Il psi irrequieto verso il governo accusa i comunisti di attendismo

Il psi irrequieto verso il governo accusa i comunisti di attendismo Il segretario De Martino convoca la segreteria giovedì Il psi irrequieto verso il governo accusa i comunisti di attendismo Chiede al pei (contrario a una crisi) che si dimostri disponibile a un impegno maggiore per fronteggiare le "fasi intermedie" - Commissione d'inchiesta sull'operato di Gava Roma, 20 ottobre. L'irrequietezza di esponenti socialisti nei confronti del bicolore Moro-La Malfa e le polemiche dei dorotei e dei fanfaniani verso Zaccagnini nella de costituiscono l'inquieto contorno nel quale il governo da oggi è impegnato con i sindacati nelle singole trattative per le categorie del ! pubblico impiego. | L'accordo generaie stipula- ! to nei giorni scorsi con la Confederazione unitaria Ggil- CislUil rappresenta per Tese-1 cutivo una base abbastanza solida per proseguire i negoziati. D'altronde il comitato centrale del psi, venerdì sera, ha confermato il proprio appoggio esterno al governo purchó non rompa con i sindacati sia dei dipendenti pubblici si?, delle attività private 0 parapubbliche. E oggi si è aperto il direttivo nazionale dei metalmeccanici con una relagione di Trentin (Cgil) assai dure, verso gl'imprenditori, piuttosto problematica sull'intesa governo-confederazione a proposito degli statali. Va aggiunto, anche se non presenta rischi, il voto che la Camera e il Senato quasi sicuramente dovranno pronunciare mercoledì sull'apertura del dibattito circa il messaggio del presidente della Repubblica al Parlamento. E' un adempimento puramente formale, perché i capigruppo, con l'eccezione di quello missino, hanno già deciso che non può esservi dibattito sul | documento presidenziale. Più consistente, come rischio, è l'agitazione in seno al psi verso il governo, una agitazione che include demartiniani come Manca, manciniani come Balzamo e Neri, bertoldiani come Querci. La posta delle loro critiche non è solo il governo, ma soprattutto il pei che è del tutto contrario ad una crisi politica. Manca ha detto oggi che 1 socialisti non vogliono eie- zioni politiche anticipate, ma proprio per questo chiedono che «il governo si mostri ca-\pace di dominare l'emergenza, rilanciandosi in modo da non essere più l'espressione di un vecchio equilibrio precedente al 15 giugno, ma della nuova situazione del Paese». Replicando ai rilievi delì'Unità, secondo la quale alcuni socialisti, come Mancini, hanno chiesto una crisi senza prospettare come risolverla, Manca rimprovera ai comunisti una «posizione attendista» e chiede che dimostrino la disponibilità «ad un loro impegno maggiore perché il problema di oggi non è il compromesso storico o la alternativa di sinistra, ma è quello di fronteggiare le cosiddette "fasi intermedie" di cui hanno parlato autorevoli esponenti del pei». Ancora più esplicito è Querci che propone, in una intervista al Manifesto, un incontro specifico fra psi e pei sul problema del governo. Balzamo rileva che «è finita l'epoca in cui toccava al psi e solo al psi, l'onere di garantire comunque l'esistenza di un governo, e ciò a spese e danno dei socialisti e solo dei socialisti». E' come dire eh, se il pei non vuole la crisi, deve anche assumersi le proprie responsabilità, senza scaricare soltanto sul psi un peso che ha considerevoli risvolti elettorali. Neri afferma di non vedere perché il psi debba appoggiare un governo «che un giorno o l'altro finirà con l'essere messo in crisi dalla de o da La Malfa o da Tanassi». Trovatosi di fronte a queste pressioni interne, il segretario del psi, De Martino, ha convocato per giovedì la segreteria mettendo un uni- so punto all'ordine del gior no: il problema del governo. Evidentemente intende giun gere a un chiarimento e a un impegno comune a tutte le componenti socialiste La tensioni sono molto vive nei vertici della de. Lo spunto colto da fanfaniani s dorotei è il riassetto delle cariche modificato da Zaccagnini, in particolare con la asclusione di Antonio Gava; ma il loro obiettivo è quello di ottenere un anticipo del congresso nazionale. Gava ha chiesto con una lettera a Zaccagnini un «giurì d'onore» che indaghi sulle accuse di corruzione rivolte contro di lui: «Non posso più tollerare l'indegna campagna di stampa che. è stata scatenata contro di me da persone palesi, come gli onorevoli Armato e Patriarca, e con maggior efficacia da persone occulte che, data l'assurda vastità e persistenza della campagna, non possono non essere autorevoli». Zaccagnini ha deciso di formare non «un giurì d'onore», Ima Una commissione d in- Ichiesta per accertare se Antonio Gava. abbia torto o ra- i gione. Non si conoscono an- cora gli esponenti de che ne faranno parte. Mentre fanfaniani e dorotei (rafforzati dall'inatteso inter- sul congresso anticipato nella convinzione di poterlo vincere, Zaccagnini riceve entusiastiche adesioni dalla base per le misure già decise e prosegue la preparazione del consiglio nazionale di metà novembre Lamberto Fumo vento del vicario del Papa a , t-» 1 li.-s Roma, card. Polettl) puntano

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