Il psi non vuole una crisi "immediata,,

Il psi non vuole una crisi "immediata,, Una decisione che rende meno incerto il difficile quadro politico Il psi non vuole una crisi "immediata,, Roma, 23 ottobre. La segreteria del psi ha sciolto oggi le riserve sul governo: non intende provocare un'immediata crisi, valuterà la situazione solo dopo la fine dei negoziati fra Moro-La Malfa e le Confederazioni, non condivide affatto le pressioni oltranziste fatte da esponenti socialisti, soprattutto del gruppo di Mancini. Questa importante decisione, che rasserena per il momento il difficile quadro politico, è stata presa all'unanimità, senza obiezioni da parte di Mancini e di Landolfi, suo «vice». Il «problema governo» è stato esaminato nella prima ora della riunione. De Marti- no ha ricordato l'impegno dell'ultimo comitato centrale di considerare «prova decisi- li» per l'esecutivo l'esito del- le trattative con i sindacati. Poiché, sinora, sono andate bene, ha proposto con forza di attendere la conclusione degli incontri per convocare la direzione, cui sottoporre l'esame dei rapporti con il governo. Non solo; De Martino ha sconfessato la «lìneu del 2 novembre», cosi chiamata perché uno dei manciniani,, Neri, aveva previsto e quasi preannunciato che i socialisti avrebbero fatto cadere il bicolore per il giorno dei morti. Il deciso atteggiamento di De Martino è stato condiviso da Nenni, presidente del partito, da Mariotti, capogruppo dei deputati socialisti, e da Lombardi, leader della sinistra interna. A quanto si è saputo, non c'è stato dibattito. j Mancini ha taciuto e ha vota to per il rinvio d'ogni valuta zione, sicché lo scrutinio fina le è risultato unanime. Era prevedibile che i socia- listi assumessero una posizio- ne di prudente attesa per i seguenti fattori. Il governo e i sindacati hanno concluso già accordi rilevanti (l'intesa globale, gli aumenti delle pensio: ni statali, quella per i ferrovieri); il pei, il consiglio naI zionale della Cgil e la Federaazione unitaria sono contrari alla crisi. Infine, ha avuto un peso notevole il riconoscimento al psi di «interlocutore prioritario» fatto ieri, alla vi| gilia della segreteria socialiI sta, dal ministro Morlino, che , è vicinissimo a Moro. Stamane VAvanti! reagiva con sodi disfazione, augurandosi che ! alle parole seguano i fatti e ; notando che Morlino ha ammesso la necessità di un prò ! t'ramma più incisivo, come ! chiedono i socialisti. Respingendo la crisi immediata, il psi non rinuncia alle sue richieste essenziali: muta 1 menti profondi nella linea economica del governo e un programma che coinvolga in qualche modo la responsabilità dei comunisti. Si tratterà di scegliere gli strumenti adatti per dibattere i due problemi. I socialisti, nel complesso, temono che una loro mozione in Parlamento favorisca manovre di gruppi democristiani a danno del governo e di Zaccagnini, duramente impegnato nel rinnovamento della de. Un preannuncio del programma che Zaccagnini sta preparando si è avuto nella relazione che il vicesegretario de Galloni ha rivolto ai dirigenti della «Base». In essa insiste sulla esigenza di «una torte proposta programmatica della de», che provochi un confronto con il pei e i sindacati, inducendo i socialisti a non insistere per un inserimento dei comunisti nella | maggioranza «che la de non potrebbe accettare». Se i co- munisti «convergessero» sul programma, aggiunge Gallo-ni, vorrà dire che «esiste una sostanziale unità nazionale suuna politica di cambiamento e sugli strumenti per cttuar- la». Forlani a sua volta ha ri-petuto «Basta con le lotte dicorrente, dobbiamo aiutareZaccagnini e bisogna — ha sottolineato — che lui si faccia aiutare». Ha poi esclu-so di «coltivare i! desiderio» di diventar segretario della de aggiungendo però che «in giro qualcuno vuole il mio ritorno» e ha ricordato che, a differenza di Zaccagnini, «io sono già stato alla segreteria in un periodo di grosse difficoltà». L'interpretazione corrente è che abbia lanciato la propria candidatura per il congresso. Se nel psi la fisionomia uni- taria fissata per il congresso ha avuto oggi una conferma, nel psdi prosegue il travaglio post-15 giugno. Oggi in direzione il presidente Saragat ha chiesto la convocazione di un congresso straordinario «prima di quelli socialista (febbraio) e democristiano (primavera)» da preparare con una gestione collegiale del partito (Romita e Ferri hanno appoggiato la richiesta). Ufi' la via per riacquistare la necessaria credibilità che, se non totalmente perduta, certo fi molto ma molto indebolita», ha detto Saragat, ripetendo che il psdi deve battersi per la giustizia sociale e la libertà: «No?i possiamo voltare le spalle ai nostri ideali». Tanassi, in precedenza, aveva difeso la propria gestione, si era detto contro il congresso straordinario. Lamberto Fumo

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