Si terrà a Parigi il 16 e 17 dicembre il vertice di cooperazione economica di Alberto Cavallari

Si terrà a Parigi il 16 e 17 dicembre il vertice di cooperazione economica Deciso dai partecipanti alla preconferenza sull'energia Si terrà a Parigi il 16 e 17 dicembre il vertice di cooperazione economica (Dal nostro corrispondente) Parigi, 13 ottobre. L'ottimismo più netto do| mina la nreconferenza NordSud (fino a ieri chiamata «dell'Energia») iniziata stamattina. 1 dicci Paesi riuniti a Parisi si sono già trovati d'accordo, stasera, in sede preparatoria, su sci punti (su nove) messi all'ordine del giorno. Tutti sono d'accordo di tenere la conferenza ministeriale a Parigi il lfi e il 1" dicembre, di battezzarla « Conferenza sulla coopcrazione economica internazionale », di riunire 27 partecipanti, di cui 8 Paesi industrializzati e 10 Paesi j in via di sviluppo, di delegare l'Ocse di scegliere, con un ! mese di tempo i cinque inj vitati occidentali clic devono ■ aggiungersi alla Cee. agli Stai ti Uniti, e al Giappone i delegare al « gruppo dei ! la scelta dei (lodici Paesi che ! devono aggiungersi alle nazioni in via di sviluppo (Alj Ri-ria, Arabia Saudita, Brasi| le. India, Iran. Venezuela. | Zaire), di riservare al segretario generale delle Nazioni Unite il ruolo di solo osservatore alla conferenza plenaria, di collocare a Parigi la sede della conferenza ministeriale, permettendo però alle quattro commissioni di riunirsi in altre città. Infine, di riservare la presidenza — alternativamente — a un rappresentante dei Paesi industrializzati e a un delegato del terzo mondo. Domani restano ai «Dieci» solo tre punti da discutere: la creazione e l'organizzazione delle quattro commissioni che tratteranno in seno alla conferenza il problema dell'energia, delle materie prime, dello sviluppo, e dei problemi monetari; l'organizzazione pratica della conferenza; la adozione di una dichiarazione finale riassuntiva delle decisioni e delle raccomandazioni della riunione preparatoria. di I Ma si esclude che su questi punti possa aversi una rot-tura. Salvo, naturalmente, l'imprevedibile. Com'è accaduto il miracolo o i e o e a o a e o o o . a che una preconferenza clamorosamente fallita in aprile abbia registrato in ottobre, e al primo giorno, una resurrezione piena di soluzioni facili? Il primo punto è che tutti hanno capito che l'intransigenza non paga. Il secondo è un mutamento di posizione degli I Stati Uniti che, in aprile, non j volevano allargare la confe: renza a tutte le materie prime ; e alle richieste del Terzo j Mondo. Il terzo è un ravvicij namento della Francia all'ai tlantismo per cui la posizione | di Parigi è divenuta «dialetti' ca» rispetto all'Occidente e • mediatrice rispetto al Terzo I Mondo. Il quarto punto (e | più importante) è che la preconferenza si è aperta sulla j base di un documento, che i possiamo chiamare «docu! mento del consenso», sul qua! le si era d'accordo prima. | Nemmeno l'Inghilterra che aveva provocato la «suspen- se» degli ultimi giorni, rifui- tondo di farsi rappresentare dalla Cee, e pretendendo unseggio a parte, ha chiesto di discutere la questione subito, Tutto si e cosi messo in moto sopra un binano tranquillo: essere d'accordo sugli accordi già presi, rinviare gli argo menti che comportano un disaccordo. Tre cose hanno dato il segnale verde stamattina alla preconferenza: 1) il capo della delegazione della Cee, l'italiano Guaz- zaroni, non ha fatto allusione alla richiesta inglese di parte-cipare isolatamente al dialogo Nord-Sud. Il problema è stato quindi accantonato e rinviato al momento in cui l'Ocse or ganizzerà la conferenza fina le; 2) il sottosegretario americano Robinson ha detto subito che «gli Stati Uniti faranno ogni sforzo per assicurare il successo della riunione» es-l sendo essi convinti che «si \ debba cercare un nuovo con-1 sensus basato sulla coopera-1 sione». Questa filosofia ame-1 ricana, fondata sopra un at- j teggiamento completamente' diverso verso il Terzo Mondo, 'elaborato da Kissinger nei i mesi scorsi, ha rovesciato j l'atmosfera che in aprile do-i minò la conferenza; ì 3) l'Algeria ha detto subì-1 to, a nome dei Paesi in via di I sviluppo, che «un successo èl prevedibile dato il consenso già raggiunto nei mesi scorsi sull'ordine del giorno e sulle soluzioni da adottare, che trovano consenziente il gruppo dei Paesi non industrializzati» Sulla base di queste posi-|zioni è stato possibile adotta re l'ordine del giorno e appro vario per due terzi. La stessa Francia, che pareva voler scaricare il proprio rancore per l'improvvisa impennata inglese, s'è limitata a ricordare «che un solo Paese non può bloccare un processo in corso e che le promesse di Wilson a Dublino non possono essere smentite», Domani si deve ratificare la creazione delle quattro com missioni: 1) la commissione per l'energia «è incaricata nel qua dro di un esame generale del le prospettive della produzio ne e del consumo d'energia mondiale idrocarburi com- presi di facilitare per vie e modi appropriati gli accordi auspicabili tra produttori e consumatori di petrolio» 2) la commissione per le materie prime «sarà incaricata di facilitare, tenendo conto della situazione esistente, gli accordi auspicabili nel settore delle materie prime pro- do'^ alimentari compresi che presentano un particolare interesse per i Paesi in via di sviluppo»: 3) la commissione per lo sviluppo «sarà incaricata di facilitare gli accordi auspicabili nel settore della cooperazione e dello sviluppo»; 4) la commissione per gli affari finanziari «studierà nel rispetto delle competenze delle istituzioni internazionali (Fmi Banca Mondiale) tutti i problemi finanziari compresi gli aspetti monetari in connessione ai lavori delle tre precedenti commissioni ed essendo composto da un numero appropriato di membri delle tre precedenti commis| sioni». Queste quattro commissioni sono però già incluse nel famoso «documento del consenso» che tutti hanno visto e approvato prima di venire a Parigi. Se tutto procede come oggi la preconferenza non vedrà quindi discussioni ma solo approvazioni di cose approvate per passare all'appuntamento di dicembre. La riunione di Avenue Kleber forse risulterà un rito nel quale è chiara la paura di rompere ogni dialogo in un mondo che ha capito che se gli accordi sono difficili le rotture non sono convenienti. Alberto Cavallari

Persone citate: Brasi, Kissinger, Kleber, Parisi, Robinson