Il Giro a Pianta (Abarth) di Michele Fenu

Il Giro a Pianta (Abarth) Conclusione a sorpresa a pochi km dal traguardo Il Giro a Pianta (Abarth) La competizione decisa dalla sfortuna-record di Carlo Facetti: il milanese perde il primato per un guasto a Morano Po, riesce a ripartire verso Torino, ma la Stratos s'incendia - I meriti della 051, una vettura che anticipa il futuro, e del suo pilota Il Giro d'Italia si è concluso ieri sera a Torino dopo 6 giorni e 2 mila chilometri ricchi di suspense e di colpi di scena. L'ultimo, avvenuto a Casale, ha beffardamente spodestato la Lancia Stratos HF di Carlo Facetti ed Angelo Garzoglio, che già — e ben a ragione — si sentivano il successo in tasca, a favore dell'Abarth 031 di Giorgio Pianta e Bruno Scabini. Vincitori e vìnti, protagonisti e comprimari sono stati accolti da una folla di appassionati e curiosi, che ha gremito la piazza della Camera di Commercio e le vie adiacenti. Una conclusione spettacolare, che dimostra come il « Giro » abbia fatto presa e come l'auto, a Torino, sia pur sempre un elemento amato. Per gli uomini della Lancia, che in questo Giro avevano incontrato molte disavventure, e che solo nelle ultime tappe avevano ritrovato il sorriso con la conquista del primato da parte di Facetti e la veemente rimonta di Munari, è stato un pugno da k.o., un altro dramma. Sono le vicende — belle e brutte — delle competizioni, che spesso si divertono a beffare chi già pensava di essere in porto e a premiare chi nemmeno sognava una vittoria. E all'amarezza del « team « Lancia, dal riù umile e generoso dei meccanici al bravo Carlo Facetti, che abbiamo visto con le lacrime agli occhi, ha fatto da specchio la contenuta gioia dei - cugini * dell'Abarth e della Fiat Rally e, in particolare, di Giorgio Pianta, pilota valido e leale quanto Facetti e, in tante occasioni, altrettanto sfortunato. Quelli dell'Abarth avevano lavorato sodo per preparare in meno di tre mesi questo « mostro » dall'aspetto grintoso che prefigura la 131 che nel prossimo anno correrà nei rallies. Il motore, come sapete, è il 6 cilindri di 3500 ce del coupé Fiat 130, ma la scocca, le sospensioni e molti altri particolari sono identici a quelli della nuova berlina di Mirafiori. Un laboratorio viaggiante, era stato definito, e il « laboratorio » ha superato le più rosee aspettative. Inferiore — ed è pure logico — alle stupende Stratos, è stato eccezionale sul plano della robustezza ed ha permesso a Pianta, col supporto di valide gomme e di un'efficace organizzazione, di battere la Porsche Carrera RSR dei sorprendenti torinesi Vittorio Coggiola e Franco Pilone, che non hanno certo sfigurato nel confronto con tanti equipaggi "Ufficiali». Il successo di Pianta e di Scabini è nato al termine della tappa di Parma. Facetti aveva concluso la giornata al comando, con 1'35"7 sulla Ford Escort di Finotto-Donà, t'39"4 su Pianta e 1'54"5 su Coggola. A Parma, però, i commissari sportivi scoprivano che Finotto aveva saltato sul Passo Raticosa, nel trasferimento dal Mugello a Bologna, un controllo di passaggio. Un fatto che conferma come non basti essere piloti in gamba o guidare una macchina di notevoli prestazioni per accostarsi al Giro: la gara è più difficile di quanto non possa sembrare e la componente regolaristica presuppone una preparazione per lo meno seria. •• Saltato » Finotto. Facetti leader apparentemente sicuro della corsa, ieri mattina nella prova di velocità della giornata, a Varano, la sfida per il secondo posto si è spostata da Finotto-Pianta a Pianta-Coggiola. Quest'ultimo, però, ha preferito cedere il volante al più esperto Pilone. E Pilone è riuscito a rosicchiare qualche secondo al rivale: la Porsche Carrera — preparata a Stoccarda dalla Casa tedesca — ha 350 cavalli contro i 270 dell'Abarth 031. dotata, in compenso, di una formidabile tenuta di strada. Confronto spostato a Casale, quindi, all'ultima prova del Giro. Ci si complimentava con Sandro Munari, che con la Stratos Turbo continuava a dominare nelle corse in circuito, mentre Facetti scherzava sul fatto di dover viaggiare al « rallentatore ». Sul piccolo, spettacolare autodromo di Morano Po, che permette a chi sta in tribuna di vedere la pista nel suo sviluppo, il solito Munari si è involato solitario e Pianta, un Pianta autorevole e in forma smagliante, ha infilato Pilone dopo poche curve, rafforzando il secondo posto in classifica. | In realtà, in quel momento, j Pianta, senza saperlo, si è conquistato il successo. Facetti, verso il settimo dei venti giri della gara, ha cominciato a rallentare: la sua Stratos si è messa a « fumare » come l'Alfa Romeo 33-3 Stradale di Andruet a Vallelunga. Il milanese ha portato la vettura nel prato ai margini della pista ed è tornato a piedi al box. • E' successo qualcosa alla pompa ad inlezione. E' Unita • ha detto. La Stratos è stata condotta nel » parco chiuso » dell'autodromo. A Facetti è stato attribuito, secondo il regolamento del Giro, il peggior tempo della prova, maggiorato del 5 per cento: 12'58"6, come dire il quarto posto in classifica. Cesare Fiorio, tecnici, meccanici, non si sono arresi ed hanno tentato con magnifico spirito, un recupero in extremis della macchina. E ci sono riusciti, creando un marchingegno per ali- montare il motore, isolata la pompa. Poi. in carovana, hanno puntato su Torino, ma il destino ha negato loro anche la minima soddisfazione di giungere all'epilogo della competizione. Appena uscita dall'autodromo di Morano, la Stratos di Facetti si e improvvisamente incendiata e. malgrado l'intervento immediato dei mezzi di soccorso e dei vigili del fuoco, è andata praticamente distrutta. Facetti ed il suo co-pilota Garzoglio sono rimasti fortunatamente illesi, ma hanno dovuto rassegnarsi a questa malinconica uscita di gara, proprio a pochissimi chilometri dal traguardo finale. Per la Lancia un Giro d'Italia incredibile, cominciato male e finito con questa amanssima beffa. Restano le nove prove su undici vinte dai suoi piloti, la conferma dell'eccellenza delle prestazioni delle Stratos normale e turbo, la sensazione di un tradimento della sorte. Per l'Abarlh un traguardo insperato, ma onorato con una gara perfetta sotto ogni punto di vista. E per i rallies del 76 un avviso: con la 131 mirafiori che sta per arrivare, dovranno fare i conti in molti. Anche sotto questo punto di vista, la corsa a tappe italiana ha dimostrato la sua validità di banco di prova. Certo, che tra Lancia e Fiat, che, sfortuna a parte, si alternano nelle affermazioni integrandosi a I vicenda, chi ha più spazio per ! vincere? Michele Fenu Scabini e Pianta sul tettuccio dell'Abarth 031 festeggiano a Torino la vittoria nel Giro d'Italia. A destra l'ing. Lampredi, amministratore della Casa torinese (f. «La Stampa» - A. Bosio)