Sigarette, droga e camorra protagonisti nei due delitti scoperti ai "Pullastiello,, di Silvana Mazzocchi

Sigarette, droga e camorra protagonisti nei due delitti scoperti ai "Pullastiello,, Folto pubblico e imputati reticenti all'assise di Napoli Sigarette, droga e camorra protagonisti nei due delitti scoperti ai "Pullastiello,, Rievocato il misterioso omicidio compiuto nel'73 in una trattoria: le vittime furono due amanti (lui italocanadese, lei di Frosinone) - Forse è stata la "mala" ad ucciderli e poi a nasconderli in un pozzo nero (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 8 ottobre. Esaurita in un paio d'ore la prima udienza in assise («Il processo è enorme — dicono gli avvocati — tremila pagine e otto chili di peso»), domani i giudici faranno un sopralluogo al ristorante «O'Pullastiello», che nel gennaio del '73 fu teatro del duplice delitto di cui rimasero vittime Vito Adamo e Laura Savo, una coppia di innamorati trovati uccisi a colpi di pistola nel pozzo nero della popolare trattoria, alla periferia della città. Italo-canadese lui, trentunenne, presumibilmente legato alla «mala» internazionale, originaria della provincia | di Frosinone lei, 26 anni, madre di tre figli, sposa fedele per dieci anni di un infermiere della Croce Rossa, Euleterio Sorge. Nel processo, Sorge, si è costituito, insieme con i figli, parte civile. Oggi si è avuta una prima ricostruzione della storia misteriosa che nel '73 appassionò l'opinione pubblica di mezza Italia. Si era nel pieno della guerra tra vecchie e nuove cosche della malavita napoletana, legata al contrabbando delle «bionde» ed al traffico di stupefacenti. Accusati di aver tradito l'accordo, appena stipulato, tra camorra napoletana e mafia siciliana, a favore del «clan dei marsigliesi» che dal '72 aveva completamente mutato i costumi delle cosche di Napoli, vari boss della «mala» locale vennero uccisi con mitra e fucili da killers rimasti ignoti. Caddero Luigi Sciorio, parente di Alfredo Maisto, capo riconosciuto di Giugliano, Luigi Grieco detto «O' Sceicco» e suo fratello Vincenzo. Scomparve Pasqualino Simonetti, figlio di «Pascalone 'e Nola», il boss ucciso negli Anni Cinquanta per la guerra del controllo sul mercato ortofrutticolo. In quest'atmosfera avvenne, il 23 gennaio del '73, il delitto del «Pullastiello». Si disse che Vito Adamo avrebbe sottratto alla mafia un carico di eroina da un miliardo e che, per questo, fosse stato giustiziato insieme con la sua amica, Laura Savo. Ma per ordine di chi? E chi, materialmente, eseguì la condanna a morte? Contro gli attuali imputati vi sono più indizi che prove schiaccianti e, tutto sembra dipendere dal dibattimento iniziato questa mattina a Castelcapuano, alla seconda sezione della corte d'assise di Napoli. Nell'aula, stipata, i parenti, gli amici e molti curiosi. Eleganti e un po' azzimati gli imputati maggiori: i fratelli Ruggero, Gennaro, Antonio e Francesco Pio, rispettivamente di 31, 28 e 24 anni. Tutti accusati, al pari di Aniello Santella, 25 anni, commerciante in ortofrutticoli, figlio di un facoltoso coltivatore di tabacco di Palma Campana, di concorso in duplice omicidio e di occultamento di cadavere. In carcere sono tuttora Gennaro Ruggero (i suoi fratelli ottennero quasi subito la libertà provvisoria) e Aniello Santella. Dinanzi alla corte, è comparso in catene anche un cameriere del «Pullastiello», Giacomo Cimmino, arrestato nel frattempo per guida senza patente. Cimmino e altri cinque imputati minori tra camerieri e orchestrali che suonavano ogni sera nel ristorante, furono imputati di fa1 voreggiamento. Sono: Arman ' do Starace, Aristide Paudice, Nicola Caccavallo, Vittorio : pasqualini e Eduardo De Mari. L'accusa sostenne che le \ sei persone, alle