Luxemburg a metà di Mario Bonini

Luxemburg a metà La rivoluzionaria troppo contesa Luxemburg a metà Rosa Luxemburg: « Scritti scelti », Ed. Einaudi, pag. 758, lire 4500. La frontiera che separa la teoria e la pratica delle socialdemocrazie (al governo e all'opposizione) da quelle dei partiti comunisti d'osservanza leninista (al governo c all'opposizione) sarebbe ancora più netta e chiusa se a renderla occasionalmente praticabile, nel- | l'uno e nell'altro senso, non ' intervenisse ogni tanto il fan- j tasma di Rosa Luxemburg. Non che il pensiero della Luxemburg debba essere con- t siderato il crocevia necessario per l'incontro fra socialdemocratici (compresi molti che si definiscono toul-court socialisti) e comunisti: da decenni, dopo la traumatica scissione degli Anni Venti, l'incontro avviene lo stesso (Fronte popolare in Francia c in Italia, guerra di Spagna. Cile di Allende) quando sui due versanti dello schieramento che si richiama al socialismo si diffonde la convinzione che l'unità dei partiti operai è l'unica arma valida contro un nemico di classe pronto a usare tulli i mezzi di lotta, difensivi, offensivi e repressivi. Questo tipo d'incontro, che non rimuove i dissensi ideologici ma li accantona di fronte a gravi contingenze politico-sociali, non ha niente a che vedere col fascino che il pensiero di Rosa Luxemburg esercita, oggi forse più che ieri, sugli esponenti più inquieti della diaspora marxista: da un lato i socialdemocratici che in Gei- j mania, in Francia e altrove ri- ! tengono che l'ideale socialista non possa esaurirsi nel perseguimento del benessere all'ombra delle libertà « borghesi ». j dall'altro certe frange extraparlamentari che predicano lo spontaneismo e rifiutano la ferrea concezione leninista del parlilo come formazione da combattimento, per non parlare della sclerotizzazionc burocratica dei tempi staliniani e post-staliniani. Nel pensiero e nella vicenda politica e umana di Rosa Luxemburg gli uni e gli altri possono trovare insegnamenti ed esempi a conforlo delle loro tesi: e l'antologia di scritti teorici e polemici curala da Luciano Amodio offre uno spettro esauriente di tutte le possibili letture. Ed e interessante notare che le letture odierne sono alquanto diverse da quelle degli Anni Venti e Trenta, quando, come osserva Amodio, la figura della Luxemburg venne assunta « ad esemplificare una sintesi ideale a cui probabilmente soprattutto l'immaturità dei tempi l'aveva costretta, o forse concessa: la sintesi, tipica della sinistra socialista, di rivoluzione e democrazia, la corrispondenza perfetta di mezzi e di fini, la convergenza dì spontaneità e coscienza storica ». Già allora, tuttavia, la sintesi era azzardata: poteva apparire tale solo per l'ambivalenza del pensiero della Luxemburg. fautrice e animatrice della lolla rivoluzionaria in Germania, ma giudice severa degli eccessi, nei metodi e nei fini, della rivoluzione bolscevica in Russia. Nel periodo fra le due guerre, all'erma Amodìo, Rosa Luxemburg servì da bandiera ai sostenitori, in campo socialista « di un sinistrismo prudente e permanentemente platonico, destinato a sboccare nella più serena conciliazione con l'immobilismo socialdemocratico ». e contemporaneamente soddisfece « esigenze più autentiche, più o meno giustificatamente incerte sugli sviluppi ulteriori dell'abbozzolamento sovietico ». Oggi invece alla visione di Rosa Luxemburg si richiamano proprio i socialdemocratici meno «socialdemocratici» e i comunisti meno «comunisti ». Sono gruppi d'elite in entrambi i campi, e non riescono per ora a esercitare una qualche influenza sulle rispettive « correnti principali »; ma il loro stesso esistere testimonia che il pensiero di Rosa Luxemburg, pur essendo in buona parte superato, contiene ancora elementi atti a suscitare passione e mobilitazione politica. Non bisogna d'altronde sopravvalutare gli accenti in favore della democrazia e contro la dottrina leninista dell'organizzazione innanzi tutto, che pur sono numerosi negli scritti della grande rivoluzionaria. Nel 1918, polemizzando violentemente con Kautsky, Rosa Luxemburg scrisse che era una pretesa « menscevica » sostenere che la rivoluzione doveva incarnare le aspirazioni e la volontà della « maggioranza popolare ». Lanciando e attuando la parola d'ordine « tulio il potere al proletariato e ai contadini », affermava la Luxemburg, i bolscevichi russi avevano risolto « la famigerata questione della "maggioranza popolare", che per i socialdemocratici tedeschi è eternamente slata una specie di incubo. In qualità di discepoli incarnati del cretinismo parlamentare essi non fanno che trasferire sul piano rivoluzionario la saggezza casareccio dell'infantilismo parlamentare: per fare qualcosa, si deve avere prima la maggio- ranza. Dunque, anche per la ! rivoluzione: innanzitutto dive»- tiamo "maggioranza". La con- ; creta dialettica rivoluzionaria i ricollocu tuttavia sulla testa \ nana » E' vero che ne questa sapienza du talpe: la strada non porta alla tattica rivoluzionaria attraverso la mag- ■ gioranza. ma alla maggioranza | attraverso la tattica rivoluzio- i . I u stesso seni- . io si trovano, dopo poche pa- ! gino, critiche severe al « fred- do dispregio » che Lenin e gli | altri dirigenti bolscevichi ave- ' vano dimostralo per l'assemblea i -«rie- r s frunì-! versale, per la liberta di slam pa e di rinunione per « tutto l'apparato delle fon I in breve (lamentali libertà democratiche , delle masse popolari »: ma c'è . cia domandarsi se è legittima l'appropriazione discriminata di ! ' , . ,. , : questo o quel brano di questo ; o quel molivo ideologico, da ; parie di teorici ed esponenti j politici, o se non sia più op- | portuno studiare il pensiero di i Rosa Luxemburg nella sua lotalità e nella sua essenza, falla di intuizioni ma anche di contraddizioni. E c'è da domandarsi, a olire mezzo secolo dalla tragica morte della rivoluzionaria ledesca. se le passioni politiche che la sua figura smuove ancora non siano oni- ! bre o calchi di un'esperienza e di Ul1il congiuntura storiche or; mai archiviate e irripetibili. i Mario Bonini | ' j t Rosa Luxemburg, di Levine ICopyrtghl N.Y. Rcvlcw uf Books, Opc. 1 por l'Italia la siampmi !

Luoghi citati: Cile, Francia, Germania, Italia, Russia, Spagna