E' ora di licenziare Gorski

E' ora di licenziare Gorski IL FATTO TECNICO Paradossale situazione a Varsavia: c'è chi ha cercato di far prendere abitudini italiane al football polacco E' ora di licenziare Gorski Kazimierz Gorski (si pronuncia Gurski) ha 54 anni, è un tipo non molto alto ma robusto, il viso solcato da rughe ora mobilissime ore ferme come solchi durante il discorso. Guida il calcio polacco dal 1971. glie lo affidarono con il preciso compito di puntare sui giovani e di porsi come primo traguardo il torneo olimpico di Monaco dell'anno successivo. Gorski esordì sulla panchina polacca il 6 maggio, appunto del 71, a Losanna con una beneaugurante vittoria per 4 a 2 sulla Svizzera. Da allora ad oggi, nelle Olimpiadi, ai campionati del mondo, in amichevole o in questo per lei sfortunato campionato d'Europa, la nazionale biancorossa ha vinto quaranta partite, ne ha pareggiate undici e perse dieci. Un curriculum più che soddisfacente quello dì Gorski e del calcio polacco, anche se sulla partecipazione alle Olimpiadi si può impostare la solita, per quanto giustificata, polemica sul reale status di gente come Deyna e Gadocha, dilettanti per la loro parallela qualifica di militari, studenti o impiegati di Stato, in realtà veri professionisti del pallone. Ma a livello di nazionali A il calcio polacco si è battuto e si batte fra pari grado, quindi I suoi risultati sono probanti e non prestano il fianco ad interpretazioni di parte. Adesso, il momento si è fatto difficile nei confronti di una opinione pubblica abituata ad avere una squadra da spettacolo e da gol, ma se qualcuno dovrà far posto a forze nuove, questi non sarà Gorski ma qualche giocatore. Le domande fatte, da noi italiani, a Gorski sulle possibili conseguenze dell'eliminazione della Polonia nel gruppo 5 del campionato europeo, hanno fatto sorridere il tecnico. Che Gorski sogni di diventare in campo mondiale un Herrera o un Kovacs (proprio ieri reinserito nei calcio romeno con compiti, anche se forse non graditi, di salvatore della baracca) ci sembra rientri in una logica delle cose umane, ma che si pensi di far scendere il football polacco sul piano del nostro ci sembra voler distorcere la realtà. La Federazione polacca, lo hanno detto ieri a Varsavia, dopo la sconfitta di Amsterdam ed il pareggio contro gli azzurri, mira invece ad iniziare un nuovo ciclo di programmazione (meno difficile del precedente, vista la base di partenza) che ha come primo traguardo le Olimpiadi di Montreal della prossima estate e come secondo i mondiali del '78 (in Argentina?). Un lavoro organico agevolato senza dubbio dalla assoluta disponibilità degli atleti per la selezione nazionale, ma arduo perché comporterà il sacrificio di elementi i cui nomi sono già entrati nella leggenda dello sport nazionale, come testimoniano le cartoline che portano l'effige di questo o quel giocatore in distribuzione presso tabaccai e cartolerie. Masczyc, trent'anni, è già stato messo fuori contro l'Italia, il ventinovenne Domarski — l'eroe di Wembley — venne eliminato dall'elenco dei calciatori di interesse nazionale già dopo i mondiali in Germania. Le « vittime » adesso saranno verosimilmente il ventinovenne Robert Gadocha che ormai gioca in Francia e quindi « non c'è più con la testa » come ci ha detto un accompagnatore della squadra, ed il pur grandissimo Deyna, la cui ancora lucida mente calcistica non è più servita da una adeguata potenza atletica. Già in Germania lo scorso anno Deyna non reggeva i 90 minuti, e Gorski pur non togliendolo di squadra doveva negli ultimi dieci minuti di ogni gara sostituire il centrocampista che più si era spompato correndo anche per il capitano (oppure, a risultato acquisito, toglieva Szarmach per mettere una mezz'ala in più avanzando lo stesso Deyna). Questa è la strada coerente che il calcio polacco sembra voler iniziar». Se si pensa che Zmuda ha 21 anni, Szarmach 25, Lato 25, Tomaszewski 24 (e deve quindi ancora entrare nel periodo migliore della carriera, per un portiere), Szymanowski pure 24 (con 50 partite in nazionale alle spalle, che esperienza), Kmiecik 23, Bulzacki 24, Gorgon (che tornerà in primavera) 27, non è difficile credere che alle Olimpiadi — eliminati i campioni stanchi, incentivato qualche giovane — la Polonia sarà di nuovo la migliore, con un occhio all'Argentina. Il problema tecnico, se si vuole, è legato alla sostituzione di Deyna, il cervello, « uomo importantissimo » secondo Gorski. Ed ancora contro di noi, pur giocando a ritmo di tango, l'asso del Legia Varsavia è stato uno dei più pericolosi per Zoff, inserendosi al momento opportuno in area azzurra. Ma i problemi tecnici della Polonia possiamo lasciarli a Gorski, visti quelli di casa. Ci premeva precisare che il calcio polacco è solo in lieve flessione, ma possiede una base solida. E' difficile che da domani cominci a Varsavia un tourbillon che travolga tutto e tutti come qualcuno di noi ha predetto a Gorski. fo. p. Il trainer Gorski