"Mine-Haha„ di Frank Wedekind di Angela Bianchini

"Mine-Haha„ di Frank Wedekind "Mine-Haha„ di Frank Wedekind Nel dolce Lager Frank Wedekind: « Mine-Haha », Ed. Adelphi, pag. 150, lire 2200. Susan Solitili;: « Interpretazioni tendenziose », Ed. Einaudi, pag. 337, lire 6500. Sulla scia di avvenimenti ora clamorosi ora Ungici, quali il lancio della versione cinematografica della Storia d'O c le sevizie subìle dalle due ragazze romane nella villa del Circeo, si è parlato mollo, in questi giorni, di violenza, di pornografìa e di permissività. La tendenza è di confondere violenza e pornografia che, condite con l'educazione permissiva, sarebbero responsabili della volontà di « sfasciar tutto », di distruggere, tipica della gioventù di oggi. Ma violenza e pornografia, se possono unirsi in certi prodotti letterari e cinematografici, nascono in realtà da matrici diverse: la violenza è sicuramente da eliminare, la pornografia è, per lo meno, da studiare, così come ha fatto la saggista Susan Sontag in uno dei suoi saggi più belli, L'immaginazione pornografica, ora reperibile nel volume Interpretazioni tendenziose (Einaudi). Osserva la Sontag che è la stessa impassibilità dei personaggi pornografici a stimolare una sotterranea identificazione con uno dei personaggi da parte dello spettatore. Lo spettacolo pornografico, poi, essendo sempre ossessivo e ripetitivo, induce ad una sorla di assuefazione: gli atti sono sempre gli stessi e intercambiabili, e questo spiega perché, seppure annoiali e delusi, gli spettatori raramente abbiano la forza di alzarsi e andarsene. Gli avvenimenti, inoltre, accadono sempre in un luogo chiuso, che non ha sbocchi verso l'esterno: se ciò era vero dei sotterranei dei gesuiti nei romanzi neri del Settecento, lo è ancora per il castello dove è portata, o sceglie di recarsi, la protagonista della Storia d'O e per lutti i collegi, conventi e uffici che fanno da sfondo alla pornografia sublctleraria, fumettistica ora scritta ora visuale. Le vicende pornografiche hanno sempre uno schema da iniziazione, da tirocinio, da allenamento, financo da educazione (verso la sessualità o verso la corruzione), ed è proprio questa forma morbosa di educazione che si comunica allo spettatore, impedendogli, in qualche modo, di sciogliersi da legami fittizi, e, tuttavia, conturbanti. Chiunque avesse dei dubbi circa il cóle pscudo educativo della pornografia dovrebbe leggersi (o rileggersi) un libretto dall'aria innocente, pubblicato da Adelphi in questi giorni, e completalo da un saggio veramente importante di Roberto Calasso. Autore, l'espressionista tedesco Frank Wedekind, titolo, Mine-Huha ovvero Dell'educazione fisica delle fanciulle (Mine-Haha significa Acqua ridente, come sarà spiegato alla fine), pubblicazione, nel 1903. Questa breve storia, sotto forma di ricordi, narra dell'educazione di fanciulle accuratamente selezionale. Fin dalla primissima infanzia, esse vivono con alcuni maschietti, (i quali, più lardi, però spariscono) in una delle tante case di un bellissimo parco dove « la luce del sole passa attraverso fitte Ioglie verdi ». La luce dei tramonti è sempre splendida, l'acqua del ruscello sempre trasparente, tutto è idilliaco nel grande parco: la larga facciata bianca della casa, le finestre con gelosie verdi e fìtti ciuffi di fiori sui davanzali, le bambine che intrecciano la paglia per i larghi cappelli, i vestirmi sempre bianchi, le calze, anch'esse bianche, ben tirate sulle ginocchia. Crescono sane e l'orli, grazie all'aria dolcissima e pura del parco e alle nuotale che compiono, nude, nel laghetto, in pieno rispetto, poi. della natura e degli animali. Unica costrizione, quella dei corpi che debbono, prestissimo, diventare armoniosi: imparano, ancora piccole, a camminare sulle punte dei piedi, « in modo da non sentir più il terreno sotto i piedi, da sentire di aver soltanto dei fianchi ». Nel parco tutto tende alla bellezza ed è, al contempo, funzionale: dalla verga che adopera la bella maestra, alle cure che le bambine dedicano ai lattanti appena arrivati. Più lardi, verso i sette anni, le fanciulline sono trasportate di nottetempo, in una cesta, in un'altra casa dove ormai vivono soltanto tra femmine, e l'addestramento è più complesso: pochissime regole, ma, a romperle, a credere, cioè in se stessa come essere umano, si finisce schiava della comunità. Per tutte, la via è già tracciala: dalla casa si passa a danzare nel teatro del parco, dove ogni sera va in scena una pantomima-stupro di cui le ragazze non intendono nulla, e, infine, attraverso una porta con la quale il teatro comunica con il mondo, esse sono portale fuori, buttate anzi immolate alla civiltà. Alla stazione, il capostazione con il berretto rosso sorride a vederle, mentre la folla, che le attende, già rumoreggia. Questo libro fu preso, per anni, come opera veramente educativa, e certamente non permissiva: lacques Dalcrozc ne Irasse addirittura ispirazione quando fondò la celebre scuola di danza ritmica. Secondo quanto ci dice Calasso. che giustamente vede qui profilarsi le intuizióni di Marx, di Benjamin, di Baudelaire sulla religione delle donne come merci, a nessuno venne in menle che invece | di educazione si trattasse di ! bonlieur duus l'esclavage, di ! felicità nella corruzione e nella I prostituzione, l'are che soliamo su Adorno passasse « l'ombra ' di una febbrile nostalgia» quani do si nominava Mine-Haliti, ma J neppur egli vi scrisse nulla. Oggi, ci è impossibile leggere questa storia senza un brivido. I senza ricordare come l'amore I per la nanna e per la bellezza I del corpo abbia pollalo direi tornente ad altri luoghi chiusi. | ad altre immolazioni, ad altri I Lager: perfino il sorriso dei caj postazione e un ghigno che, ci | rammenta altre stazioni ed altri i arrivi. Angela Bianchini