dipendenze , dei fratelli Ruggero, avevano ! mentito dichiarando che la | sera del delitto, quel 23 gennaio, non avevano visto cenare, all'interno della trattoria, la coppia Vito Adamo e Laura Savo. Ecco la cronaca dell'udienza, iniziata pochi minuti dopo le 11. Subito dopo la costituzione delle parti, giurano due giudici popolari supplenti. Esaurite le formalità, l'avv. Luigi Bagnuoli, difensire di Gennaro Ruggero, chiede che venga esaminata la possibilità di effettuare un sopralluogo al «Pullastiello». A sostegno della sue richiesta, l'avv. Bagnuoli rende noto che nel corso di un accertamento condotto dalla difesa, ci si è resi conto che, nella rete che circonda il ristorante, esiste un varco minore; un passaggio finora mai comparso nelle carte processuali. La linea della difesa appare chiara. I fratelli Ruggero non avevano mai visto né conosciuto le due vittime. La corte accetta la richiesta e stabilisce che domani venga fatto il sopralluogo. Subito dopo, i giudici procedono a un primo interrogatorio formale, a carrellata, di tutti gli imputati maggiori e minori, volto sostanzialmente a verificare quanto essi dichiararono due anni or sono al sostituto procuratore Braglia, che condusse i primi accertamenti. Per primo viene ascoltato il Cimmino. E' l'unico a cadere | in contraddizioni. Il Cimmi- : no, il 23 gennaio del '73, sco- I prì, insieme col più giovane i dei fratelli Ruggero, France- j sco Pio, i due cadaveri, sotto ; il tombino della fogna. In un I primo tempo il Cimmino ave- j va sostenuto che quel giorno | aveva sollevato il tombino di sua iniziativa per riparare le tubature dei servizi igienici ' del ristorante che risultavano | intasati. Oggi ha invece detto ; che lo fece su invito di Fran- ] cesco Ruggero. Poi viene il turno di uno dei musicanti ed è un esem-1 pio della Napoli più folcloristica. Vittorio Pasqualini, 39 anni, detto «Gigino», esordisce: «Giuro stc Dio, ed è la verità, che non so niente». Poi continua lamentoso sullo stesso tono. Quella sera, ricorda, guadagnò mille lire perché in sala non c'era nessuno. E poi quanti guai ha ddnermmGstpbeavuto, lui che è un artista. Fa- j de' st «Scialanapoli» di Capri e, do- co po il delitto, lo licenziarono, er Da allora fu tutta un'avventu- sf ra. Quindi la volta del cuoco: qu Eduardo De Mari. Calvo, i po grassoccio, giacca a quadroni j u e cravatta sgargiante. Anche j pr lui conferma. Niente, quella j st sera, per quanto ricorda, la i coppia non cenò nel ristoran- j m te. j P Sfilano dinanzi ai giudici | co gii altri imputati minori. Tut-j veti confermano le loro prime I ntestimonianze. E' la volta dei, Dfratelli Ruggero. Francesco I aPio, giacca, cravatta e occhia-1 so li «Ray-ban», rievoca il giorno i del delitto e il ritrovamento dei corpi delle vittime. Antonio ricorda che quel giorno era assente, che suo fratello maggiore, Aldo, era gravemente ammalato. E infine Gennaro, quello in galera. Vestito nero, attillato, scarpe a punta, capelli corti e aria perbene, racconta della sera del delitto. Il ristorante era rima- sto aperto un po' più a lungo come ogni lunedì; che quella era la loro casa, che con il ri sforante ci vivevano e per questo erano tutti presenti. E poi descrive le varie entrate e uscite del ristorante e im provvisamente scorda l'esi stenza della terza porta, Poi toccherebbe a Santella, ma ormai sono quasi le due. Poche formalità e Santella conferma. Tutto è rinviato a venerdì, quando si svolgeran- no gli interrogatori formali, Domani alle 10, il sopralluogo al «Pullastiello». Il «giallo» è solo agli inizi. Silvana Mazzocchi | Napoli. I principali imputati al processo del «Pullastiello»: da sin. Gennaro Ruggero, Giacomo Cimmino, Aniello Santella

Luoghi citati: Frosinone, Italia, Napoli