Trovato l'aereo sul monte Lera con i tre morti nella carlinga

Trovato l'aereo sul monte Lera con i tre morti nella carlinga Avvistato da camionisti in un bosco a mille metri d'altezza Trovato l'aereo sul monte Lera con i tre morti nella carlinga La fusoliera è quasi intatta, i corpi ancora avvinti ai sedili dalle cinghie di sicurezza - La testimonianza di alcuni valligiani che hanno raggiunto il relitto e di un carabiniere balzato al suolo da un elicottero Li hanno trovati nel tardo pomeriggio di ieri, all'interno del loro piccolo aereo, sulle pendici boscose del monte Lera, in località Madonna della Neve, a pochi chilometri da Givoletto: il colonnello Tallone immobile ai comandi, il volto rigato di sangue appoggiato al cruscotto; gli allievi Claudio Giordano e Ugo Allegri riversi all'indietro, ancora bloccati dalle cinture di sicurezza. Sino a quel momento nelle decine di soccorritori che dall'altra sera volavano nel cielo del Piemonte settentrionale alla ricerca del Siai Marchetti disperso, era rimasto un filo di speranza: « Forse sono solo feriti, hanno tentato un atterraggio di fortuna ». Poi la scoperta: il silenzio profondo attorno al velivolo bianco, lo sguardo vuoto dei suoi occupanti, la drammatica fine di un'attesa, le lancette dell'orologio infranto che fissano l'ora dello schianto mortale. E' finito in tragedia il volo del I-Hail partito l'altra mattina alle 10,21 dall'aeroporto « Edoardo Agnelli n di viale Marche. Sulle cause, ancora un ritto mistero: una guasto meccanico? una manovra errata? il maltempo che ha portato fuori rotta il pilota? Ieri, subito dopo il ritrovamento dell'aereo, piloti dell'Aeritalia, carabinieri del nucleo elicotteri hanno tentato per l'ennesima volta di ricostruire dai pochi elementi conosciuti le ultime ore di vita del colonnello Tallone e dei suoi giovani allievi, Gli ultimi contatti del Siai Marchetti risalivano alle 11,20 dell'altro ieri, un'ora prima del termine fissato per l'atterraggio: « Siamo sopra Rivolta » aveva detto l'istruttore ad un collega su un altro velivolo. Poi, più nulla. L'angoscia crescente dell'attesa: l'aereo aveva una autonomia limitata che gli permetteva di restare in volo sino alle 14,30. E le ore passavano e cominciava ad imbrunire e si cominciava a temere 11 peggio. Le ricerche fermate dalla notte, poi, all'alba di ieri, ancora aerei ed elicotteri in perlustrazione. Come cercare un ago in un pagliaio. Alle 15,20 l'allarme generale a tutte le unità in volo. Ma a scoprire il relitto non sono stati gli elicotteri, bensì due camionisti, Walter Tuberga, 19 anni, e Sergio Tosalli, 35 anni, che a quell'ora stanno portando una pala meccanica in un cantiere alle pendici del monte Lera. La vallata è piena di nuvole basse e frangiate. In uno spiraglio fra il grigio uniforme i due uomini vedono una macchia bianca tra la vegetazione. Si consultano: « Sembra una casa, ma ieri non c'era ». Guardano meglio. Tuberga dice: « Forse è un aliante o un aereo, magari c'è qualcuno in difficoltà ». Scendono a valle, corrono a Givoletto in vicolo S. Maria 32. Qui abita il vigile urbano del paese, Ottavio Baudolino, 34 anni. L'uomo non è in casa, i due autisti avvertono la moglie Eugenia: « Sul monte Lera c'è un aeroplano caduto ». La donna manda a chiamare il marito: Ottavio parte subito con i fratelli Angelo e Ugo di 35 e 25 anni. Conoscono bene la zona, ogni scorciatoia, ogni dirupo, affrontano il sentiero che porta alla cima del monte. Intanto scatta l'allarme mentre dal paese parte anche il geometra Pier Carlo Gherra. Arrivano due elicotteri dei carabinieri con il cap. Giuntella, il tenente Bianchi ed i sottutficiali Tofanacchio e Moni. Il tempo peggiora, i velivoli