Mercoledì in Piemonte sciopero dell'industria

Mercoledì in Piemonte sciopero dell'industria Occupazione, investimenti e produzione Mercoledì in Piemonte sciopero dell'industria L'astensione dal lavoro sarà di "almeno" tre ore - La manifestazione regionale nasce in pratica dalla rottura delle trattative per la Fiat, alla quale si sono sommate le altre questioni aperte In Piemonte, mercoledì prossimo, oltre 800 mila lavoratori dell'industria saranno chiamati ad uno sciopero «di almeno tre ore, con facoltà delle singole strutture di aumentarne la durata in relazione ad esigenze organizzative». La decisione è stata presa ieri dalla Federazione regionale piemontese che unisce Cgil Cisl - Uil. Per quanto riguarda la Fiat, da Roma la Federazione lavoratori metalmeccanici informa che lo sciopero sarà di tre o quattro ore ita seconda delle esigenze e iniziative locali per tutto il gruppo Fiat» (auto, attività diversificate, filiali, aziende associate, indotto). «Questo sciopero Fiat — afferma il comunicato della Firn — è un momento unificante di iniziative e di lotte già in atto in questi giorni in diversi settori e sezioni Fiat (Mirafiori, Rivalta, Macchine movimento terra, eccetera) sull'insieme degli obiettivi di garanzia e sviluppo occupazionale, di diversificazione produttiva e di investimenti, rispetto ai quali la Fiat oppone una posizione intransigente, dettata più da un preciso calcolo politico che da reali motivazioni di natura aziendale». Il comunicato della Firn prosegue affermando che «la Fiat nega oggi quanto era già previsto in accordi precedenti che la Firn intende confermare adeguandoli alla situazione attuale; il che, come dimostra l'accordo raggiunto all'Alfa Romeo sulle stesse questioni, è possibile». In pratica, lo sciopero regionale nasce dalla rottura delle trattative per la Fiat. Alla vertenza Fiat si sono sommate le altre questioni aperte. Il comunicato delle organizzazioni sindacali regionali piemontesi, in proposito dice: «L'occupazione, gli investimenti e la ripresa produttiva costituiscono gli obiettivi della manifestazione di lotta, di fronte agli orientamenti di politica economica del governo e alle prese di posizione della Confindustria, della Fiat e della Montedison, ribadite anche nel corso della recente conferenza sull'occupazione promossa dalla Regione». Nel testo delle organizzazioni sindacali regionali piemontesi sì indicano cinque punti: 1) salvaguardia dell'occupazione alla Fiat, riapertura delle assunzioni e precise scelte produttive nel Mezzogiorno e nei settori diversificati; ! 2) salvaguardia dell'occu! pazione alla Montedison, dife! sa e potenziamento del settoi re fibre e tessili. Rigetto del | programma di smantellamen' to (Vallesusa, eccetera); 3) salvaguardia dell'occu| pazione nelle aziende e nei settori minacciati nel settore tessile, in intere zone della regione (Vercellese, Biellese, Casalese, Vallate alpine, eccetera); 4) scelte antirecessive da parte del governo, basate sulle rivendicazioni dei lavoratori già delineate nella Conferenza di Rimini nel maggio scorso; 5) scelte sociali e popolari costruite con il prelievo fiscale sui redditi elevati e con la difesa del potere d'acquisto dei salari dei lavoratori mediante la ristrutturazione ad un costo politico dei servizi sociali (trasporti, energia elettrica domestica, telefono, eccetera). Per quanto riguarda la Fiat, ieri una quarantina di lavoratori avrebbero dovuto trasferirsi dalla Carrozzeria di Mirafiori allo stabilimento di Rivalta (sempre nell'area torinese). Secondo quanto risulta da fonte sindacale una trentina di operai sono andati a lavorare a Rivalta (perché appartenevano ad un gruppo che da tempo aveva chiesto di essere trasferito da Mirafiori a Rivalta, in quanto abitano nei pressi di questo secondo stabilimento). Un'altra dozzina di operai sono invece rimasti a Mirafiori. Questi primi trasferimenti sono stati decisi dall'azienda (e contrastati dal sinda¬ cato con uno sciopero di un'ora effettuato mercoledì nella Carrozzeria di Mirafiori), dopo l'interruzione della trattativa con le organizzazioni sindacali. Nei tre stabilimenti della Fiat-Allis (macchine movimento terra di Lecce, Grugliasco-Torino e Cusano Milanino) i tremila operai continuano a contestare la Cassa integrazione che l'azienda applica da lunedì scorso. Oggi i 300 lavoratori di Torino (con rappresentanze di quelli di Lecce e di Cusano) annunciano una manifestazione alla direzione della FiatAllis di Stupinigi, alle porte di Torino. In proposito l'Unione Industriale di Torino ha emesso un comunicato per avvertire che nello stabilimento di Stupinigi « non possono entrare persone che non abbiano titolo » e che le norme civili e penali « non consentono l'accesso ad estranei non autorizzati ». Nel comunicato dell'Unione Industriale si afferma che ciò « è in rapporto alla sicurezza delle persone e degli impianti e alla riservatezza della lavora¬ zione '■ Sergio Devecchi

Persone citate: Cusano, Sergio Devecchi