La cuccia e i palazzi a Sanremo

La cuccia e i palazzi a Sanremo Gli abusi nell'edilizia La cuccia e i palazzi a Sanremo (Dal nostro corrispondente) Sanremo, 17 ottobre. fr.o.) Accusato di abuso edilizio per avere costruito nel proprio giardino una cuccia in muratura per i suoi due cani, il cav. del lavoro Guglielmo Bertero, 65 anni, titolare dell'omonima industria torinese di maglieria, è stato assolto stamane dal pretore di Sanremo dottor Michele Pesce perché il fatto non costituisce reato. La cuccia era stata ottenuta trasformando un vecchio pollaio: la tettoia in eternit era stata sostituita con un tetto in cemento. Poiché l'industriale non era in possesso della prescritta licenza era stato denunciato per abuso edilizio. Prima del processo all'industriale accusato di avere costruito una cuccia abusiva per i suoi due cani, circolava un documento che traboccava sdegno: « Quello che sta succedendo a Sanremo è il primo caso al inondo, e per la città dei fiori si tratta senza dubbio di un triste primato... E' assurdo che la prima ordinanza di demolizione nella storia dell'edilizia sanremese colpisca una cuccia». Questa storia della cuccia abusiva sarebbe paradossale ovunque, ma a Sanremo ha sapore di beffa. Prima del processo, ha detto l'accusato: « Quello che mi fa rabbia è che in una città come Sanremo, dove la mafia del cemento ha sempre fatto il bello e il cattivo tempo in barba a tutte le leggi e regolamenti edilizi, si cerchi d'acquistare credibilità e far dimenticare casermoni osceni, venduti anche ad un milione al metro quadrato, e far dimenticare la distruzione di parchi e giardini stupendi, colpendo chi ha " osato " costruire una cuccia per due spilloni ». Sanremo, si sa, e parecchio dilaniata dal cemento. Abusi e scempi un po' ovunque. Secondo il presidente di « Italia Nostra », esistono non meno di tremila casi di infrazione edilizia. Per documentate questi abusi, il presidente ha raccolto quaranta chili di perizie. Ha detto: « Se tutti i sindaci della città avessero sempre applicalo le multe in rapporto agli abusi, avrebbero ottenuto oltre venticinque miliardi. Sanremo sarebbe lastricata d'oro ». Per trent'anni si è andati avanti cosi, chiudendo uno e, più spesso, i due occhi. Accusata di troppe malefatte edilizie, Sanremo dice ora «basta» e intende applicare rigorosamente la legge, non tollerare più abusi, ma multare e denunciare e abbattere. Ciò e lodevole e va incoraggiato. Purtroppo, forse per troppo entusiasmo ed eccesso di ze¬ lo, la lotta contro gli abusi e incominciata con un infortunio. E' stata presa di mira una cuccia per cani. Certo, anche la costruzione di un canile può essere abusiva, può risultare uno scempio e svilire il paesaggio. Ma, in questo caso, ci sarebbe stalo un errore di valutazione da parte dei vigili urbani e dell'ufficio tecnico del Comune. L'accusato, che è l'industriale torinese Bertero, non ha «costruito» una cuccia, ma ha semplicemente «trasformato» un pollaio in cuccia. Acquistando la villa di via San Bartolomeo, ha comperato anche il vasto giardino con pollaio in muratura. Preferisce i cani ai polli, ha due spinoni: Bill e Attila. Dice: «Regalai tutte le galline decidendo di adibire il pollaio a cuccia per Bill e Attila. C'era però un guaio: il tetto faceva acqua, e chiesi a un muratore di farmi una copertura in cemento». Viene il muratore. Presto vengono anche i vigili urbani e, accertato che il Bertero è sprovvisto di licenza edilizia, lo multano e lo denunciano. «Non ho mai saputo che per riparare un tetto in eternit ci volesse una licenza edilizia» dice l'industriale. Scoppia così il «caso della cuccia». La protezione degli animali si allea con l'industriale, e manda lettere indignale ai notabili di Sanremo, di tutta la Liguria: «Come si può pretendere per la cuccia dei cani il rispello delle norme edilizie se, come pubblicato e denuncialo da Italia Nostra, nel Comune di Sanremo esistono circa tremila casi d'infrazioni edilizie macroscopiche e mai nessun sindaco, nessun amministratore, nessun uomo di legge, ha sentito il dovere di fare qualcosa». Ad aumentare le polemiche viene l'ordinanza del sindaco, sen. Giuseppe Rovere, che stabilisce l'abbattimento della cuccia con una ruspa se l'industriale si opporrà con le buone a smantellare lutto. Risponde il Bertero: «Prima di abbattere un solo mattone, aspetto la sentenza del giudice». Che gli è stata favorevole. Gli spinoni Attila e Bill hanno un riparo assicurato, con un buon tetto in cemento. La vicenda viene definita paradossale e grottesca. Invece, tutto sommato, può essere una buona cosa per Sanremo. II «caso della cuccia» potrebbe significare che, dopo trent'anni di abusi edilizi, finalmente le cose stanno cambiando. Si spera che contro gli impresali più spregiudicati e i grandi speculatori dell'edilizia il Comune agirà, d'ora in poi, con la stessa prontezza e la stessa severità con cui si è mosso per la riparazione di un |vecchio pollaio. Perche, se non |sarà eos-i, veramente il «caso della cuccia» apparirà una enor-me beffa. 1. c.

Persone citate: Bertero, Giuseppe Rovere, Guglielmo Bertero, Michele Pesce