non possono alzarsi che per brevi periodi: un balzo sino alla zona dove gli autisti hanno segnalato l'aereo, poi di nuovo a terra. Durante una di queste ascese si riesce ad intravedere il Siai Marchetti del col. Tallone. L'ufficiale deH'el'cottero grida nella radio: « Mi sembra quasi intatto, ha un'ala spezzata ». Poi, con voce più commossa: « Non vedo segno di vita ». Si attende che i fratelli Baudolino tornino a valle con le notizie, ma già si dispera. Mezz'ora e si sente un grido: il vigile urbano accompagnato dal geom. Gherra si sbraccia scendendo il sentiero. E' trafelato, | | dice ai carabinieri: « Morti, so- i no tutti morti. Il motore del- l'aereo è rientralo ncll'abilaco- , lo. Manca anche un'ala. Lassù I ho lasciato i miei /rateili». Si, tenta di raggiungere 1 aereo caduto ripercorrendo il sentiero ma la salita è impervia ed è ormai buio. I soccorritori devono : desistere. Sì leva ancora una volta l'elicottero del cap. Giuntella con il brigadiere Moni. E' un velivolo più potente di quello che ha avvistato il Siai Marchetti, riesce ad arrivare a pochi metri dai rottami. Il sottufficiale si sporge dalla carlinga ed, aiutato dal pilota, si lascia cadere al suolo. Il velivolo, ronzando, ritorna a Givoletto lasciando Moni con i due fratelli Baudolino. Al campo sportivo s'è radunata ormai una piccola folla. Sono arrivati anche i carabinieri di Rivoli con il cap. Calisti, qualcuno ha avvisato gli alpini perché inviino una squadra. Ma la notte cala rapidamente: buio, freddo, pioggia, l'impossibilità di organizzare un gruppo di uomini che salgano sul monte. Intanto torna a valle anche il brigadiere Moni con i due fratelli Baudolino. Il sottufficiale ha esaminato il velivolo caduto, dice: « L'altimetro è bloccato a quota 600 metri, l'orologio rotto segna le 11,50 ». Si ricorda l'ora limite che il Controllo d'aeroporto aveva fissato l'altra mattina per il rientro del Siai Marchetti: le 12,21. Il che significa che, il colonnello Tallone, Claudio Giordano e Ugo Allegro al momento della disgrazia avevano ancora 31 minuti per atterrare con tutta calma all'Aeri talia. Che cosa è successo? Dalla posizione conservata dopo l'impatto con le rocce sembrerebbe che il velivolo avesse mutato rotta: non più Sud-Ovest ma Nord. Qualcuno sostiene che il pilota si sia trovato improvvisamente a ridosso della montagna ed abbia tentato una disperata manovra per salvarsi: « L'aereo non si è conficcato con il muso, ma con il ventre. Ciò significa che il colonnello ha cercato di farlo cabrare all'ultimo momento ». Supposizioni che solo un'inchiesta potrà confermare. Stamani alle 8 si spianerà il terreno attorno al Marchetti caduto per consentire l'atterraggio degli elicotteri ed il recupero delle salme. Esiste una testimonianza che ora acquista valore. Quella di un cacciatore che l'altra mattina passeggiava alle pendici della montagna ed ha sentito uno strano rumore: « Come un motore che tossisce e perde colpi. Su- da ». bito dopo c'è stato un colpo sordo nell'aria. Non sono riusci to a coglierne la direzione ed ho pensato ad una delle escavatri cì che lavorano alla nuom stra. Era. forse, invece, il piccolo aereo bianco con tre persone a bordo: un istruttore che tutti i colleghi giudicavano tra i migliori, due ragazzi di 19 anni venuti a Torino da Alessandria ed Alben- ga per diventare piloti. La morte li ha colti a tradimento fra le nuvole basse e la nebbia del monte Lera. Servizio di: Roberto Reale e Panato Rizzo mkmmmm Dal campo sportivo di Givoletto ai piedi dei monte Lera si alzano gii elicotteri dei carabinieri Il vigile Baudolino e i camionisti Tosalli e Tuberga

Luoghi citati: Alessandria, Givoletto, Piemonte, Rivoli, Torino