Ucciso forse per vendetta e gettato sull'autostrada

Ucciso forse per vendetta e gettato sull'autostrada Giovane sconosciuto con un colpo di pistola alla gola Ucciso forse per vendetta e gettato sull'autostrada Sulla Torino-Milano vicino al casello di Veveri (Novara) - La vittima: circa trent'anni con una cicatrice all'attaccatura dei capelli - Nello stivaletto sinistro aveva una rivoltella - Identificazione diffìcile (Dal nostro corrispondente) Novara. 27 ottobre. Un uomo non ancora identificato, è stato ucciso con un colpo di rivoltella alla gola e gettato in una scarpata dell'autostrada Torino - Milano, nei pressi del casello di Novara. La polizia ritiene debba trattarsi di un regolamento di conti. Il cadavere è stato scoperto alle 10,30 di stamane, da Carlo Mantovan, 62 anni, un manovale dipendente dell'impresa Barcarolo di Oleggio che appalta lavori di pulizia e diserbo lungo l'autostrada. « Mi accingevo a falciare l'erba sulla piazzala distante poche centinaia di metri dal casello di Veveri, in direzione di Milano — ha detto — quando ho scorto il corpo bocconi nella scarpata. Pensavo ad un incidente ed ho informato la polizia stradale ». E' accorsa una pattuglia al comando del capitano Mattaliano, ma sono bastati pochi minuti per rendersi conto che si trattava di un omicidio. Sono allora intervenuti gli agenti della squadra mobile e della scientifica guidati dal commissario dottor Madia e dal sostituto procuratore della Repubblica, dottor Canfora accompagnato dal perito settore, professor Isalberti. Lo sconosciuto giaceva bocconi sull'erba, seminascosto dalle sterpaglie che delimitano la piazzola, in una pozza di sangue raggrumato; una parte del viso sfigurata dall'assalto dei roditori. Il primo sommario esame non ha evidenziato il colpo d'arma da fuoco alla gola scoperto soltanto nel pomeriggio, durante l'autopsia. Gli assassini hanno tolto alla vittima i documenti e qualsiasi altro elemento utile alla sua identificazione. Per dare un nome all'ucciso, sono state rilevate le impronte digitali: se si tratta, come si ha ragione di ritenere, di un pregiudicato, entro domani si saprà chi è. Può essere utile, allo stesso fine, la descrizione della vittima. Si tratta di un uomo sui 30 anni, alto un metro e 70, di taglia atletica. Un segno inconfondibile: una vasta cicatrice poco sopra l'attaccatura dei capelli che la vittima copriva con un parrucchino. Gli indumenti: jeans blu, maglia girocollo dello stesso colore sotto una camicia scozzese marrone. Un giubbotto di fustagno nocciola e al polso un orologio d'oro « Zenit » fermo sulle 8,30 e con il datario che segnava il giorno 24. Ai piedi stivaletti marrone, nuovi fiammanti con la suo¬ la recante ancora il bollino della fabbrica. In quello di sinistra era infilata una rivoltella « Magnum » special 357, carica, con i numeri di matricola limati. Quello della cicatrice e del parrucchino è, per ora, il solo elemento per arrivare I all'identificazione. Il partico j lare viene controllato negli ambienti della malavita pie montese e lombarda dato che gli inquirenti sono convinti che l'ucciso appartenesse a quella cerchia. Il fatto che avesse infilata nello stivaletto una « Magnum », l'arma preferita dai killer, giustifica tale sospetto. « Partiamo dal nulla — ha dichiarato, questa sera, il dirigente della mobile, Aldo Madia — soltanto con l'identificazione potremo dare un indirizzo alle indagini anche se a tutta prima tutto lascia credere ad un regolamento di conti ». Sulla dinamica del delitto, l'autopsia, eseguita dal prof. Isalberti e protrattasi per oltre tre ore, non ha fornito elementi importanti. Il colpo mortale alla gola è stato esploso da una rivoltella di grosso calibro (forse una 38) e la pallottola è stata trovata sotto la volta cranica. Ma la vittima è stata anche picchiata come stanno a dimostrare alcune ecchimosi al volto. La morte non dovrebbe risalire oltre le 24-36 ore. Si avanza anzi l'ipotesi che il delitto sia stato consumato ieri notte o, al più tardi, sabato. Forse è avvenuto lontano da Veveri. L'eventualità di un suicidio (a parte il fatto che la rivoltella è stata rinvenuta nel fodero) è stata scartata, nel corso dell'autopsia, attraverso la prova del guanto di paraffina. Piero Barbe i !

Persone citate: Aldo Madia, Barcarolo, Canfora, Carlo Mantovan, Isalberti, Madia, Mattaliano, Piero Barbe

Luoghi citati: Milano, Novara, Oleggio, Torino