Incriminati 3 armatori per la nave affondata
Incriminati 3 armatori per la nave affondata Il "Seagull,, scomparso con 30 uomini Incriminati 3 armatori per la nave affondata Rinviati a giudizio dal magistrato di Genova - 11 mercantile era in condizioni critiche e (secondo l'accusa) navigava con carico eccessivo iPal nostro corrispondente) Genova, 21 ottobre. Il giudice istruttore Cascini ha rinviato a giudizio per «naufragio colposo e omicidio colposo plurimo» i tre titolari dell'agenzia marittima «Agena» — Harry Levinson, di 52 anni, di Bucarest; Renato Calafati, di 58 anni, di Genova; e o a o e i e Giuseppe Bregante, di 70 anni, anch'egli di Genova — presso la quale era appoggiato il mercantile «Seagull», battente bandiera liberiana, scomparso al largo dello Stretto di Sicilia, con tutto i l'equipaggio di 30 marittimi, ! la notte del 17 febbraio '74. | Il magistrato è giunto alla • convinzione della colpevolezI za dei tre agenti marittimi, i I quali avrebbero messo in mare un mercantile malandato e più volte «ricostituito» alla bell'e meglio in cantiere, e non si sarebbero curati di dare l'allarme alle capitanerie di porto di tutta Italia, pur non avendo ricevuto alcuna notizia da oltre 24 ore della «Seagull» e del suo equipaggio. Il magistrato afferma che i tre sono, di fatto, i reali proprietari e armatori della nave: lo dimostrerebbe una se-1 rie di atti e documenti, sequestrati nella sede dell'agenzia genovese. Levinson, Calafati e Bregante si comportavano in tutto e per tutto come veri proprietari, eseguendo spese relative alla nave, pagando dij rettamente fornitori, contratI ti di noleggio, di assicurazioI ne e così via. La «Seagull», ufI ficialmente, risultava una so| cietà per azioni intestata a un : avvocato di Zurigo e registraI ta al compartimento marittiimo della Liberia. Malgrado queste «finzioni» ! il magistrato avrebbe accerta| to la «proprietà» dei tre titoj lari della «Agena» e, nella ] scorsa primavera, ne aveva disposto l'arresto a titolo prej cauzionale. Levinson soltanto, I però, si trova attualmente in I carcere a Marassi: Calafati e j Bregante sono in libertà provvisoria per motivi di salute. Successivamente il giudice Cascini ha ordinato a tre docenti universitari una perizia I tecnica sullo stato della nave, | esaminando i documenti de; positati presso i registri navali. Ne è risultato che le condiI zioni della «Seagull» erano disastrose: quando il mercantile salpò da Casablanca, per l'ultimo viaggio, il suo carico di fosfati era talmente supe riore all'entità denunciata che si era abbassata in modo notevole la linea di immersione. Inoltre, sempre secondo i periti del tribunale, il fasciame non era in grado di reggere ai colpi di mare: tanto è vero che la notte del 17 febbraio la «Seagull» cedette a condizioni atmosferiche tutt'altro che drammatiche e, quasi certamente, si sfasciò colando a picco in pochi attimi. I parenti delle trenta vittime (italiani, jugoslavi e africani) seppero poi che i loro congiunti non erano assicurati sulla vita e che, invece, per il carico era stato pagato un premio nettamente superiore al suo valore. L'assicurazione per il fosfato fu bloccata a suo tempo dal magistrato e non è improbabile che la \ somma vada a titolo di risar- - i cimento ai familiari degli e j scomparsi, | p. 1.
Persone citate: Cascini, Giuseppe Bregante, Harry Levinson, Levinson, Renato Calafati
Luoghi citati: Bucarest, Genova, Italia, Liberia, Sicilia, Zurigo
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