"Ho venduto per dieci miliardi di diamanti,,

"Ho venduto per dieci miliardi di diamanti,, Chiamate in giudizio tre ditte belghe "Ho venduto per dieci miliardi di diamanti,, Ora il rappresentante reclama la provvigione: 315 milioni - La controversia di fronte al magistrato verte sulle vendite dirette e "indirette" Un rappresentante di diamanti industriali con l'esclusiva per l'Italia, ha fatto causa a tre ditte belghe chiedendo che gli siano pagati 315 milioni di provvigioni corrispondenti a un giro di affari per oltre dieci miliardi. E' Luigi Riya, 52 anni, via Cigna 78, assistito dagli avvocati Paolo Pini e Verena Brignani. Le tre società sono: l'Industriai Diamond Supplies (Anversa) rappresentata dall'amministratori Sigmund Tas; la Dtamonds Tool Tasco (Wilrijk) e la società Muldiam (Anversa) rappresentata dall'amministratore Leon Deneve. I belgi sono assistiti dagli avvocati Antonio Fiore e Gino Cavalli. La causa di lavoro è incominciata ieri mattina davanti al pretore dott. Converso s si prevede richiederà qualche tempo per esaminare tutta la complessa docu- . mentazione esibita dalle parti. I fatti, in breve, sono questi. Nel gennaio '56 la società I.D.S. (In- 1 dustrial Diamond Supplies, il cui maggior azionista è Jonatla Wegloop) di Anversa nomina Luigi Riva suo rappresentante esclusivo per l'Italia sia negli affari diretti sia in quelli indiretti che sarebbero intercorsi tra i fabbricanti belgi e le ditte italiane che impiegano diamanti industriali nelle loro lavorazioni. In seguito, alla I.D.S. si associano le altre due ditte che cominciano a spedire diamanti in Italia. Tra le varie aziende che Luigi Riva ha come clienti, vi sono la Cappelluzzo e Jenna, la Indit e la Moldìam (da non con- fondersi con la Muldiam) tutte con sedi a Torino. Nell'esposto degli avvocati Pini e Brignani, è scritto che la Cappelluzzo e Jenna ha acquistato diamanti, dal '60 a oggi, per 450 milioni; la Moldiam più di mezzo miliardo; la Indit — sempre dalle tre associate belghe — merce per 100 milioni. Su ogni commissione, il rappresentante italiano aveva una provvigione che variava, a seconda del prodotto (diamante o polvere di diamante) dall'I al 3 per cento. Successivamente, però, le fabbriche di Anversa cominciarono a trattare direttamente con le aziende italiane e non pagarono più le provvigioni al Riva su questi affari « indiretti ». Secondo i legali di Luigi Riva non ci sono dubbi che la I.D.S., in base al contratto stipulato nel '56 e rinnovato con lettere successive, è tenuta a pagare tutte le provvigioni « dimenticate », calcolate in 315 milioni. Ieri, in aula, erano presenti i funzionari belgi, tra cui Jonatha Wegloop: un'interprete fiamminga ha dovuto, non senza difficoltà, tradurre le complicate espressioni giuridiche alle rispettive parti. Funzionari delle ditte belghe davanti al pretore del lavoro

Luoghi citati: Anversa, Italia, Torino