Sono autonomi e non si dimettono
Sono autonomi e non si dimettono QUATTRO ASSESSORI INCRIMINATI A TRENTO Sono autonomi e non si dimettono dell'autonomia amministrativa? Questo l'interrogativo, dai risvolti politici e istituzione , prescrive la legge ordinaria o \ possono continuare a svolge I re le loro funzioni in forza (Dal nostro inviato speciale) Trenlo, Ili ottobre. Gli amministratori di una Regione a statuto speciale, rinviati a giudizio per pecu-lato, devono dimettersi corno li, che divide la popolazio- ne del Trentino-Alto Adige al di là degli schieramenti di partito e all'interno degli stessi partiti. Da quindici giorni i trentini stanno vivendo il loro piccolo Watergate legato ad una vicenda del '(18, conclusasi agli inizi di questo mese con il rinvio a giudizio j per peculato del presidente e j di sei assessori dell'allora i giunta regionale. Riassumiamo i fatti secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Iacola. Nel 'liii la giunta regionale decise in uh « conchiuso » di pagare (con denaro pubblico) un viaggio promozionale-turistico in Olanda tra gli altri anche a due magistrati della Corte dei Conti, Francesco Noja e Pietro Monaco, oltre alle rispettive consorti. La decisione fu presa dal 1 presidente della giunta, Gior P*0 G?B°m (de) e dagli asI sesso ri Remo Orlandim, En- ,.ico Bolognani, Bruno Fron | za, Spartaco Marziani (tutti i democristiani), Giuseppe Avancini, Guido RafTaelli e Sil vio Nicolodi tpsi). A viaggio ! avvenuto, una lettera anonij ma alla Procura della Repub ; blicà avviò un'inchiesta per ' accertare la liceità del coni portamento della giunta in merito al viaggio turistico, pagato dalla collettività, dei due magistrati della Corte dei Conti. L'indagine giudiziaria si concluse con il rinvio a giudizio per peculato di Raf faelli, titolare dell'assessora- to al Turismo nel cui bilancio era stata inserita la spesa del viaggio. Il Tribunale di Tren- to lo condannò a due anni dicarcere e a 40 mila lire di multa con la condizionale (sentenza appellata). Per difendersi, Raffaelli, durante il processo, disse che la decisione di inviare in Olanda i due giudici della Corte dei Conti e le mogli fu presa da tutti i membri della giunta. Bastò questa affermazione per rimettere in moto un'ulteriore inchiesta da parte del pubblico ministero nei confronti del presidente Grigolli e degli altri sei assessori. Nel frattempo v'erano state nel Trentino le elezioni e Grigolli diventò presidente della giunta provinciale, Avancini e Marziani furono nominati assessori nella slessa giunta, Ni coiodi fu eletto presidente del Consiglio regionale mentre gli irvi tre non ricoprirono in- carichi in amministrazioni pubbliche. Conclusione del procedimento giudiziario: rin-vio a giudizio di tutti e sette per peculato. Una legge del 1953 (porta il nome del promotore, Sceiba) impone che i presidenti delle giunte e gli assessori regionali e provinciali rinvia- ti a giudizio per peculato vengano sospesi cautelativa- | mente dai loro incarichi in attesa del processo. La leggeperò parla di Regioni a sta- tuto ordinario e non di quel-le a statuto speciale. Richiamandosi a questa distinzione, 1 suggerita da uno studioso di diritto amministrativo, il prof. Feliciano Benvenuti, la segreteria provinciale de di Trento ha invitato Grigolli a rimanere al suo posto. Sul dilemma dimissioninon dimissioni s'è aperto un ampio dibattito che ha visto impegnati tutti i partiti e le forze sociali. Il psdi (che con la de e il pri sostiene la giunta provinciale di Trento) ha espresso solidarietà al proprio rappresentante Avancini e agli altri incriminati ed è contrario alla sospensione cautelativa. Dello stesso parere i liberali. Il pri, senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria, ritiene che «non abbia fondamento j l'ipotesi di una crisi di ginn l la che vada oltre la sostituazione dei componenti even- I tuulmente sospesi o dimissio ; nari». Socialisti e comunisti 1 si battono invece per la so- spensione immediata per mo-tivi di correttezza e di ugua- glianza dei cittadini di fronte alla legge. Pure favorevoli alia sospensione sono il pptt (partito popolare trentino ti- rolese) e il msi. j I favorevoli alle dimissioni 1 dei quattro amministratori j appoggiano la loro tesi con , un'altra considerazione. C'è il pericolo, dicono, che il 1 giudice chieda la sospensione degli amministratori incri-minati, annulli tutti gli atti della giunta deliberati dopo il rinvio a giudizio e li denunci tutti per abuso di potere. Grigolli, Avancini, Marziani e Nicolodi si rendono conto della loro delicata posizione e, pur rifiutandosi di dimet- tersi per una questione che non è di merito politico e che essi giudicano banale, ammettono che una decisio- ne definitiva non l'hanno an- cora presa. Sostengono d'ai- Ira parte di non avere rice- vuto ancora alcuna notifica dei rinvio a giudizio (spetta al presidente del Tribunale fissare i ruoli dei processi e la notifica può essere inviata all'imputato fino ad otto gior- ni prima del dibattimento). Loro attendono «fiduciosi» e«poi si vedrà». Guido J. Paglia
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