Pulici: "È sempre valido il football all'italiana" di Bruno Bernardi

Pulici: "È sempre valido il football all'italiana" Per i torinesi è andata bene così Pulici: "È sempre valido il football all'italiana" "Contro l'Olanda noi attaccanti potremo beneficiare dell'appoggio più continuo" - Anastasi: "E' la seconda volta che la Juventus risolve in Nazionale situazioni difficili" - Parola: "Sofferto più che a Dusseldorf" Sei juventini e due granata nella Nazionale che ha resistito agli assalti polacchi. Qualcuno diceva, che con II Riva dei bei tempi l'Italia avrebbe segnato due gol. Manca la controprova. In campo, con la maglia numero undici, c'era Paolino Pulici, il « bomber » granata indicato da tutti come l'erede di Riva. I pareri sulla sua prestazione sono discordi: c'è chi gli riconosce di essersi lodevolmente sacrificato in favore della squadra con i suoi ripiegamenti su Szimanowski e chi sottolinea le sue manchevolezze in un paio di situazioni-gol, nonché una certa riluttanza nei contrasti più rudi. Era la prima volta che Pulici giocava in Nazionale in trasferta e, per di più, contro una squadra tra le più quotate In Europa e animata da una feroce volontà di vittoria. » Non è vero che ho un cuor di coniglio — reagisce con decisione Pulici — non tiro indietro Il piede, incasso i colpi e II restituisco. Se volete informazioni più precise rivolgetevi agli avversari che mi marcano ». — Lei ritiene di aver dato il massimo a Varsavia? • Quando si debbono svolgere due compiti, le energie che si sprecano in uno non si possono più usare nell'altro — spiega l'attaccante granata —. E' inevitabile che qualcosa venga a mancare. Chi è abituato, in campionato, a vedermi partire da metà campo e puntare a rete con decisione, non deve trasferire la stessa immagine nella Nazionale di Varsavia. Dovendo attaccare e difendere, si perde un pizzico di lucidità, lo non rientravo, ad azione finita, per recuperare in "souplesse", ma dovevo immediatamente produrre un altro slorzo per centrare il mio avversario. In queste condizioni, quando poi si riparte in avanti, si arriva sui limiti dell'area avversaria un po' più tesi, con la paura di sbagliare: paura che poi ti fa sbagliare davvero, per eccesso di precipitazione. Ho perso un paio di palloni in avanti e solo in un'occasione, quella di testa, non sono saltato con il necessario tempismo: sull'altra, di piede, ho latto quanto potevo. Al gol sono andato vicino: vorrà dire che mi rifarò contro l'Olanda, se sarò confermato, e la soddisfazione di segnare la mia prima rete in maglia azzurra sarà doppia ». — Varsavia ha esaltato il calcio all'» italiana », ma in casa bisognerà cercare di imporre il gioco anziché subire l'iniziativa degli avversari: sarà possibile? » Won vedo problemi particolari — ribatte Pulici —. // calcio all'italiana è sempre uno dei più efficaci. Ci criticano perché tacciamo "muro", ma segnare contro di noi diventa un'impresa durissima. A Varsavia abbiamo rispolverato il vecchio modulo ed il risultato c'è stato, grazie ad una notevole prestazione corale, anche se individualmente qualcuno non ha potuto giocare al meglio. Nel 1" tempo le vere occasioni le abbiamo avute noi e non loro. Alla vigilia sentivo che avremmo disputato una bella gara e non mi sono sbagliato. In casa possiamo esprimerci sugli stessi livelli e noi punte beneficeremo dell'appoggio più continuo del centrocampisti che, in trasferta, è inevitabilmente ridotto e ci costringe a produrre spunti personali per andare a rete ». Anche Anastasi, come Pulici, ha dovuto spremersi in una doppia parte logorante. Nel primo tempo ha fallito un'occasione favorevole, ma si è battuto generosamente su ogni palla contro il gigantesco Zmuda, che lo sovrastava fisicamente. « Ho sgobbato ed ho preso dei colpi — dice Pietro —: su//a gamba sinistra ne porto I segni. Ho dato tutto quanto potevo, poi sono stato sostituito perché ero provato e perché bisognava contrastare gli sganciamenti di Szimanowski. Bettega era l'elemento ideale per questo tipo di lavoro ». Anastasi pone l'accento sull'apporto del gruppo-Juventus: • Anche se non era un vero "blocco" per la mancanza di elementi che completassero un reparto, c'era lo innegabile vantaggio di conoscerci e di effettuare scambi puntuali, passaggi semplici e precisi. La squadra ha reagito e lottato con grande impegno. E' la seconda volta che la Juventus risolve in Nazionale partite difficili. Il "blocco" potrebbe diventare tale, e fornire un rendimento superiore, con l'inserimento di un paio di pedine determinanti In cabina di regia ed a centrocampo ». Il riferimento a Capello e Furino è trasparente. Zoff, uno dei protagonisti, forse il miglior azzurro in senso assoluto insieme con Bellugi, dice: • Più che le mie parate determinanti, che sono state una o due, mi preme sottolineare che finalmente si è giocato dando prova di temperamento ». Boniperti è orgoglioso per II contributo dato dai sei bianconeri alla Nazionale. » Reagiscono sempre agli appuntamenti cosi importanti », dice il presidente della Juventus. Parola si associa. E' addirittura entusiasta dell'esperienza fatta a Varsavia al seguito della Nazionale. « In tribuna ho tifato e sofferto più che a Dusseldorf, dove almeno ero in panchina e potevo sfogarmi — osserva Parola —. Radice ed io ci siamo sentiti come i giocatori, abbiamo ritrovato l'entusiasmo della giovinezza di fronte alla grossa prova di carattere offerta dagli azzurri». Bruno Bernardi

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