Dirigente dell'Ansaldo sequestrato a Genova forse dalle Brigate rosse di Giorgio Bidone

Dirigente dell'Ansaldo sequestrato a Genova forse dalle Brigate rosse Da vanti a casa, sotto gli occhi del figlio di 11 anni Dirigente dell'Ansaldo sequestrato a Genova forse dalle Brigate rosse E' 11 dottor Vincenzo Casabona, 47 anni - Due anni fa era stato minacciato dai brigatisti (Nostro servizio particolarei ; Genova, 22 ottobre. j Il capo del personale dello stabilimento di Sampierdareria dell'Ansaldo Meccanico Nucleare, dott. Vincenzo Casabona, di 47 anni, è stato rapito questa sera da ; un « commando » di quattro uomini armati mentre rientrava nella sua abitazione ; di Arenzano insieme al figlio undicenne Luigi. Anche se non lo ammettono esplicitamente, polizia e carabinieri j ritengono che il sequestro sia opera delle « Brigate rosse ». Circa due anni fa. il 14 di-1 cem'ore 1973, infatti, all'Interno dello stabilimento mecca-1 nico, vennero trovati alcuni ' volantini nei quali, dopo a-1 ver inneggiato al rapimento del capo del personale della Fiat, cav. Amerio, era scritto: « Oggi Amerio, domani Casa-1 bona ». I volantini, secondo l'ufficio politico della questu- ] ra di Genova, vennero attribuiti alle « Brigate rosse » in ; quanto « di contenuto e for-, malo analogo a quelli trovati | pa Torino dopo il rapimento i bie/, rag. Amerio ». Il fatto, tra ', ul'altro, aveva suscitato molto stupore a quell'epoca in quanto il dott. Casabona è sempre stato considerato un dirigente molto comprensivo, niente affatto un « duro ». Il sequestro è stato compiuto con la stessa tecnica usata dalle i< Brigate rosse » rfslcmlper j-apire, il 18 aprile dello scorso anno, il Sostituto Pro- 1 curatore dott. Mario Sossi. Stasera il dott. Casabona, dopo essere uscito dall'» Ansaldo », era passato a prendere il figlio Luigi che aveva trascorso la giornata presso alcuni parenti. Pochi minuti prima delle 20 il dirigente industriale è giunto in via Capitano Romano ad Arenzano t paese quasi ai confinì fra te province di Genova e Savona i dove sorge il condominio in cui abita con la famiglia. Ha parcheggiato l'auto nel « box », che si trova nei fondi del caseggiato, ed è uscito insieme al figlio. Al momento di entrare nel portone di casa il dr. Casa-bona è stato affrontato da tre uomini (mentre un quarto rimaneva alla guida di un furgone poco discosto) che secondo gli accertamenti e le prime testimonianze raccolte dalla polizia, non erano mascherati e impugnavano le pistole. Mentre il bambino, terrorizzato, si metteva a piangere, i quattro rapitori hanno cercato di immobilizzare il dirigente. In quel momento, ad alcuni metri di distanza, transitava un uomo che, vista la scena, ha cercato di intervenire in difesa del dott. Casabona. Agendo con estrema freddezza, i rapitori gli hanno spianato contro le armi e uno di essi gli ha addirittura esploso da breve distanza un colpo di pistola a scopo intimidatorio, costringendolo a fuggire. Mentre il piccolo Luigi, atterrito, cercava scampo nel portone di casa, i rapitori hanno stordito il dott. Casabona usando probabilmente dell'ovatta imbevuta di ciò- roformio, e quindi l'hanno caricato di peso su un fur gone di colore grigio con una porta laterale, che è poi partito a tutta velocità, seguito da una vettura blu di piccola cilindrata (probabilmente una "126"). Secondo le dichiarazioni del piccolo Luigi, il furgone è targato Genova e i primi numeri di targa sono «55 ». Luigi Casabona, in stato di choc, ha salito di corsa le scale e ha dato l'allarme. La moglie del professionista ha immediatamente telefonato a polizia e carabinieri che dopo pochi minuti hanno raggiunto il luogo del rapimento. SuU'« Aurelia » e sull'autostrada Genova-Savona sono stati istituiti posti di blocco ma fino a tarda notte non è stata trovata alcuna traccia delle due vetture usate per il sequestro. Probabilmente i rapitori hanno raggiunto una « base » vicina ad Arenzano e il piano deve essere stato studiato fin nei minimi dettagli. Vincenzo Casabona, quarantasettenne, laureato in legge, è sposato da una quindicina d'anni con Ludovica Boggia, no, figlia di un notaio di Arenzano ed è cugino dell'on. | Carlo Russo (de), di Savona. : Appartiene a una solida famiglia della borghesia; la sua bella casa di Arenzano è in I uno stabile di proprietà del suocero. ; Casabona — che non è un personaggio di primo piano tra i funzionari e i dirigenti delle aziende Iri genovesi — può essere definito un « uo■. mo tranquillo »: un po' pigno| lo, diligente burocrate, ha svolto tutta la sua carriera all'« Ansaldo » e si è sempre occupato di questioni legali e ! di organizzazione del personale. Dopo lo scorporo, negli an• ni scorsi, della vecchia « Ansaldo » in diverse società, fu nominato capo del personale del « meccanico nucleare », il : settore meno « caldo » dell'azienda. Quando nel dicembre 1973 ! Casabona venne minacciato i dalle Brigate rosse, il dirigente, per qualche tempo, fu ; scortato da agenti in borghel se. I Giorgio Bidone