanto l'uomo era colpito da due ordini di carcerazione: uno della procura di Caltanissetta, nel '53, e l'altro della procura generale di Catania, nel '58, per altrettante condanne all'ergastolo. A Genova, Vincenzo Buccheri aveva cambiato completamente vita, da pericoloso bandito omicida, era diventato un laborioso immigrato, sempre puntuale e preciso sul lavoro, che aveva una tremenda paura di restare vittima anche del più piccolo incidente stradale perché questo avrebbe potuto portare al suo riconoscimento e quindi al carcere. Giorgio Bidone Vincenzo Buccheri