Rocco Lo Presti arrestato al cine Ora andrà al confino per tre anni

Rocco Lo Presti arrestato al cine Ora andrà al confino per tre anni Il presunto "boss,, di Bardonecchia era ricercato da luglio Rocco Lo Presti arrestato al cine Ora andrà al confino per tre anni Accusato di avere imposto il dominio nella manodopera edilizia, è stato condannato dalla corte d'appello al soggiorno obbligato nell'isola dell'Asinara - Ma già sorge una sottigliezza giuridica: l'arresto in questi casi è legittimo? - Oggi il pretore deciderà Domenica pomeriggi», pioggerella autunnale, il pubblico «della festa» si accalca davanti a un cinema del centro, in via Buozzi. dove si proietta «Polizia investigativa femminile». Tra la folla c'è anche Rocco Lo Presti, 38 anni, il presunto «boss» malioso ili Bardonecchia, condannato nel luglio scorso a 3 anni di soggiorno obbligato nell'isola dell'Asinara, Dal giorno in cui la Corte d'appello ha preso questo provvedimento nei suoi confronti, Rocco Lo Presti non si è più fatto trovare: né a Bardonecchia, né in Calabria sua terra natale. Volatilizzato. « La mafia lo protegge — si disse allora — non si farà prendere, all'Asinara non ci andrà mai ». Invece l'altro pomeriggio è uscito allo scoperto, tranquillo. Stava per entrare nel cinema, quando il brigadiere Montano l'ha riconosciuto e gli ha posato una mano sulla spalla. « Signor Lo Presti, come va? ». L'uomo si è voltato, ha salutato il sottufficiale che conosceva da quando quello prestava servizio a Bardonecchia: « Qui anche lei? ». « Forse non possiamo andare al cinema » ha tagliato corto Montano. Ha fatto una telefonata in Questura, al dott. Fersini capo della « mobile », e pochi minuti dopo un'autoradio accompagnava il presunto boss in via Grattoni. Qui è stato dichiarato in arresto « per essersi sottratto a un provvedimento emesso dalla Corte di appello che lo inviava in soggiorno obligato all'isola dell'Asinara per 3 anni ». Arresto, diciamolo subito, che i ha suscitato perplessità soprat\ luUo tra ; diIenSori del Lo Presti, avv. Albanese e Gabri. Oggi mezzogiorno il pretore dottor \ Bellone dovrà decidere se c : a - o o | pronunciata o! Nella loro motivazione, i giudil ' ci di appello si basarono soprat- validar; o no la cattura, risolvendo così una questione « squisitamente giuridica », come l'ha definita qualche giudice. Il problemi è: la legge prevede l'arresto della persona che si sottra; all'obbligo stabilito dal giudice? Ma il Lo Presti fece perdere le sue tracce il giorno stesso in cui la Corte d'appello emise il decreto nei suoi confronti, e la polizia, incaricata di notificarglielo, non riuscì a rintracciarlo. Ora c'è da domandarsi: domenica pomeriggio il poliziotto, incontrando Lo Presti, doveva semplicemente dargli la notizia dell'avvenuta condanna al confino, e quindi disporre il suo accompagnamento all'Asinara, oppure dichiararlo in arresto come contravventore all'obbligo non ottemperato? Sottigliezze giuridiche, come si vede, e di scarsa rilevanza. Il pretore Bellone oggi interrogherà il presunto boss e poi deciderà se la sua cattura è stata o no legittima. In un caso o nell'altro. Lo Presti lascerà il Piemonte e si trasferirà all'Asinara. Accompagnato o in manette, la sostanza non cambia. La storia in cui s'inquadra la vicenda di Rocco Lo Presti è una storia tipicamente di mafia, o se vogliamo, di « n'drangheta », date le sue origini calabresi (è nato a Marina di Gioiosa Jonica). Con Francesco Mazzaferro e altri individui sospetti, si insediò a Bardonecchia e cominciò a tessere quell'impalpabile tela di intimidazioni, minacce, racket dell'edilizia, ben nota a chi si occupa di problemi mafiosi Nel marzo '74, l'allora questore Santino consegnò un dossier al Tribunale sull'attività di Lo Presti, Mazzaferro e altri nove presunti boss, chiedendo che fossero sottoposti alla sorveglianza speciale con l'obbligo di soggiorno in un comune da destinarsi, e comunque fuori dalla Valle Susa e dal Piemonte. Il Tribunale respinse la proposta dicendo, in sostanza: « Le voci che circolano sul gruppo di Bardonecchia non sono suffragate da elementi concreti ». Contro il decreto, presentò appello il sostituto procuratore generale dottor Caccia, ma soltanto per Lo Presti e Mazzaferro. La Corte d'appello, nei primi giorni di luglio, decise di inviare Lo Presti in soggiorno obbligato all'Asinara per 3 anni, mentre confermò la precedente decisione dei giudici per quanto riguardava il Mazzaferro. Gli avvocati Albanese e Gabri hanno proposto ricorso in Cassazione, che non si è ancora qBdoI tutto su due testimonianze — l quella dell'ex sindaco Corino c di un sindacalista — e su numerosi episodi riferiti da abitanti di Bardonecchia, per concludere che emerge « sia la duplice attivila del Lo Presti volta ad ingerirsi nella manodopera edilizia e ad imporre il suo lavoro con esclusione di concorrenti, sia lo svolgimento di tale attivila mediante minacce, violenze e soprusi. In questo modo Lo Presti è riuscito a imporre il suo dominio nel campo dell'edilizia e in particolare della manodopera. Emerge inoltre la sua altivilà a compiere non occasionalmente alti criminali, anche se non di rilevante gravila e. quindi, la sua pericolosità so¬ ciale. Assai sintomatiche appaiono le recenti condanne penali del Lo Presti inflitte dal pretore di Susa per assunzione di manodopera senza il tramite dell'ufficio di collocamento. Non ritiene invece la Colle che sussistano prove e neppure semplici indizi per scorgere una partecipazione direi- ; ta o indiretta del Lo Presti negli j omicidi dì Vincenzo Timpano. Luigi D'Aguanno e Vincenzo Can- ] nizzaro, poiché tutto si riduce a j voci e a circostanze scorsameli!? | significai ine ». Il decreto dispone infine che ! Lo Presti it cerchi un lavoro al- j l'Asinara e vi fìssi la propria di- ! mora, non si associ a persone ; che abbiano subito condanne, non rincasi la sera più tardi delle 21 e non esca la mattina prima delle 7, non detenga o porti armi, non partecipi a pubbliche riunioni, viva onestamente ». Rocco Lo Presti si difende: « Sono una vittima »

Luoghi citati: Bardonecchia, Calabria, Piemonte, Susa