Le ragioni di un "vertice,, viste da Mosca di Paolo Garimberti

Le ragioni di un "vertice,, viste da Mosca Le ragioni di un "vertice,, viste da Mosca Breznev spera di firmare negli Usa l'accordo Salt (Dal nostro corrispondente) Mosca, 16 ottobre. La visita di Leonid Breznev negli Stati Uniti, più volte rinviata, potrebbe aver luogo a metà gennaio: appena in tempo per gettare sulla bilancia del venticinquesimo congresso del pcus, convocato per il 25 febbraio, un buon peso positivo sul piatto della politica estera, che equilibri i molti pesi negativi accumulatisi sul piatto della politica interna. Ma affinché il suo peso sia reale, occorre che il viaggio in America non sia una formalità diplomatica, bensì abbia uri contenuto politico sostanziale per la continuità della distensione: la firma di un nuovo accordo sulla limitazione degli armamenti strategici. Secondo le fonti sovietiche, che ci hanno indicato la metà di gennaio come un momento probabile per il viaggio di Breznev in America, un nuovo accordo «Salt» potrebbe essere raggiunto prima di quella data. Ma i problemi da risolvere sono ancora molti e complessi, né vi è stato recentemente alcun segno di pro¬ gresso nell'estenuante negoziato: tanto era stato facile per Breznev e Ford trovare un'intesa politica di massima nell'incontro di Vladivostok (quasi un anno fa), tanto è difficile per gli esperti sovietici ed americani tradurre in accordi tecnici il concetto politico di «equivalenza strategica». Tre sono i nodi della trattativa. Il primo riguarda i missili intercontinentali equipaggiati con testate nucleari multiple (Mirv). Breznev e Ford avevano concordato che ogni parte avrebbe potuto disporre di 1320 missili a testata multipla. Ma i loro esperti non sono ancora riusciti a mettersi d'accordo su come controllare che questo tetto venga rispettato. Il secondo punto controverso concerne il nuovo bombardiere supersonico sovietico «Tupolev» (che la Nato identifica col nome convenzionale di «Backfìre»). Secondo i sovietici, la sua autonomia non è tale da permettergli di raggiungere gli Stati Uniti e dunque, trattandosi di un'arma tattica e non strategica, non deve essere contata nel numero di 2400 armi offensive che l'accordo di Vladivostok concede ad ognuna delle due parti. Gli americani obiettano che il «Backfire» può essere rifornito in volo, moltiplicando così la sua autonomia, perciò, è- un «sistema strategico offensivo», non un'arma tattica. Il terzo, e forse più intricato nodo, riguarda il cosiddetto «emise missile», un razzo che può volare a quote relativamente basse per sfuggire la ricerca radar, può avere un'autonomia di circa 2000 miglia accompagnata da un'assoluta precisione di tiro, e può essere lanciato da differenti veicoli (aerei, navi in superficie, sottomarini in immersione). Gli americani hanno un forte vantaggio rispetto ai sovietici in questo settore, e non vogliono perderlo. Rendendosi conto della complessità del problema «Salt», i sovietici stanno ora dibattendosi in un arduo dilemma: deve Breznev andare negli Stati Uniti anche se non vi sarà alcun accordo nucleare da firmare? Un diplomatico occidentale, che ha posto la domanda ad uno dei più | qualificati istituti sovietici di I politica estera, s'è sentito riI spondere: «A nostro avviso sì, i perché i rapporti sovieto-ameI ricani necessitano dì una cer| ta continuità e gli incontri al vertice sono la migliore manifestazione di tale continuità». Gennaio, d'altra parte, sembra l'ultima possibilità perché in febbraio vi sarà il congresso del pcus e da marzo, con le «primarie», l'America entrerà in pieno anno elettorale nel quale s'inserisce assai male una visita di Breznev. E' probabile che anche Breznev sia di questo avviso, o almeno questa sembra essere la risposta suggerita dal programma precongressuale che egli ha scelto, un programma nel quale la politica estera ha un peso di gran lunga prevalente. Dopo aver ricevuto Costa Gomes, Honecker, Giscard d'Estaing (attualmente a Mosca) Breznev accoglierà in novembre il presidente tedesco Scheel e quello italiano Leone. In dicembre, egli si recherà in Polonia e a Cuba per assistere ai congressi dei partiti comunisti locali e a cavallo tra dicembre e gennaio guiderà la delegazione sovietica alla conferenza dei partiti comunisti. Paolo Garimberti