Il dirigente rapito ha raccontato la sua prigionia Ml brigatisti mi picchiavano durante il processo,, di Francesco Fornari

Il dirigente rapito ha raccontato la sua prigionia Ml brigatisti mi picchiavano durante il processo,, II capo-personale dell'Ansaldo è tornato a casa coperto di lividi Il dirigente rapito ha raccontato la sua prigionia Ml brigatisti mi picchiavano durante il processo,, Le Brigate rosse hanno ufficialmente rivendicato la paternità del sequestro - "Mi hanno fatto tante domande, mi accusavano di cose assurde" - I sindacati dicono: "Una azione teppistica proprio alla vigilia dei rinnovi contrattuali" i Dal nostro inviato speciale) I Genova, 23 ottobre. I Col consueto sistema del messaggio lasciato in una ca-1 ^ telefonica, stamane le! Brigate Rosse hanno «ufficiai mente» rivendicato la paternità del rapimento di Vincenzo Casabona, capo del personale dell'Ansaldo di Genova Sampierdarena. In proposito non c'erano dubbi: ieri sera, cinque ore dopo il sequestro del dirigente, una telefonata anonima, informando che l'ostaggio era stato lasciato a Recco, aveva annunciato che si trattava di un'azione delle Brigate Rosse; lo stesso Casabona, trovato incatenato ad un albero nei pressi di una discarica pubblica, aveva detto ai suoi «aratori riìTc'L.ro"stato £ÌS' 11D' to dai brigatisti. Dopo un periodo di silenzio seguito all'uccisione della «comandante Mara», la moglie di Curcio, capo riconosciuto del sedicente «braccio armato della sinistra italiana» e ad una serie di arresti, le Brigate Rosse si sono rifatte vive in marnerà clamorosa, in meno di 24 ore! hanno rapito due dirigenti in-1 l dustriali: Enrico Boffa della j t Singer, a Torino e Vincenzo ; v1 Casabona, a Genova ! Coperto di lividi, rapato a zero, dolorante ed umiliato, il capo del personale dell'Ansaldo tenta di dare una spiegazione al rapimento. «Anche dopo le minacce che mi avevano fatto quand'era stato sequestrato il dirigente della Fiat Amerio, a Torino, ho continuato a fare il mio mestiere senza tenerne conto», afferma, ed aggiunge con tono desolato: «Io sono fatalista». Ettore Amerio era stato rapito due anni fa: in quei giorni all'interno dello stabili-1 c2dtpimm!°„dL?,am?ie^ no stat, diffusi volantini delle dBrigate Rosse con la frase | v«Oggi ad Amerio, domani a Casabona», il testo del messaggio lasciato oggi dai brigatisti, si inizia «Ieri Amerio, oggi Casabona». «Due anni fa la posizione di Casabona all'Ansaldo era ancor meno importante di quella che ha assunto oggi», dico Bs!?°Ju operai del consiglio di fabbrica dello stabilimento. Ed aggiungono: «Non che adesso conti molto di più: Casabona è soltanto un esecutore, non rappresenta la politica aziendale, è l'uomo di pa ssusLcpSTin 'ó^M^n^«un7deUe i Asii io aenniscono «una aeue j rpstgbptglia della direzione». Nel loro '■ vcomunicato, invece, i brigati- : mpedine principali» nella politi ca «di repressione e di rista- tivo all'Ansaldo». ti «accuse asside», ribattono !' gli operai, tutti uniti nel con-1 "S dannare simili azioni di teppi^ ^ I smo "politictiTchè muocioho I S alla causa operaia: le Brigate \ S I Rosse non hanno niente a che fare con i lavoratori. Questa è ',. ; ta strada per andare a destra, \ ; ed a destra i lavoratori non] : vogliono andare. Simili episo- \ ; di sottolineano l'urgenza di 1 un problema che ci tocca tut-. ; ti da vicino: in Italia bisogna [ | salvare la democrazia ». I brigatisti affermano che ; Casabona, interrogato sulla ! sua attività spionistica e sui metodi usati per creare un I clima terroristico all'interno della fabbrica, ha «svelato e confermato nomi e fatti» e spiegano che «successivamen- ' \te e stat0 "rapato" come si j addice ad un fascista suo pa ! ri», contraddetti di nuovo dai I dirigenti del consiglio di fab brica, concordi nel definire il capo del personale «antifascista, sempre disposto a trattare, una