Quei militari di Spagna di Mimmo Candito

Quei militari di Spagna L'arresto di 3 ufficiali a Barcellona Quei militari di Spagna (Dal nostro inviato speciale) Madrid, 9 ottobre. La notizia è un comunicato scarno, di tre righe soltanto: « In relazione al procedimento in corso contro nove ufficiali di Madrid, sono stati tratti in arresto nella piazza militare di Barcellona tre ufficiali, che si trovano ora nella caserma di Gerona, a disposizione dell'illustrissimo signor giudice istruttore ». Dietro questa notizia c'è il problema forse più serio della Spagna, il ruolo delle forze armate nella lotta in corso per la successione a Franco. La croce e la spada sono state per quasi 40 anni il potere di questa dittatura, le hanno dato autorità morale e forza; dal '36, il regime vi ha le radici e la storia. Ma da alcuni anni la Chiesa si è distaccata dal Pardo, ha ritirato il carisma al Caudillo. Ora si distaccano anche i militari, e crolla gran parte delle speranze residue. Di contestazione fra gli ufficiali è proibito parlare. Ma da più di un anno circola nelle caserme e nelle sale d'armi un foglio ciclostilato clandestino, un notiziario «interno» di tono molto polemico e di contenuti dichiaratamente politici. La testata è semplice: Misión, con il sottotitolo Boletin de las ìuerzas armadas. Quattro o sei pagine, temi d'attualità civica e di funzionamento dei corpi militari. Non se ne sa molto, in Spagna; il rischio è alto, sono ; parecchi anni di galera, e gli ! stessi partiti d'opposizione ! si muovono con estrema prudenza per non snaturare un I processo di maturazione politica che sembra muoversi con sincera autonomia. Abbiamo potuto leggere alcuni numeri di Misión: in effetti, il dibattito vi appare franco, persino spregiudicato, ma libero da scelte di schieramento. Si rifiuta l'ipotesi trasformistica dell'aperturismo e si chiede un « cambio » reale, che restituisca il Paese alla democrazia («La democrazia non può essere incompleta, deve essere piena o altrimenti non c'è»). Non è né la Giunta democratica, né la Piattaforma di convergenza, ma siamo comunque al di fuori della linea del regime. L'insofferenza è molto diffusa tra gli ufficiali inferiori, cioè tenenti e capitani, tutti al di sotto dei 40 anni, spesso con studi di livello universitario e interessi professionali specifici; fra gli ufficiali superiori, invece, soprattutto tra i vecchi generali legati ancora al mito del Caudillo e al pronunciamiento del '36, la fedeltà al regime è assoluta e i guadagni, naturalmente, migliori. Per qualche tempo, l'insofferenza non è riuscita ad esprimersi, e l'immagine pubblica dell'ufficiale è restata ancora quella consacrata della dedizione e del sacrificio; le speranze di un miglioramento erano legate soprattutto al nome di Juan Carlos, considerato vicino ai giovani militari. Quando, nell'estate dello scorso anno, il principe venne umiliato da Franco e spogliato rapidamente dei poteri concessigli dopo il collasso del capo dello Stato, c'è stata la rottura: il malumore fu sostituito dalla certezza che nulla può venire dal regime, e si avviò una presa di coscienza politica. Nasce l'Union militar democratica, piccolo nucleo centrale d'un confronto che tende ad estendersi a tutte le guarnigioni ed a tutti i gradi. Comincia a circolare Misión, si fanno pubbliche le prime voci di dissensi all'interro delle forze armate. A febbraio, duemila ufficiali firmano la petizione di Justicia et pax in favore « dell'amnistia generale per tutti gli esiliati, i prigionieri o i condannati per motivi politici o per obiezione di coscienza ». Qualche giorno dopo tre uf- I | ■ [ fìciali di Barcellona son puni- ! ti per aver rifiutato di denun-1 ciare alcuni operai affiliati alle Comisiones Obreras; immediatamente, venticinque ufficiali dello stesso Corpo inviano una lettera al comandante militare d'ella Catalogna, affermando la loro convinzione che « l'esercito non è una forza di mantenimento dell'ordine pubblico, ma una forza a difesa del popolo ». j Aggiungono che gli arresti di ufficiali « potrebbero rompere ! la famosa unità dei militari ' spagnoli e influenzare il processo di successione a Franco ». Il 29 luglio, alle 6,30 del mattino, nove ufficiali di Ma- drid sono arrestati; fra loro, anche un ufficiale superiore addetto al comando tecnico di pianificazione dello Stato Maggiore. L'accusa è di cospirazione e sedizione, in realtà, li si ritiene affiliati all'Union Militar democratica. Sono tutti ufficiali con servizio prestigioso, addetti a mansioni molto delicate. Il regime cerca di sapere fin dove è giunta l'infiltrazione. Un'inchiesta, segretissima, è condotta dalla Policia Armada: alla fine, nel dossier ci sono novecento nomi, il sette per cento dei tredicimila ufficiali. In assoluto non è molto, nel quadro politico della Spagna è una cifra impressionante. Un'altra inchiesta, segreta, con l'interrogatorio dei nove arrestati, è I fatta dallo Stato Maggiore dell'Aeronautica: rileva che « la loro ideologia si centra sulla libertà e la giustizia sociale, si inquadra in un socialismo di tipo europeo, tende a staccare le forze armate dal regime »; la conclusione è che gli aderenti all'Umd « si stanno preparando ad uii'azionc allo scoperto, in collegamento con l'opposizione illegale, per il momento in cui si presenteranno le condizioni obiettive per la istituzione della democrazia in Spagna ». Il 27 settembre, codice mi¬ ||j; : , i ! litare alla mano, gli ufficiali di Carabanchel, Barcellona e Burgos hanno rifiutato di formare i picchetti per la fucilazione dei 5 condannati a morte: era la prima volta che il dissenso diventava tanto manifesto. Il regime ha taciuto ed ha assorbito. Oggi ci sono questi tre arresti, e la reazione delle caserme non tarderà. Pochi giorni or sono, il capitano generale Campano, comandante della Prima regione militare, ha detto: « L'esercito ?ion fa politica, ma le presta attenzione, per mantenere alcuni valori permanenti ed essenziali, clic sono guelli che fanno la patria. Attenzione, però: l'esercito è vigile». Mimmo Candito

Persone citate: Gerona, Juan Carlos, Pardo