Tre polizziotti assassinati da banditi a colpi di mitra di Francesco Santini

Tre polizziotti assassinati da banditi a colpi di mitra Esecrazione in Italia per la spietata strage di Forte dei Marmi Tre polizziotti assassinati da banditi a colpi di mitra Altri 3 feriti: uno morente - Le vittime sono due agenti e un brigadiere - Erano andati ad arrestare un rapinatore evaso che aveva trovato ospitalità da un complice - Catturati gli uccisori (Dal nostro inviato speciale/ Viareggio. 22 ottobre. Tre uomini della polizia abbattuti a raffiche di mitra, un sottufliciale in fin di vita e due agenti feriti stamani: in Versilia, nell'entroterra di Forte dei Marmi, in un conflitto a fuoco con due rapinatori che sono stati poi catturati: è l'ultimo prezzo pagato ad un banditismo di provincia nuovo c pronto ad uccidere ma, ancora una volta, sottovalutato. Una strage, quindi, e due versioni offerte al cronista: la prima, ufficiale, sulla falsariga del rapporto preparato per il ministero dell'Interno, di un mitra che spara d'improvviso e fulmina tre uomini della polizia nel corso di una perquisizione in una casa che appare disabitata; la seconda, più inquietante, di un testimone, un sottufficiale: era presente e non ha taciuto lo stratagemma che ha I consentilo ai banditi di im pugnare le armi per uccide- j re a sangue freddo i poliziot- j ti in attesa. Ad ingannare il gruppo de spli agenti guidati dal viceque-1 sstore Venezia, giunto da La ! tSpezia per coordinare l'opera- ; szione d'arresto di un pericolo- j zso rapinatore, Massimo Batti-1 mni, 28 anni, è stata sufficiente la frase di uun complice del j csmihmalvivente, Giuseppe Federigi, 20 anni. Si è presentato agli agenti e ha detto: «Un momento, veniamo subito fuori, il tempo di vestirci». E' rientrato nella stanza da letto e dalla porta a vetri sono par-1 nte due raffiche mortali. | Una sequenza doppia di col-1 pi e cadono il brigadiere j Gianni Mussi, 30 anni, l'ap- ! puntato Giuseppe Lombardi, '54 anni, e l'agente Armando,Femiano, 46 anni. Centrati al I volto, muoiono all'istante, ac- canto, ancora due corpi, quello del maresciallo Giovanbattista Crisci, che è in fin di vi| ta con due proiettili nell'addome, e quello dell'agente Domenico Guarini, 22 anni, raggiunto ad un braccio. Riescono a sottrarsi ai proiettili il vicequestore Venezia e l'agente Belmonte. Sette uomini della polizia, quindi, sorpresi dal fuoco di ! dere'pur"^ pronti a sparare pur di rag giungere il bosco fitto di pioppi e di querce che circonda, oltre un fragile recinto di1 canne, una casa non ancora ultimata ma dove si sapeva di ; trovare Massimo Battini che ' a 28 anni ha già al suo attivo condanne per 18 anni, un'evasione, un tentato omicidio. E' qui che si nascondeva, e di lui adesso il questore di: Lucca, Raffaele Gargiulo, racconta di non averne ignorato la pericolosità: «Avevamo molti ordini di perquisizione 1 i f^P°r.tare. a termi?f~*[% i 1 alto funzionario nel corso di una conferenza - stampa al I I ' ! ' : ; 1 - j j commissariato di Viareggio — e si è concordato di mandare sul posto venti uomini al comando del dott. Venezia, un funzionario brillante ed esperto che guida la squadra mobile di La Spezia: sapevamo che avremmo trovato Battini in casa di Giuseppe Federigi, e tutto è stato fatto secondo le regole». Il questore ha detto che all'alba venti uomini si sono mossi da Viareggio, hanno I raggiunto il bosco che alle spalle di Forte dei Marmi separa Querceta da Montigno sa «Sapevamo di trovare Bat tini — ha ripetuto — e la ca sa g stata circondata. Il fun zionario, ad alta voce, ha inti mato: "Siamo della polizia. uscite fuori"». Ha aggiunto cne nel silenzio del bosco nessuno ha risposto. «A questo putito sono stati scelti gli uomini più validi — ha detto — i tre che sono morti. Sono entrati con le armi in pugno — ha precisato il questore —, ma aue raffiche di mitra spa- i mte attraverso una porta a vetri lì hanno uccisi sul col-. po. Gli stessi banditi poi — ! ha aggiunto il questore — itti- '. lizzando anche le armi degli j agenti uccisi, hanno impegna- to il dott. Venezia e i suoi uo- mini in un conflitto a fuoco che si è protratto per dodici o quindici minuti». A questo punto interviene il dottor Venezia per continuare il racconto del questore. «Quando i tre sono caduti a terra — ha detto — c'è stato un attimo di sbandamento tra i miei uomini e io subito ho ordinato loro: "Fermi, fermi, non abbandonate il posto". Erano attorno alla casa e io di fronte, appostato die tro una "500". Un proiettile mi ha colpito il giaccone». Mostra l'indumento in pelle appena scalfito e aggiunge: «Sembrava di essere in guer- ra: Bottini e Federigi hanno tentato di lasciare il rifugio da una finestra: l'uno copriva l'altro, io sparavo, e quando me li sono trovati di fronte ero ormai senza proiettili». II funzionario ha aggiunto: «In quel momento non c'era tempo da perdere, con la pistola scarica ho bluffato: ho puntato l'arma contro di loro dicendo: "Siete circondati, ar- rendetevi", poi subito ho chiesto aiuto. Mi ha soccorso il brigadiere Taibi e i banditi si sono arresi: Battini era ferito ad una gamba, non so chi gli abbia sparato. Ricordo soltanto di aver detto ai miei uomini di restare tranquilli, di ammanettarli senza perdere \ re i i e la calma; poi sono corso verso i cadaveri». Il brigadiere Taibi è il sottufficiale che ha aiutato il dottor Venezia in difficoltà: «Ho visto gli uomini a terra, il funzionario che chiedeva aiuto a qualcuno e mi sono fatto avanti — ha detto —: certo non per fare l'eroe ma perché ho pensato che fosse | mio dovere: ho puntato il '. mitra e sono riuscito a disarI mare i banditi». Ed. è proprio parlando con Gioacchino Taibi che viene fuori la seconda versione: del funzionario che entra nella casa non ancora ultimata e senza porta d'ingresso assieme ad altri sei uomini (i tre che sono morti, i due feriti e l'agente Belmonte); di Federigi che si affaccia in mutande nello stanzone d'ingresso e chiede appena un momento I di tempo per sé e per l'altro, per infilarsi i pantaloni e consentire alla polizia la perquisizione. Nel commissariato di Viareggio ci si domanda perché tre uomini abbiano perso la vita e un sottufficiale sia gravissimo. Il clima, negli uffici, è tesissimo. Magistrati, ufficiali di polizia, alti funzionari sono arrivati da tutta la Toscana, altri ancora da Roma. Spedito a Viareggio dal ministro dell'Interno c'è rispettogenerale Romanello, che non parla con i giornalisti. Tre uomini sono morti e il commissario De Rose che li aveva in forza a Viareggio, grida: «Per me sono stati uccisi tre fratelli e quei due ba- Francesco Santini (Continua a pagina 2 in quarta colonna) I | '. I I Viareggio. Le tre vittime, Giovanni Musso, Giuseppe Lombardi e Armando Fcmiana