Tensione e dolore ai funerali degli agenti uccisi a Viareggio di Francesco Santini

Tensione e dolore ai funerali degli agenti uccisi a Viareggio Erano presenti il ministro Gui e il capo della polizia Tensione e dolore ai funerali degli agenti uccisi a Viareggio La città, commossa, ha seguito i feretri - Alla stessa ora tre banditi incappucciati hanno dato l'assalto ad una banca di Lido di Camaiore fuggendo con un bottino di oltre dieci milioni lDal nostro inviato speciale) Viareggio, 24 ottobre. Una rapina, a Lido di Camaiore, poco prima delle 13, ha turbato il lutto della Versilia, immersa nel dolore teso e pieno di rabbia per la strage di Viareggio. La città si preparava a rendere omaggio al sottufficiale e ai due agenti falciati dalle armi di Battini e di Federigi quando, d'improvviso, si è saputo che tre banditi incappucciati avevano assaltato l'agenzia del «Monte dei Paschi». Un bottino di 10 milioni e una fuga rapida e incontrastata. Polizia, carabinieri, alti ufficiali erano in attesa delle autorità, le strade zeppe di folla e di rappresentanze in divisa. L'assalto alla banca è arrivato in un momento in cui Viareggio, indifesa, preparava il saluto al brigadiere Mussi, agli appuntati Lombardi e Femiano. Una città intera ai funerali, una folla muta ma esasperata attorno ai parenti che il mini¬ mmacvlstro dell'Interno Gui e il ca- ! dpo della polizia Menichini i vhanno salutato con commo- ' szione evidente, priva di uffi- i scialità. Nel silenzio soltanto il | fgrido di un figlio: il primo incontro di un adolescente con il dolore che lascia atterriti. Poi la promessa strappata al ministro dal fratello di ; Mussi; è stato per quattro anni in polizia e adesso vuole riprendere il suo posto: «Io non mi muovo di qui — ha 1 detto dinanzi alla bara — se leu ministro, non mi promette che mi fa rientrare nella ps». Vuole indossare di nuovo la divisa per lottare contro i banditi, coltro chi, ancora stamane, con la rapina in banca, ha voluto dimostrare che la Versilia è terra di nessuno, che la strage del bosco di Forte dei Marmi nulla ha cambiato. Conclusi i funerali nella chiesa di San Francesco, il ministro e il capo della polizia si sono fermati a collo- ssli, incaricato dell'inchiesta. E stato un incontro breve ma I esauriente: di nuovo Gui ha ; sollecitato «severità e decisio '. neì) j L'ordine del ministro semquio con l'ispettore Romane}- bra rispettato e, proprio stamane, per la prima volta a j tre giorni dalla strage, il vice 1 questore Rodolfo Venezia che guidava i venti uomini nel bosco di Querceta, ha rotto il silenzio. Si è dissociato dalla «verità ufficiale» offerta ai giornalisti dal questore di Lucca Raffaele Gargiulo e, nel { difficile compito di raccontare la verità pur senza pole-1 mizzare con un superiore, si è I mostrato efficace ed esauriente. Negli uffici della Procura | della Repubblica di Lucca, il \ j funzionario ha precisato ai cronisti: «I fatti, così come; ! sono andati, io li ho racconta- ; | ti. a caldo, al Procuratore del-j ■ la Repubblica Vital, a Querce- ; ! tu. A casa, la sera, ho preso ■ appunti, ripetendo quello che ìavèvo già detto al mattato». — Ma, allora, la conferenza stampa del questore? «Io — ha risposto deciso il funzionario — di quella conferenza stampa non ne voglio nemmeno sentire parlare». — Ma il dottor Gargiulo — gli è stato fatto notare — ha dichiarato ai cronisti di aver riferito sulla base della sua testimonianza... «No commetti — ha risposto —, comunque non mi fate entrare in polemica con il questore di Lucca». — Ma, allora, quanti eravate nella palazzina? «Sei persone: io, i tre che i i [i : i I ; [ : I • \ i| sono morti, il maresciallo Cri- i sci, che è gravissimo, e l'agen- \ te Guarirli». : — Sei, quindi, non tre come! è stato detto in questura... 1 «Certo, sei. Un altro grup-' petto era subito fuori della porta e altri ancora erano appostati nel bosco: venti in tutto. Io non ho mandato i miei uomini al macello, sono entrato coti loro, conte ho sempre fatto con gli uomini in tutte le operazioni. Ricordate la sparatoria con Cavailero? Non dico mai andate e me ne sto indietro. Se c'è da' morire muoio al loro fianco, anzi sono disposto a sacrificarmi per primo». — Ma, allora, perché una versione ufficiale diversa dalla verità? «La realtà dei fatti spesso è distorta quando si ascoltano versioni non collaudate, non so per colpa di chi sia succes so, forse per mancanza di in formazioni dirette...». — Ma chi è questa fonte diretta se non il questore? è stato domandato al dottor Venezia. «Il questore? In questo ca- \ so penso di essere io e i miei | agenti l'unica fonte diretta e \ io ho parlato soltanto con il \ magistrato». — E non con il questore? «Io — ha risposto il dottor Venezia — ho parlato soltan- j to con il 7nagistrato: la verità è una e io non Ivo paura perche nulla debbo nascondere», i La verità, quindi, è quella raccolta dalle testimonianze ' dei protagonisti: la polizia entrò nella casa ancora in co- : struzione nel bosco di Forte dei Marmi e Giuseppe Federi-] gi, che era apparso in mutan-1 de, chiese il tempo di vestirsi: | spari dietro la porta a vetri, ' girò la chiave nella serratura, i poco dopo le raffiche di mi.' j tra sventagliate sul gruppo di poliziotti in attesa. ; La polemica non è esaurita, il Procuratore di Lucca, Vital. j j 1 nell'incontro con i cronisti è i apparso deciso: «Dovete star ; tranquilli —■ ha detto — l'in-1 i chiesta è all'inizio ma abbia- ! mo fretta perché vogliamo al j [più presto i responsabili deli i triplice omicidio in Corte: d'Assise». Gli si domanda se, nel rico- struire gli attimi della strage, \ | \ \ j i ' : sono emerse divergenze: «Ciascuno è responsabile di quello che ha detto — dichiara — ma non posso aggiungere nulla». Ha incriminato qualche teste per reticenza? «Ancora non so quale sia la verità, non posso rispondere quindi a questa domanda». Allora la successione dei fatti non è ancora certa? «Questo io non l'ho detto — ha risposto Vital — non mi fate dire una cosa per un'altra». Si apprende che la perizia con il «guanto di paraffina» ai banditi ancora non è stata depositata e un altro magistrato interrompe il Procuratore per intervenire: «Comunque — dichiara ai giornalisti — ricordatevi che la prova del guanto di paraffina non è definitiva». E' vero che è stata fatta con tredici ore di ritardo? domanda qualcuno al Procuratore. «Io so quando l'ho ordinata — risponde Vital — ma non posso dire quando è stata fatta. Comunque, scrivete pure "puntual- ] mente"». 1 Arriva il Procuratore capo | della repubblica di Firenze, ' dottor Padoin, e dice: «Que i sto è il momento di onorare i j morti, ma è bene pensare so- prattutto ai vivi perché la ; strage di Viareggio, in futuro. non (leboa ripetersi». j Francesco Santini