persona con la quale , si può ragionare». Condannate dalle organiz1 zazioni sindacali e dai lavora- j tori, si ha quasi l'impressione j che le Brigate Rosse questa i volta abbiano commesso un i passo falso finendo con l'alie ! narsi le residue briciole di 1 simpatia su cui potevano an¬ ! cora contare fra la classe ope I raia. Proprio per dimostrare j 1 contro queste «azioni teppisti- \ | che e criminali», gli operai dei due stabilimenti dell'Ansaldo, a Campi ed a Sampier-1 darena, stamane hanno fatto uno sciopero di un quarto d'ora. In un comunicato diffuso dal consiglio di fabbrica, sottolineano come «queste gesta si registrano in momenti specifici che coincidono con l'impegno della classe lavora trice che si appresta ai rìnno vi contrattuali» Per Vincenzo Casabona l'incubo che si è iniziato ieri alle 20, quando è stato aggredito davanti al portone di casa, tramortito con un pugno e portato via su un furgone sot¬ e o , e ¬ to gli occhi atterriti del figlio Luigi, di 11 anni, non si è ancora concluso. Oggi è stato interrogato dal procuratore della Repubblica Coco, dal sosti tuto procuratore Testa e daldirigente dell'antiterrorismoEsposito («forse le BrigateRosse stanno conoscendo illoro crepuscolo, non hannopiù un'organizzazione, basi,; nascondigli, sono costretti a ! ricorrere ad azioni-lampo per| che non hanno prigioni dove j nascondere gli ostaggi», ha detto il funzionario commen-! tando il rapimento e la sue-cessiva, rapida liberazione- della Vlt*una): ha dovuto ne-vocare le drammatiche ore vissute col terrore che acca-- rirreparabile, umiliatoi icchiat sbeffeggiato daii I - suoi rapitori che, implacabilia : Fu rinfacciavano colpe reali oi i immaginarie, «processando-, 0>> in norne di un stornati I co «tribunale del popolo» chei! aveva Sia pronunciato la sena tenza ancora prima di incoe-1 mmciare- A1 magistrato il ca1 po del personale ha detto chei brigatisti gli hanno ingiuntoprima di andarsene, di non riprendere il suo posto di lavoto all'Ansaldo. «Questo è soltanto il primo avvertimento»avrebbero detto con tono minaccioso. Casabona ci ha ricevuti nelo i salotto del suo alloggio, al seo | condo piano di un'antica casan j n.°l centro di Arenzano. t- ; Con voce piatta, ha detto dia ba a e a e e essere stato caricato sul furL '° teSt° »°? f ca™™C° 6 ^Sh schienZ Dop° un ^reYee-1 viaggio, «due o tre minuti! non di più», è stato trasferito su un'altra vettura, «forse una familiare perché aveva un grosso vano dietro dove mi hanno fatto sdraiare». Un lungo tragitto, «almeno 40 mi miti», poi «mi hanno tolto il cappuccio e, dopo avermi messo una benda sugli occhi, mi hanno fatto scendere. Mi hanno incatenato ad un albero, nello stesso posto in cui bona sembrano smarrirsi nei meandri della memoria. «E' sono stato trovato dalla polizia». Quello che è accaduto in se guito è piuttosto confuso, al l'improvviso i ricordi di Casa tatto molto confuso, mi han no fritto molte domande, quando esitavo a rispondere mi colpivano con pugni allo stomaco. Pugni violenti, che mi mozzavano il fiato». Ha avuto l'impressione di essere processato? «Si. forse. Mi hanno fatto tante domun de, mi accusavano di cose as surde». Che cosa volevano sa pere? «Non ricordo, stavo mate, avevo paura. Mi hanno interrogato sulla società, sui dirigenti. Mi hanno fatto mol te domande sulla Cassa inte graziane: quando ho detto che all'Ansaldo nessun operaio è stato messo in Cassa integrazione, sì sono arrab biati. Mi hanno picchiato di- cendo che ero un bugiardo». Poi l'ultima umiliazione, «Mi hanno afferrato per i ca pelli e me li hanno tagliati con .le forbici». Un guizzo di 1^%^^^^ ladani UflS Za volta al tempo Mozione eleWO- Ho di ricino» "° al rumo». Francesco Fornari

Persone citate: Amerio, Curcio, Enrico Boffa, Ettore Amerio, Pugni, Singer, Vincenzo Casabona

Luoghi citati: Arenzano, Casabona, Genova, Italia, Torino