Si faranno le elezioni del Parlamento europeo? di Renato Proni

Si faranno le elezioni del Parlamento europeo? Si faranno le elezioni del Parlamento europeo? iDal nostro corrispondente/ Bruxelles. 11 ottobre. A Bruxelles un gruppo di esperti dei nove Paesi della Cee ha cominciato a discutere i problemi pratici connessi all'elezione per suffragio diretto del Parlamento europeo. La commissione europea trasmetterà al «vertice» della Comunità, che si terrà a Roma all'inizio di dicembre, un documento per la discussione politica. Al momento, le prospettive per l'elezione del Parlamento mediante una consultazione popolare simultanea in tutti i Paesi nel 1978 sono incerte. Ci sono problemi di ordine politico e pratico. La decisione di massima di indire elezioni per il Parlamento europeo fu presa dal vertice di Parigi nel dicembre del 1974. Ma in seguito sono sorte divergenze sulla interpretazione del testo nelle varie lingue. Secondo il testo francese, le elezioni « dovranno » avvenire nel 1978 o dopo, mentre secondo il testo inglese le elezioni « potranno » essere tenute in quel periodo, non definito con esattezza. Ci saranno senz'altro tentativi di far slittare la data verso il 1980, collegando magari le elezioni ad una tappa nella creazione del¬ l'unione europea alla quale si sta interessando il primo ministro belga Leo Tindemans. Ancora una volta, è il Regno Unito a sollevare varie obiezioni, seguito fedelmente dalla Danimarca. Il mito della supremazia del Parlamento di Westminster è duro a morire. Gli inglesi percepiscono l'inevitabilità che un parlamento eletto dovrà, prima o poi, essere investito di maggiori poteri, a scapito di quelli dei vari governi. Gli inglesi non sono ostili a] cento per cento all'elezione per voto diretto dei parlamentari europei, ma sono molto scettici. Prima che il premier Harold Wilson dia il suo consenso al progetto, è certo che il dibattito a Londra sarà lungo e anche aspro. Il progetto di elezioni parlamentari europee è stato elaborato dal socialista olandese Schelto Patijn ed è già stato approvato dai suoi colleghi dell'assemblea di Strasburgo. Esso prevede che il numero attuale di 198 parlamentari europei, nominati dalle assemblee nazionali, sia portato a 355 così suddivisi: 71 deputati per la Germania. 67 per il Regno Unito, 66 per l'Italia, 65 per la Francia, 27 per l'Olanda, 23 per il Belgio, 17 per la Danimarca, 13 per l'Irlanda e 6 per il Lussemburgo. Un candidato potrà essere eletto s?nza essere membro del suo parlamento nazionale. Sul piano pratico restano spinosi problemi da risolvere. Quali saranno i diritti di voto dei lavoratori emigranti in Belgio, in Olanda, in Germania e in Gran Bretagna? Inoltre, sei seggi per il piccolo Granducato del Lussemburgo non sono troppi? Chi pagherà le spese elettorali: i partiti nazionali, gli Stati j la Comunità Economica Europea? Alle elezioni per il Parlamento europeo, i partiti di governo non subiranno sonore sconfitte dato che l'elettorato andrà alle urne nel mezzo del loro mandato? La vita politica nazionale non verrà sconvolta da queste elezioni? Sono quesiti legittimi che anche gli entusiasti delle elezioni dirette del Parlamento europeo si pongono. La differenza è che sei Stati sono decisi a superare ad ogni costo le difficoltà, la Francia è meno entusiasta e l'Inghilterra e la Danimarca, come abbiamo detto, affrontano la decisione con molta cautela. Renato Proni

Persone citate: Harold Wilson