Wilson è più forte che mai (il vero nemico è la crisi)

Wilson è più forte che mai (il vero nemico è la crisi) L'Inghilterra dopo i congressi dei tre partiti Wilson è più forte che mai (il vero nemico è la crisi) congressi politici. Uno dopo j l'altro, i tre partiti, prima il liberale, poi il laborista, infi ne il conservatore, hanno ce- (Dal nostro corrispondente) Londra, 11 ottobre. E' finita la stagione dei lebrato il rito annuale, rito che è coinciso, questa volta, con uno dei momenti più angosciosi della storia post-bellica britannica. L'Inghilterra si dibatte nella duplice morsa dell'inflazione e della recessione, il deprezzamento della sterlina è arrivato a quasi il 30 per cento rispetto al '71; molti esperti cominciano a te mere che neppure il petrolio del Mare del Nord fermerà il declino industriale della nazione. E' tra nembi di tempesta che si sono adunati, quindi, i tre partiti: e il risultato è stato interessante e incoraggiante. Precisiamo: interessante e I incoraggiante per quanto ri- j guarda laboristi e tories, per-1 che i liberali hanno lasciato I tutti delusi. Era inevitabile. Dopo le grandi speranze accese dalle elezioni generali del febbraio '74, l'assenza di un sistema proporzionale impediva pochi mesi più tardi, alle elezioni di ottobre, il previsto e sperato «decollo». Con soltanto tredici deputati ai Comuni e l'affievolirsi della crociata estiva per una riforma del sistema elettorale, il partito è depresso, sfiduciato. E leader laborista, e!Harold Wilson, il1bersaglio di tutte le nevrosi è !l'infelice leader Jeremy Thor- !pe. |Per il premier, congresso s'è concluso invece Inel migliore dei modi. Dibat-1titi e votazioni hanno confer-1! mato che il Labour Party è tuttora diviso, ma che l'ubicaj zinne della fenditura è adesso I diversa e assai più favorevole : al governo e alla nazione tut- ta. Il crepaccio non corre più j attraverso il centro del partij to, separando la destra dalla sinistra, bensì attraverso la | sinistra che, spaccata, cessa d'essere una cupa e reale mii naccia. Si è tornati alla situa! zione dell'immediato dopoguerra, quando l'appoggio dei sindacati e della «sinistra moderata» permetteva a Clement Attlee di governare nonostante l'opposizione dei marxisti e supermarxisti. Al congresso di Blackpool, i sindacati, capeggiati da Jack Jones, hanno respinto tutte le i seduzioni degli oltranzisti e f,^Fa' guidata dal ministro del hanno sottoscritto la strategià anti-inflazionistica di Wil- son. Lo stes» lu jatto l'Occupazione, Michael Foot, che si è anzi avventato contro amici e alleati di pochi mesi or sono, definendoli «sognatori» e «irresponsabili». Jack Jones è il nuovo Ernest Bevili, Michael Foot il nuovo Stafford Cripps. Wilson ha adesso completa libertà d'azione, una libertà che ha i suoi unici limiti nella fragilità economica della Gran Bretagna. Purtroppo, non s'intravede ancora una politica a lungo termine, si vive alla giornata, sperando che il limite di 6 sterline per settimana agli aumenti salariali e l'alta disoccupazione, salvino l'isola dal naufragio. E, infine, questa settimana, s'è assistito al trionfo di Margaret Thatcher. La simpatica signora, che le battute più recenti hanno chiamato «La femme banale» e la «Guerrigliero sub-urbana», ha rivelato notevoli qualità politiche. Ha trovato un Congresso depresso e diviso, incapace di riprendersi dalle sconfitte elettorali, lo ha rianimato, quasi galvanizzato, e con un vibrante discorso gli ha additato le mete verso cui avanzare. Il guaio è che queste mete sono assai vaghe, e spesso appannate dalla retorica. Un punto solo è chiaro, e non privo d'interesse: Margaret Tatcher vuole un torysmo «più puro», più radicale, più populista, senza annacquature socialiste. Ma come tra¬ sformare la visione in un programma concreto? I laboristi considerano inevitabile una crescente presenza dello Stato: i tories della Thatcher auspicano un'Inghilterra in cui i maggiori profitti permettano alle aziende private, medie e piccole e piccolissime, di ridare slancio all'economia. Difficile dire chi abbia ragione in questo momento in cui l'Inghilterra deve sopravvivere ad un uragano. Ha certo ragione quel tory che ha commentato: «Che si vada più a destra o più a sinistra non ha molta importanza. L'importante è fermare questa sclerosi industriale che ha fatto di noi il reparto geriatrico della Comunità Europea». Mario Girici lo

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