In bici come ai tempi di Gozzano

 In bici come ai tempi di Gozzano Gli inizi del secolo rivivono nella moda sportiva In bici come ai tempi di Gozzano «Balda nel solino dritto, inella cravatta - la gran chio- ma disfatta nel tocco da fan- tino»: l'adolescente Graziella, la ciclista in gonnelle corte. apparc cosi, a sommo del pendio d'una bella strada campestre, al poeta Guido a-vvoigenaost aite vf$° àS"?J>Z™ Gozzano. All'improvviso, ben delineata contro la gialla esplosione delle ginestre, quasi immobile un attimo prima di lanciarsi giù per la discesa. Immagine della gioventù, con qualcosa di alato che batic ruote, fra il sa e il suono della «macchina» come la definisce il poeta, macchina ancora umana, se il suo fruscio sembra quello d'un piede scalzo. Simbolo della felicità libera e colma di fiducia e insieme ritratto di costumeGraziella porta le gonne corte eppure ha già diciotto anni, qualche accento del suo abito per la gita in velocipede rammenta la tenuta per il maneggio, ma il solino rigido della camicetta ha un fiocco che si I agita libero al vento come i ! capelli sciolti. E' uno schizzo I rapido e gustoso della moda I sport agli inizi del secolo. i Se si ricordano Guido Goz! zano e i suoi famosi versi strila ciclista adolescente, oggi ; che la bicicletta, risposta ecoj logica alle inceppanti pigrizie 1 dell'auto, è tornata con prepotenza alla ribalia, è perché stranamente l'immagine, offerta dalla gioventù in bicicletta, non si allontana molto da quella di allora. Anche i più sedentari, che convinti dalla pace delle isole pedonali hanno ripreso la salutare abitudine ottocentesca della i passeggiata prima di cena, si i accorgono di una scena ripe tuta al limite delle traversine in difesa dell'area salva dal \ traffico a quattro ruote: gio j vani e no. fermata l'auto, tira ,no fuori dal bagagliaio le bici \ pieghevoli e via a raggranella- \ in campagna. \ Parallele o in fila indiana I re chilometri fra ville c giari dini. in attesa di far la stessa I cosa, con più agio e più sportiva disinvoltura, la domenica con il compagno, le cicliste in città o in collina riconducono visioni d'altri tempi ed è la moda stessa, con i suoi continui e saporosi revival ad avvalorarle. Perché, come accadeva una volta, esiste tuttora una moda per andare in bicicletta; se addirittura non si voglia affermare che sia il ricordo degli anni, in cui andare in velocipede era un ardimento pari all'avvolgersi nello spolverino e afferrare il volante, a sostanziare il ritorno della gonna a pantalone, mozzata al ginocchio, degli short ampi che simulano la gonnella o di quei pantaloni, stretti parenti dei bermuda, che un tempo si chiamavano alla zuava e oggi prendono nomi diversi a seconda del colore del tessuto Icaki o jeans), dello stivaletto o del calzettone: facendo centro quando a buon diritto si possono indicare come pantaloni alla ciclista. Negli anni in cui il giro d'I- talia appariva come un affare fra Binda e Guerra, capitava di vederli allenarsi nei freddi mattini primaverili in calzoni normali, ma pinzati al risvolto da una molletta da bucato. Oggi quella pizzicatura con linguette o altro accessorio novità, è fra gli accenti di moda più ricorrenti a nmtare il pantalone in flanella o in gabardine; anche se per le meno freddolose lo short all'inglese, stile ragazzino di college, resta la nota pungente d'una corsa in bicicletta. Non manca nemmeno sui corti capelli : il tocco da fantino, provvisto da una visiera di plastica co-'■ loraia per non stancare gli oc- '■ chi e lasciare a casa gli oc- \ chiali. Ritornano intanto mor- ; bidi, bassi mocassini, stivalet- : ti raso terra ad alta cavigliera contro distorsioni e impaccio sul pedale. Perché le ragazze hanno ri- ! scoperto il piacere del ìnovi- '> mento autonomo che concede la bicicletta nei confronti del rapido mangiar chilometri \ procurato dall'auto ed insie- j me tutto ciò che le due ruote j portano con sé: la possibilità di guardarsi, parlare, di ammirare il paesaggio, di accorgersi della gente, l'euforia di far qualcosa di giusto contro l'inquinamento dell'atmosfera e a favore della linea e della I salute e poi di usare una mo- \ da particolare, come ormai non occorre più per la gita in automobile. Se specie nella buona stagione non è ormai raro che la bicicletta divenga strumento di svago ma anche \ mezzo di trasporto per chi ha ; veramente fretta, sempre più ' d ■ spesso, pieghevole o normale. si àncora all'esercizio fisico, alla scainpagnata, alla merenda in collina e alla voglia di > mettere insieme con poca spesa, in gara con le amiche. i un'eleganza diversa, spigliata ma femminile, funzionale ma venata di civetteria. Giacche di cotone ìmpunturato, giac- coni impermeabili, gonne a pieghe che volano ma non troppo, cardigan e magliet- te. Quelle magliette che, con sempre maggiore frequenza. appaiono tempestate sulla scia di Hcchter, di scrìtte e di marchi dì case sportive, indù- sc com'è naturale quelle della bicicletta, nelle allegre o nostalgiche immagini dei poster floreali. Lucia Sollazzo | ! I • ! , ; I | ! I Un'eleganza «diversa» per le gite in bicicletta, nei pomeriggi d'autunno (Foto La Stampa - Gianni Giovannini)

Persone citate: Binda, Gianni Giovannini, Guido Goz, Lucia Sollazzo