Dollmann testimonia su Pio XII e Ardeatine di Tito Sansa

Dollmann testimonia su Pio XII e Ardeatine "Il papa seppe del massacro a cose fatte,, Dollmann testimonia su Pio XII e Ardeatine (Dal nostro inviato speciale) Monaco di Baviera, 27 ott. Pio XII «non sapeva nulla» della strage alle Fosse Ardeatine, se ne fosse stato informato «sarebbe certamente intervenuto» per impedirla. Questa la sostanza della deposizione fatta sotto giuramento dall'ex colonnello delle SS Eugenio Dollmann, uomo di fiducia di Hitler a Roma, interrogato oggi a Monaco di Baviera dal giudice tedesco Fischer, presenti quattro magistrati italiani. Dollmann, considerato figura chiave del processo per diffamazione intentato dalla nipote del Papa, contessa Elisabetta Rossignani. allo scrittore americano Robert Katz. autore del romanzo «Morte a Roma», al produttore e al regista del film Rappresaglia, Carlo Ponti e Georgios Cosmatos, è stato interrogato — per una curiosa combinazione — in due palazzi di giustizia, situati in una piazza che si chiama Maria Ausiliatrice e in una via che si chiama Pacelli. Dollmann si era rifiutato di venire a Roma, per paura di un attentato, dicendo ad amici: «Non mi fido, in Italia non vado neppure sotto la protezione dei carri armati». Alto, abbronzato, elegante, il settantacinquenne ex colonnello delle SS romane ha difeso Papa Pacelli, cadendo peraltro in alcune contraddizioni. Il tribunale romano (presidente Saverio Coniglio, giudici Filippo Antonioni e Brìinello Della Penna, pubblico ministero Giorgio Santacroce! e gli avvocati di parte (Giorgio Angelozzi Gariboldi, querelante, Emanuele Golino e Silvio Galluzzo per la difesa) avrebbero voluto che fosse presente la stampa, perché con la deposizione di Dollmann «per la prima volta una pagina di storia sarebbe stata aperta al pubblico», ma il giudice tedesco è stato inflessibile: Dollmann doveva deporre a porte chiuse. E così la cronaca di oggi e la storia di domani sono state espulse dall'aula della Pacellistrasse, dove si parlava di Papa Pacelli. Ma ciò che Dollmann ha raccontato non è rimasto un mistero. Talune rivelazioni sono piuttosto interessanti. Per esempio, quella che il 23 marzo 1944, dopo l'attentato di via Rosella, Dollmann si recò da padre Pancrazio Pfeiffer per esporgli un suo «programma personale distensivo», il quale prevedeva che il Papa officiasse una messa per i tedeschi morti e che partecipasse ad una processione per le vie del centro di Roma insieme con le famiglie delle vittime. Dollmann ha definito «falso e assurdo» quanto rappresentato nel film Rappresaglia, secondo cui egli aveva informato padre Pfeiffer affinché riferisse al Papa che i tedeschi avevano in programma il massacro delle Fosse Ardeatine. Ma non ha convinto. Ha detto infatti: «Nulla sapevo delle modalità di esecuzione» e ha aggiunto che il 23 marzo «nessuno sapeva esattamente in che cosa sarebbe consistita la rappresaglia». L'ex ufficiale delle SS ha assolto non solo Pio XII 7na anche il generale Wolff. capo della polizia nazista d'Italia, il comandante della XIV armata, generale Von Mackensen, e perfino il feldmaresciallo Kesselring. L'ordine della strage delle Fosse Ardeatine, eseguita dal capitano delle SS Kappler, era venuto e si aggirava tra il Vaticano, i personalmente da Hitler. I superiori di Kappler, assenti da Roma e riuniti al quartier generale, sul Monte Soratte, furono informati a massacro avvenuto e si precipitarono a Roma. All'Albergo Excelsior, in via Veneto, Kappler (che sta scontando l'ergastolo a Gaeta) disse a Kesselring: «Generale, l'ordine di procedere alla rappresaglia è stato eseguito oggi, alle 13,25, dai miei uomini, sopprimendo con armi da fuoco 335 italiani». Secondo Dollmann, è stato un bene che Pio XII non fos¬ se stato avvertito, perché «sarebbe certamente intervenuto, e ciò avrebbe causato forse la morte di centinaia di migliaia di romani, il sicuro trasferimento della popolazione dei quartieri del Testacelo, di San Lorenzo e di Trastevere», voluto da Himmler. Quali i colpevoli, insomma? Hitler e Himmler, come sempre, in tutti i processi nei quali depone un testimone tedesco. Dollmann non si è limitato, nel suo tentativo dì ristabilire la verità sulla strage delle Fosse Ardeatine, ad accusare «quelli di Berlino». Per quel che riguarda Pio XII, ha negato quanto affermato nel libro di Katz e nel film «Rappresaglia», che egli fosse filonazista perché considerava la Germania come l'unico baluardo contro il comunismo. Ha ricordato che quando Hitler verme a Roma, nel 1938, Papa Pacelli si ritirò a Castel Gandolfo e fece chiudere i Musei vaticani, cosa che il Fithrer considerò un «atto ostile», tanto da uscire nella esclamazione: «Ma che coraggio, questo Papa!». Ma non è tutto: il Papa, che «non amava i nazisti, ma amava il popolo tedesco», aveva contatti con la Resistenza antinazista tedesca, benché temesse di venir deportato. Hitler «aveva soggezione di lui», ed aveva anche paura. Dopo l'attentato del 20 luglio 1944 Hitler avrebbe detto, adirato — sempre a sentire Dollmann, che fu uno dei primi ad incontrarlo, insieme con Mussolini —: «E' tutta opera del Vaticano». Tito Sansa